Il disagio economico e professionale del settore Amministrativo e Tecnico Informatico del CNVVF.

27 Marzo 2015

Il disagio economico e professionale del settore Amministrativo e Tecnico Informatico del CNVVF.

27.03.2015 – 
 
In questi ultimi tempi sembra stia emergendo un vivace dibattito tra il personale Amministrativo e Tecnico Informatico sulla vicenda del transito di personale di altre Amministrazioni verso il Corpo Nazionale VV.F. e, più in generale, sulle particolari condizioni di disagio economico e professionale di cui soffre atavicamente il Settore SATI del Corpo.

A tale riguardo, malgrado la posizione della FPCGIL VVF sia storicamente nota e documentata, crediamo sia utile ribadire, per l’ennesima volta, la nostra opinione. 

Come dovrebbe essere ben noto a tutti, lo scrivente Sindacato è stato fortemente contrario alla ripublicizzazione del rapporto di lavoro determinato dalla Legge delega 252/04 ed al successivo D.Lgs. 217/05; una contrarietà che non si è limitata ad una mera posizione di rappresentanza, ma ha prodotto, unitamente ad altri Sindacati, altrettanto contrari, una lunga battaglia parlamentare, supportata da innumerevoli manifestazioni e scioperi del Comparto.

Battaglia che, giusto per sgombrare il campo da ogni malinteso, abbiamo perso, purtroppo nella quasi totale indifferenza proprio di quelle lavoratrici e lavoratori che avrebbero subito più pesantemente gli effetti di tale riforma, a partire proprio dal SATI del CNVVF.  
 
Ciò nonostante, abbiamo continuato a denunciare e contrastare l’infinita sequela di vessazioni e mortificazioni subite dal SATI, tuttavia, oggi ci ritroviamo spesso accusati di essere corresponsabili di una simile deriva, peggio ancora di non aver fatto, né di fare nulla per risolvere i problemi di questi lavoratori e queste lavoratrici, ovvero di essere sordi ai bisogni che le stesse e gli stessi stanno quotidianamente sottoponendo alla nostra attenzione.

Si sappia che non è così, e questo vale per chi sta strumentalmente cavalcando questa condizione di difficoltà, vale per tutti quelli che erano impegnati a fare altro ed oggi devono fare i conti con una spiacevole realtà, vale per chi solo ora si erge a difensore degli “oppressi”, ma ha condiviso e sostenuto quella riforma per miopia politica, piuttosto che per discutibili interessi di parte.

La FPCGIL VVF ha sempre chiesto, e lo sta facendo tuttora, di rimettere mano, ripartendo dalla Legge Delega, all’intero impianto normativo che regola il CNVVF e, tale opzione, peraltro accolta e sottoscritta dal vertice politico nella dichiarazione di intenti firmata congiuntamente il 9 aprile dello scorso anno, presuppone un intervento di revisione strutturale attraverso la predisposizione di una nuova legge delega e nuovi decreti attuativi della stessa.
 
Sarà un percorso lungo e complicato per costruire il quale serviranno partecipazione e compattezza, ossia l’esatto contrario di quanto sta avvenendo negli ultimi tempi, laddove singoli lavoratori o singoli gruppi di interesse, ancorché legittimi, pensano di poter risolvere i propri problemi lavorativi in totale autonomia e solitudine, rivolgendosi direttamente alle controparti e relegando il sindacato ad un ruolo di semplice spettatore, malgrado vengano poste questioni e proposte soluzioni con rilievo ed effetti ben più generali.   

Ciò vale, ed a maggior ragione, anche per le reazioni che sta suscitando la possibilità, peraltro prevista dalla Legge di Stabilità 2015, del transito nel nostro settore di personale posto in mobilità dalle Province e da altri Enti in via di soppressione.

Abbiamo analizzato con molta attenzione questa particolare problematica, intanto avendo ben chiaro che stiamo parlando di lavoratrici e lavoratori i quali, non certo per loro volontà, tanto meno con intenti prevaricatori nei confronti del nostro personale, si trovano posti in mobilità forzata, pena la possibilità di perdere il posto lavoro, da una Legge dello Stato – e sottolineiamo che la CGIL contro tale Legge ha fatto una manifestazione nazionale e uno sciopero generale – che individua il Settore SATI del Corpo Nazionale VV.F., come un possibile sbocco occupazionale, in quanto carente di circa 800 unità.

Abbiamo cercato e stiamo cercando, sia sul piano politico-sindacale, che tecnico – e senza fanfare o proclami – di trovare una possibile soluzione e, in tal senso, manterremo alto il nostro impegno e terremo tutti informati di ogni evoluzione, ma senza alimentare improbabili illusioni, poiché le difficoltà cui far fronte, sia normative, che politiche, sono sempre state e sono ben note e non si risolveranno sminuendole, nascondendole o, peggio ancora, cavalcandole.

Quanto fin qui esposto è il nostro pensiero sul quale siamo pronti a confrontarci comunque e con chiunque, a patto che non ci si chieda di garantire risultati e soluzioni che non sono nella nostra piena disponibilità, ma ci si chieda di continuare ad assicurare, come sempre abbiamo fatto, la nostra massima sollecitudine affinché le lavoratrici ed i lavoratori del Corpo VVF abbiano la valorizzazione, i riconoscimenti e le tutele che meritano ed a cui hanno assolutamente diritto.
 
Adriano Forgione – Danilo Zuliani.

 

 
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