L’Europa vuole privatizzare l’acqua. Una scelta ideologica.

17 Gennaio 2013

L'Europa vuole privatizzare l'acqua!

Una scelta ideologica da imporre ai paesi in crisi

La Commissione europea sta deliberatamente promuovendo la privatizzazione dei servizi idrici come una delle condizioni imposte per le economie a rischio di insolvenza del debito e che ricevono l'”aiuto” del fondo europeo di stabilità.

Dopo averlo scritto all’Italia nella lettera “segreta” della BCE, la direzione generale del Commissario agli affari economici e monetari Oli Rehn lo ha scritto chiaramente in una lettera aperta dello scorso settembre che riguardava il ruolo della Commissione europea nell’imposizione della privatizzazione attraverso la Troika (Commissione, BCE, FMI) in Grecia, Portogallo ed altri paesi.

Scrive la Commissione “la privatizzazione di aziende pubbliche contribuisce a ridurre il debito pubblico…inoltre ha il potenziale di incrementare l’efficienza dell’azienda e, per estensione, la competitività dell’economia… La Commissione crede che la privatizzazione delle public utilities, incluse le aziende idriche, possa portare benefici alla società, quando fatta con attenzione. A questo fine, la privatizzazione dovrà essere fatta una volta che sia stato preparato un appropriato quadro di regole che eviti l’abuso da parte di monopoli privati… La Commissione controllerà che i processi di privatizzazione delle aziende idriche garantiscano il pieno accesso all’acqua per tutti i cittadini”.

In Portogallo le condizioni della Troika includono la privatizzazione della azienda pubblica Aguas do Portugal. Per la Grecia il pacchetto di condizioni della Troika include una lunga lista di aziende pubbliche da privatizzare, tra cui le aziende idriche di Atene e Salonicco (che è attualmente in attivo ed è un contribuente importante del bilancio della città).

Questo nonostante il Trattato (art 345) e la direttiva servizi (art.17.1) impongano alla Commissione la neutralità sulla questione delle proprietà delle reti idriche e nonostante le evidenze che dimostrano il fallimento della gestione privata dell’acqua (come ha dimostrato la recente esperienza di Parigi)1.

Una importante ricerca, nel 2010, su tutti i casi di privatizzazione del settore idrico ha dimostrato che non vi è stata nessuna riduzione dei costi del servizio attribuibile alla privatizzazione. 2

Una decisione ideologica, non basata sui fatti e che disprezza la volontà popolare.

Il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di chiarire la contraddizione tra le raccomandazioni della Troika e la neutralità che deve avere la Commissione stessa.

Oltretutto la Commissione, sino ad oggi, si è rifiutata di implementare la Risoluzione delle Nazioni Unite del luglio 2010 così come il protocollo sui servizi di interesse generale del Trattato europeo.

Per questo motivo il successo dell’ICE, l’iniziativa dei cittadini europei, sull’acqua  è ancora più importante e decisivo. Un milione di firme diranno con chiarezza che l’acqua non può essere sottoposta alle regole del mercato interno e che deve essere esclusa dai processi di liberalizzazione e di privatizzazione.

1Vedi www.remunicipalisation.org e “Remunicipalisation: Putting water back into public hands“, Pigeon M., MacDonald D., Hoedeman O., Kishimoto S., TNI/CEO/MSP, March 2012.
2Bel, Germà , Xavier Fageda and Mildred E. Warner 2010. “Is Private Production of Public Services Cheaper than Public Production? A meta-regression analysis of solid waste and water services,” Journal of Policy Analysis and Management, 29(3): 553-577

 
 

X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto