Pa: Cgil Cisl Uil, decreto Camere commercio deve cambiare, 21 novembre in piazza

22 Novembre 2016


Pa: Cgil Cisl Uil, decreto Camere commercio deve cambiare, 21 novembre in piazza

Comunicato stampa unitario

Governo smantella sistema camerale,
protesta a Roma davanti al Mise

Roma, 15 novembre – Riparte la mobilitazione del personale delle Camere di Commercio. Lunedì
21 novembre è in programma a Roma, in via Molise davanti alla sede del
Ministero dello Sviluppo Economico a partire dalle ore 14, una
manifestazione delle lavoratrici e dei lavoratori del sistema camerale
contro il provvedimento di riforma delle Camere di commercio e per la difesa di oltre 2.000 posti di lavoro a rischio tra la rete camerale e Unioni regionali e aziende speciali.
Un’iniziativa
promossa da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl e da Filcams Cgil, Fisascat Cisl
e Uiltucs per sottolineare come, nell’iter di approvazione del decreto
di attuazione della riforma Madia, “il governo, e in particolare il
dicastero dello Sviluppo economico, non abbiano ritenuto di cogliere
molti dei pareri offerti dal Parlamento di modifica del provvedimento di
riforma delle Camere di commercio, così come di incontrarci e ascoltare
le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori del settore”.
Per
le categorie del lavoro pubblico e del terziario di Cgil, Cisl e Uil il
governo, “negando il confronto, dimostra come quella delle Camere di
commercio non sia altro che una vera e propria contro riforma col solo
obiettivo di smantellare il sistema camerale”. I sindacati, infatti,
sostengono “l’esigenza di una riforma vera che metta al centro il valore
e l’impegno dei lavoratori coinvolti e l’esigenza di un sistema
camerale come riferimento centrale e insostituibile per rilanciare
sviluppo e crescita nei territori”.
Per
queste ragioni, concludono  Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl e Filcams Cgil,
Fisascat Cisl e Uiltucs, “ci opponiamo al provvedimento in fase di
approvazione e saremo in piazza lunedì 21 novembre: il decreto nei suoi
prossimi passaggi deve radicalmente cambiare, il governo deve tornare
sui suoi passi e tenere conto delle proposte che abbiamo fatto, e che il
Parlamento ha accolto, a partire dalle necessarie misure di
salvaguardia dei livelli occupazionali del sistema camerale”.

 
 
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