Province: Fp Cgil, domani al voto enti al collasso

09 Gennaio 2017

Province: Fp Cgil, domani al voto enti al collasso

‘Invertire declino per difendere lavoro e servizi ai cittadini’

Roma, 7 gennaio – Avvolte dal silenzio, domani (domenica 8 gennaio) si terranno le elezioni per il rinnovo di 38 consigli provinciali.
Non solo: altre cinque province andranno al voto tra il 9 e l’11
gennaio, l’ultima il 29 gennaio. Così, con le 27 province che hanno
votato tra settembre e dicembre e le cinque che lo hanno fatto lo scorso
anno, saranno rinnovati gli organi di 76 delle nuove Province delle
Regioni a Statuto ordinario con elezioni di secondo livello. Eppure,
osserva la Fp Cgil Nazionale, “il silenzio che si registra è metro di
misura del baratro nel quale sono precipitate le Province e Città
metropolitane, a due anni e mezzo dall’approvazione della legge Delrio e
nella indeterminatezza generata dall’esito del referendum
costituzionale del 4 dicembre scorso”.

Ma soprattutto, rileva la
Funzione Pubblica Cgil, “le Province sono in una situazione di collasso
economico, impossibilitate come sono a predisporre i bilanci per
quest’anno a causa dei ripetuti tagli a cui sono state sottoposte”. Una
vera e propria emergenza con effetti pesanti sui lavoratori e sui
servizi offerti ai cittadini. Se con il decreto Milleproroghe – ricorda
il sindacato – si è, a pochi giorni dalla scadenza, garantita la proroga
per i contratti precari in scadenza a fine anno, per la categoria dei
servizi pubblici della Cgil “le condizioni in un cui versano i
dipendenti rimangono complesse, specie per coloro che subiscono
decurtazioni al salario in ragione dello sforamento del patto di
stabilità”. Insomma, seppur al voto, province nel baratro e con
prospettive al momento nere.

Riallocate le funzioni non fondamentali, con il varo di specifiche leggi regionali, alle Province resta il perimetro delle funzioni fondamentali: viabilità, edilizia scolastica e ambiente.
Su questi tre aspetti la Fp Cgil Nazionale ha raccolto dati dai quali
emerge una situazione “profondamente compromessa”. Sulla viabilità,
su di una rete di oltre 13 mila chilometri delle Città Metropolitane,
il numero di addetti alla manutenzione è passato da 1.095 nel 2008 a 708
nel 2016, per una riduzione di oltre il 35%; la spesa per la
manutenzione ordinaria è scesa del 68% passando da 56 milioni a 18
milioni, quella per la manutenzione straordinaria crollata da 148
milioni nel 2008 a 23,5 milioni nel 2016, per una riduzione dell’84%. I
mezzi disponibili sono scesi da 885 nel 2008 a 632 nel 2016 e la stima
sui tempi di rinnovo delle pavimentazioni passa da una forchetta di 5-10
anni medi del 2008 a 10-60 anni del 2016.

Per quanto riguarda l’edilizia scolastica,
invece, le Province gestiscono una mole di istituti scolastici di
scuola secondaria ripartiti in 5.389 edifici, pari al 13% del totale
degli edifici scolastici italiani. Scuole che accolgono oltre 2 milioni e
mezzo di alunni, di cui 60 mila con disabilità. Il numero di edifici
sottoposti alla manutenzione è passato, nel corso degli ultimi dieci
anni, da circa 4 mila a circa 5 mila e 400. Eppure la spesa, secondo una
stima della Fp Cgil, su questo capitolo continua a calare, di circa il
20% tra il 2013 e il 2015. Infine, sull’ambiente, il personale di
Polizia provinciale, impegnato in questo segmento, è passato dal 2008
al 2016 da 2.700 dipendenti a 709, calo che ha interessato l’intero
personale addetto alla tutela ambientale, sceso nello stesso periodo di
riferimento di oltre il 17%.

Dati che dimostrano come si renda
“sempre più difficile garantire un servizio adeguato”. Per queste
ragioni la Fp Cgil chiede “l’azzeramento dell’ulteriore taglio di un
miliardo, al quale sono sottoposti questi enti, previsto per il 2017,
così come di restituire alle province e città metropolitane le stesse
capacità assunzionali riconosciute al sistema delle autonomie locali e,
infine, procedere alla stabilizzazione di tutto il personale precario,
con particolare riferimento a quello impegnato sui centri per
l’impiego”. Ma se queste sono azioni immediate, per la Fp Cgil è
necessario in prospettiva “integrare le funzioni fondamentali con altre
che per loro natura ormai non possono non essere amministrate se non in
forma sovra comunale, rendere  obbligatorio ai comuni  il ricorso a
Province e Aree metropolitane come ente di supporto per la gestione
amministrativa del personale, per gli acquisti centralizzati, e le
selezioni concorsuali e, infine, rivedere il sistema di elezione della
governance”. Un modo, conclude la Funzione Pubblica Cgil, “per invertire
il declino al quale pare siano condannate queste istituzioni,
un’esigenza non solo dei lavoratori coinvolti ma anche per quel
complesso di diritti e di servizi alle comunità che rappresentano”.

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