Autonomie Locali – Nota unitaria alla VII Commissione – Audizione Senato DDL 1260

05 Giugno 2014

Autonomie Locali – Nota unitaria alla VII Commissione – Audizione Senato DDL 1260

 Signor Presidente, onorevoli componenti della VII Commissione, esprimiamo un sentito ringraziamento per l’opportunità che ci viene data di poter rappresentare le nostre osservazioni e proposte alla luce del nostro impegno nella rappresentanza del personale impegnato quotidianamente nella garanzia del diritto all’apprendimento dei bambini nella fascia 0 6 anni.
Un contributo alla costruzione di una norma così importante che affronta in chiave moderna e lungimirante, l’investimento più importante che uno Stato possa fare, quello sull’infanzia. Una scelta stimolata, tra l’altro, anche dall’Unione Europea, nell’ottica di esperienze maturate e consolidate in altri paesi che hanno saputo valorizzare la formazione dell’individuo sin dalla primissima infanzia, quella compresa tra i zero e i tre anni.
Le persone che rappresentiamo sono dipendenti del sistema delle Autonomie locali, nonché del vasto mondo di imprese private che insistono sul settore in questione: insieme rappresentano la fetta più importante di occupazione nel sistema dei nidi, nonché una fetta significativa dell’occupazione delle scuole dell’infanzia.
La profonda crisi che ha colpito il sistema delle Autonomie ci ha visto in troppe situazioni nella concreta difficoltà di difendere la qualità dei servizi, nonché il mantenimento dei livelli occupazionali e ciò ci ha portato nelle diverse occasioni di confronto istituzionale a far emergere il tema del diritto all’apprendimento dei bambini come una vera e propria emergenza.
L’obiettivo di inserire il sistema integrato in un quadro normativo chiaro rappresenta un indiscutibile elemento di innovazione che condividiamo anche nell’ottica di far uscire il settore da questa situazione di emergenza.
Condividiamo l’opportunità di fare uscire, attraverso la proposta in esame, il nostro Paese da una condizione di profonda arretratezza rispetto al resto d’Europa. Serve un piano di interventi dedicati soprattutto al superamento dei profondi squilibri territoriali nell’offerta di questi servizi, spesso aggravata da un sistema di vincoli che ne ha reso impossibile l’espansione.
Due sono gli elementi che ci sentiamo di sottolineare come elementi di maggiore innovazione: 
1. vengono finalmente tracciati i livelli essenziali per il Governo pubblico del sistema integrato 0-6. Questo significa spingere l’Italia a raggiungere il 33% dei nidi e la generalizzazione della scuola dell’infanzia, da un punto di vista “quantitativo”, ma anche di fornire a tutto il territorio nazionale un sistema di qualità;
2. viene riequilibrato il sistema di finanziamento attraverso l’accordo nella Conferenza Stato Regioni, con un meccanismo di “quota capitaria” cofinanziata da Stato, Regioni, Enti Locali.
Al pari, vogliamo però segnalare due punti sui quali chiediamo garanzie ulteriori nella proposta di legge:
1.       nel rispetto della compartecipazione nel settore di soggetti pubblico/privati, per il raggiungimento comunque dei prospettici parametri stabiliti nel ddL (33% di copertura della popolazione e almeno il 75% dei territori comunali) è necessario dare preferenza allo sviluppo di ulteriori strutture pubbliche le quali, non dovendo garantire margini di profitto come invece avviene per i privati, consentono di ridurre i costi medi su base regionale sui quali è calcolata la compartecipazione delle famiglie (sino al 20%);
2.       è necessario un aumento del finanziamento garantito dallo Stato a copertura dei costi per alleggerire il carico fiscale sui cittadini, evitando l’aumento dell’imposta fissa di bollo e, soprattutto, il carico sugli enti locali e sulle famiglie. Questo sarebbe possibile attraverso:
a.       l’incremento delle risorse provenienti dai giochi pubblici gestiti dai Monopoli di Stato
b.       le risorse provenienti dalla lotta all’evasione
 
Riteniamo che un provvedimento di questa natura possa rappresentare anche una straordinaria opportunità per qualificare al meglio il mondo del lavoro che rappresentiamo. Questo settore, infatti, è caratterizzato da una fortissima presenza di rapporti di lavoro precario, nonché di dumping contrattuale giocato sulla ricerca di CCNL sempre più economici. La regolamentazione del settore può, invece, fornire al personale del settore non solo un sistema di tutele ed un livello salariale uniforme, ma anche la necessaria valorizzazione dell’attività svolta e della professionalità acquisita. In particolare, è la stessa relazione illustrativa del ddL che richiama le disparità esistenti in questo settore. A tal proposito, si sottolinea la necessità di delineate, nel testo, anche le concrete modalità attraverso le quali ottenere tale apprezzabile risultato.
È un bene uniformare la qualificazione universitaria del personale educativo di tutti servizi del sistema integrato per l’infanzia, contemplando quest’esigenza con la valorizzazione del personale in servizio e i candidati alle selezioni che hanno conseguito il diploma di scuola magistrale e Istituto Magistrale sino al 2002 ( come è oggi).
Riteniamo, infine, fondamentale integrare nei prossimi anni le risorse stanziate favorendo nel sistema di investimenti la gestione pubblica e valorizzando il rapporto con il territorio. Per far questo c’è la necessità di ridefinire il ruolo delle Regioni per renderlo più “cogente” e attivo, evitando il rischio di riservargli  un’azione passiva di recepimento e di mero controllo di quanto invece i Comuni da una parte e le USR dall’altra svolgono rispetto al sistema integrato. L’occasione del processo di riordino istituzionale avviato con la legge 56/2014 può contribuire alla migliore attribuzione delle funzioni.
 


 
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