Agenzie delle Entrate: comunicato Fpcgil su sentenza della Corte Costituzionale

03 Aprile 2015

 

News

 
AGENZIA DELLE ENTRATE – COMUNICATO
 

CONTRASTO ALL’EVASIONE FISCALE: RISULTATI OTTENUTI NEL 2014
INCARICHI DIRIGENZIALI: SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
 

Nel 2014 il contrasto all’evasione fiscale ha fatto registrare  un più 8% rispetto al 2013, infatti è stato di 14,2 miliardi l’importo riscosso dalle casse dello Stato.    Un risultato “da record”, come afferma l’Agenzia,  ottenuto principalmente  per merito dei suoi   40 mila dipendenti che con il loro impegno e senso di responsabilità  hanno dimostrato quanto il lavoro pubblico sia  ricco di  alte professionalità,  messe con passione  al servizio della collettività. La presentazione dei risultati ottenuti dall’Agenzia nel 2014, avvenuta il 19 marzo,  e’ stata un susseguirsi di elogi ed encomi nei confronti dei lavoratori   da parte  del  Vice Ministro: “è grazie al vostro lavoro se è in atto un miglioramento dell’economia“, del  Ministro dell’Economia: ” la vostra non è  una semplice attività della Pubblica Amministrazione,  far pagare  le tasse è un lavoro difficile e complesso, senza il vostro lavoro lo Stato non funziona”   e del direttore dell’Agenzia: “orgogliosa del lavoro e  della passione di 40 mila dipendenti, è stato grazie a loro se sono stati raggiunti ottimi risultati“.    Se a un elogio non corrisponde un atto concreto di apprezzamento, si scivola immancabilmente nel rituale: forse il Ministro non ricorda che quei lavoratori, come tutti i dipendenti pubblici, sono senza contratto da sei anni, che  sono stati, alcune settimane fa,   accusati dal Capo del Governo di essere avvoltoi fiscali, e di far pagare ” le tasse a simpatia”. Abbiamo apprezzato le parole del Ministro ma i lavoratori vorrebbero sapere qual è la vera  posizione del Governo sull’operato dei lavoratori del fisco e se il giudizio del Ministro è condiviso dal Capo del Governo. 
 
Sulla conferenza stampa ha pesato inevitabilmente  la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità di  attribuire incarichi  dirigenziali a funzionari privi della relativa qualifica. Una sentenza che riafferma la regola costituzionale di accesso ai pubblici uffici “previo esperimento di pubblico  concorso”  e “che il concorso sia necessario anche nei casi di nuovo inquadramento di dipendenti già in servizio“:  di fatto  una pietra tombale sulla possibilità di bandire  concorsi interni, anche per il  passaggio tra le aree,  il concorso pubblico con riserva di posti per gli interni  sarà l’unico strumento per accedere alle qualifiche superiori.
 
La Corte Costituzionale ha, di fatto, riaffermato, se a “qualcuno non fosse chiaro”,  la natura giuridica  esclusivamente   pubblica delle Agenzie Fiscali, vincolate nel loro funzionamento agli artt. 3 e 97 della Costituzione: i percorsi di carriera comunque denominati e relativi sistemi di valutazione   sono sottoposti a tali vincoli e non possono essere affidati esclusivamente al giudizio del singolo dirigente, ma necessitano di controlli da parte  di soggetti terzi, che garantiscano  il buon andamento e l’imparzialità delle scelte effettuate.
L’occasione è troppo ghiotta per tutte quelle forze politiche ed economiche che in questi anni hanno cercato di ridurre l’autonomia gestionale ed organizzativa dell’Agenzia, infatti il sottosegretario all’ Economia , Enrico Zanetti,  ha subito dichiarato  in una intervista  che  “bisogna  mettere mano ai rapporti tra il Ministero dell’Economia e le varie Agenzie, perché oggi la potenza di fuoco è troppo sbilanciata a favore delle Agenzie che devono essere solo un braccio operativo del Ministero”, “sono fiducioso” continua il sottosegretario ” che questa crisi delle Agenzie nate nel 2001 possa portare ad una revisione di queste strutture“. E’ l’annuncio della ennesima riorganizzazione delle Agenzie Fiscali, con la prevedibile   ricaduta negativa per i lavoratori sia  in termini economici  che professionali.
L’arroganza dell’Amministrazione nel non volere espletare  “vere” procedure concorsuali interne  per l’accesso alla dirigenza ha portato a questa   debacle della valorizzazione delle professionalità dell’Agenzia e della  sua autonomia organizzativa. 
 
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E’ vero che al cuore non si comanda e non si possono soffocare le proprie emozioni, lacrime comprese, ma sostenere che” senza gli ottocento  dirigenti incaricati non si sarebbero raggiunti gli obiettivi illustrati”, come affermato dalla dott.ssa Orlandi,  e rivolta a loro ” non perdete  la vostra  tenacia e il vostro  entusiasmo” ci è sembrato ingeneroso per tutto il resto del personale, principalmente per  tutti  quei lavoratori che sono quotidianamente  in prima fila nel rapporto sempre più difficile  con i contribuenti, che  si fanno carico delle disfunzioni organizzative  e garantiscono il funzionamento degli uffici  ottenendo nulla in cambio se non il blocco delle retribuzioni, una decurtazione progressiva del salario di produttività  e dei loro diritti.  
Gradiremmo che   la stessa attenzione emotiva venisse  manifestata  anche nei confronti di quelle colleghe e colleghi che quotidianamente  si vedono negare dall’Amministrazione il diritto al ricongiungimento familiare o quello  di poter usufruire della L.104 per accudire i loro cari:   non può un Direttore  Generale, Regionale o Provinciale anteporre il proprio successo professionale al rispetto di quei diritti. C’è il rischio di scivolare nel cinismo.
 

            FP CGIL Nazionale                            FP CGIL Nazionale
Coordinamento Agenzia delle Entrate        Comparto Agenzie Fiscali
            Carmine Di Leo                                 Luciano Boldorini
 

Roma, 23 marzo 2015

 
 
 

 
 
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