Giustizia: Unitaria al Ministro Orlando su indennità penitenziaria

15 Novembre 2017

Al Ministro della giustizia On. Andrea Orlando
e p.c. Al capo Di Gabinetto Dott.ssa E. Cesqui
Al Capo DAP Dott. S. Consolo
Al capo DGMC Dott.ssa G. Tuccillo

Numerosi sono stati gli interventi che le scriventi OO SS negli ultimi due anni hanno posto in essere riguardo alla tematica della decurtazione della indennità penitenziaria al personale del comparto ministeri in conseguenza delle assenze per malattia, rappresentando come nell’amministrazione penitenziaria e in quella della giustizia minorile e di comunità sia divenuta oramai una problematica così grave che rischia di inficiare l’equilibrio dell’integrazione anche operativa tra le tre anime professionali che caratterizzano questa realtà, quella afferente al personale contrattualizzato e quelle del Corpo di polizia penitenziaria e della dirigenza penitenziaria, anime che operano nello stesso contesto e che condividono la stessa mission istituzionale benché appartenenti a comparti contrattuali diversi. Ebbene la peculiarità del penitenziario, le specificità operative e professionali di tutti i lavoratori di questo settore, comparto sicurezza e comparto ministeri, furono riconosciute dal legislatore che con interventi normativi estese negli anni ’70 l’indennità di servizio penitenziario, di cui era già beneficiario il personale c.d. “civile”, a quello del Corpo degli Agenti di Custodia – oggi Corpo di polizia penitenziaria – proprio per rafforzare tra i lavoratori l’appartenenza al mandato istituzionale e la condivisione operativa, benché con apporti professionali differenti nella loro specificità, nel medesimo contesto, delicato e complesso, quale quello dell’esecuzione penale (interna, esterna e minorile). La decurtazione della indennità di servizio penitenziario, indennità assimilabile alla struttura retributiva fondamentale perché corrisposta per tredici mensilità ed utile ai fini della quiescenza, sta avvenendo per il solo personale del comparto ministeri in applicazione dell’art.71 D.L. 25/6/2008 n.12 convertito in L.n.133 del 6/8/2008, dell’orientamento applicativo dell’ARAN nonchè dei rilievi formulati dal MEF. In virtù di tali fonti normative l’amministrazione, nonostante le circolari emanate negli anni precedenti e gli sforzi posti in essere di recente al fine di affermare la genesi della indennità in questione e, quindi, la sua non decurtabilità, sta operando le ritenute per assenze per malattia e, da quello che risulta, si accinge a recuperare le somme dovute anche in via retroattiva ossia dal 2008. Tutto ciò, per quanto esposto, ci sembra davvero inaccettabile e sta determinando un danno fortissimo nonché grande apprensione tra i lavoratori del DAP e del DGMC. CGIL CISL e UIL , tanto premesso, ribadiscono la necessità di un Suo autorevole intervento finalizzato a dirimere questa problematica che può risolversi solo con un provvedimento normativo volto a riconoscere pari dignità a tutti i lavoratori penitenziari. Le scriventi organizzazioni sindacali, in caso di negativo riscontro, si riservano l’adozione di ulteriori e più pregnanti iniziative di lotta.
Roma, 15 novembre 2017

FP CGIL             CISL FP             UIL PA
Chiaramonte       Marinelli           Colombi

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