Sanità: sindacati medici, protesta non si ferma, sciopero generale 16 dicembre

03 Dicembre 2015

Sanità: sindacati medici, protesta non si ferma, sciopero generale 16 dicembre

Comunicato Stampa

ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI –
FVM – FASSID (AIPAC-SIMET-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-
ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL MEDICI – FIMMG – SUMAI – SNAMI – SMI –
INTESA SINDACALE (CISL MEDICI-FP CGIL MEDICI-SIMET-SUMAI) – FESPA – FIMP
– CIPE – ANDI – ASSOMED SIVEMP – SBV

LA PROTESTA DELLA SANITA’ NON SI FERMA:
DOPO LA MANIFESTAZIONE DEI MEDICI, LO SCIOPERO GENERALE

3 dicembre 2015

La manifestazione di sabato 28 novembre ha
rappresentato una straordinaria espressione di senso civico che ha
portato in piazza il disagio di una categoria professionale, centrale in
tutti i sistemi sanitari, cui è affidato il compito di rendere
esigibile il diritto alla salute dei cittadini. E di averlo fatto senza
distinzione di stato giuridico o di collocazione spaziale nel sistema
delle cure, con la guida della Federazione dell’Ordine professionale,
anche per lanciare l’allarme sulla crisi, forse non ancora
irreversibile, della sanità pubblica, la cui esistenza nel prossimo
futuro non è più scontata. La diminuzione del perimetro della tutela
pubblica, infatti, anche a fronte di indicatori economici del Paese che
si descrivono in crescita, alimenta una prospettiva di ulteriore taglio
dei servizi e limitazione dell’accesso alle cure, lasciando meno
personale, e sempre più vecchio, a tenere in piedi quello che resta del
SSN.

In assenza di un confronto programmatico con le istituzioni,
rimangono senza risposta le criticità sofferte ed evidenziate dai
professionisti e dai cittadini, mettendo a rischio la tenuta del
sistema.
La mobilitazione sfocia, così, nello sciopero generale di 24
ore del 16 dicembre e nelle forme di protesta che seguiranno,
declinandosi in richieste chiare anche per il peggior sordo, che poi è
quello che, pur dicendo di sentire, non vuole o non sa ascoltare:
1.
apertura dei tavoli di contratto e convenzioni, non a costo zero, per
valorizzare, dopo 6 anni di blocco, la fatica e la responsabilità del
lavoro professionale, strumenti di governo ed innovazione e sedi di
cambiamenti;
2. abolizione del comma 128 della legge di stabilità, che depaupera la contrattazione aziendale di risorse storiche;
3.
approvazione di un piano di assunzioni e di stabilizzazione di precari,
che affronti la normativa europea sull’orario di lavoro, evitando il
pagamento di pesanti sanzioni alla UE, e la gobba demografica, che vedrà
uscire dal lavoro attivo 13000 medici nel prossimo biennio;
4.
avviamento del confronto sull’articolo 22 del patto della salute, per
rimediare alle condizioni mortificanti e marginalizzanti di esercizio
della professione;
5. aumento della sicurezza delle cure per
cittadini ed operatori, attraverso una legge organica, già approvata da
non trasformare in spezzatini vaganti nel mare della giurisprudenza
italiana;
6. riforma delle cure primarie, nel rispetto del valore del
lavoro e della dignità dei medici, per favorire la integrazione del
territorio con l’ospedale e un concreto rilancio della prevenzione.
7.
cancellare la subordinazione della rete ospedaliera e territoriale alle
facoltà di medicina, prevista dalla legge di stabilità.

Le categorie professionali sono parte della soluzione alla crisi di
sostenibilità del sistema sanitario, per contenere i costi e migliorare
efficacia ed efficienza. Se, invece, si vuole cambiare pelle al SSN, noi
non ci stiamo, e continuiamo a ritenere necessaria una infrastruttura
civile come la sanità pubblica, che non si salva se non insieme a chi
ostinatamente continua a tenerla in piedi.

 
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto