Sicurezza/DAP: Comunicato sulla riunione sulla riforma dell’ordinamento penitenziario

09 Gennaio 2018

COMUNICATO 
Riunione al Ministero della Giustizia 
sulla riforma dell’ordinamento penitenziario 

Si è tenuta nella serata di ieri una riunione al Ministero della Giustizia sulla riforma dell’ordinamento penitenziario. Per la parte pubblica hanno partecipato all’incontro il sottosegretario Migliore, il Capo di Gabinetto, il vice Capo di Gabinetto e il vice Capo del Dap, per la parte sindacale le organizzazioni rappresentative del personale di Polizia Penitenziaria. La riunione si è aperta con una illustrazione, a grandi linee, del decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri in data 22 dicembre 2017. Come noto il decreto introduce una serie di disposizioni volte a riformare l’ordinamento penitenziario ed ha come finalità quella di ridurre il ricorso al carcere, diminuire il sovraffollamento detentivo, assegnando la priorità del sistema penitenziario alle misure alternative alla detenzione, potenziare il trattamento e ampliare le competenze della Polizia Penitenziaria. A tal fine sono state apportate modifiche al sistema dell’assistenza sanitaria, con particolare riguardo alla visita di primo ingresso e alla gestione dei soggetti con malattie di natura psichiatrica, alla semplificazione dei procedimenti, soprattutto rispetto all’accesso alle misure alternative alla detenzione, all’eliminazione di alcuni automatismi e preclusioni nel trattamento penitenziario, dando maggior rilevanza alla valutazione del giudice, all’accesso alle misure alternative alla detenzione, in particolare su affidamento in prova ai servizi sociali e detenzione domiciliare, al sistema del volontariato in carcere, al trattamento penitenziario, in particolare sulla permanenza all’aperto, sul vitto, sulla libertà di culto, sull’istruzione e sulle detenute madri, a valorizzare il ruolo della Polizia Penitenziaria, ampliando lo spettro delle sue competenze. Su quest’ultimo punto è stato specificato che sono state apportate modifiche alla Legge 395 del 1990, con particolare riguardo ai compiti istituzionali novellati all’articolo 5, aggiungendo che in materia di misure alternative alla detenzione la Polizia Penitenziaria contribuisce a verificare il rispetto delle prescrizioni previste dalla Magistratura di Sorveglianza. Nel suo intervento la FP CGIL ha evidenziato come fosse difficile esprimere un giudizio su un tema così importante e delicato, senza aver ricevuto il testo del decreto legislativo. Su questo punto ha chiesto immediatamente alla parte pubblica di inviare una copia del decreto a tutte le organizzazioni sindacali e di convocare i rappresentanti di tutti i lavoratori che operano nel sistema carcere, visto che gran parte dei temi cardine della riforma riguardano anche loro. Per questo motivo, auspicando che quello di ieri sia stato un primo incontro preliminare, a cui ne seguiranno altri in cui si potrà entrare nel dettaglio delle modifiche apportate all’ordinamento penitenziario, abbiamo dato un giudizio su quel poco che ci è stato illustrato. Innanzi tutto abbiamo sottolineato che, anche al fine di evitare speculazioni su temi che non hanno nulla a che vedere con le riforme che ci sono state illustrate ieri, è necessario aprire con urgenza il tavolo di confronto, precedentemente chiesto al Ministro della Giustizia, sul tema della sicurezza sul posto di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria, con particolare attenzione al tema delle aggressioni subite, che da qualche anno sono in costante aumento. Detto questo abbiamo sottolineato che continuiamo a sostenere i principi cardine che hanno ispirato la riforma in questione. Soprattutto in questo momento in cui la popolazione detenuta è nuovamente in aumento, adottare misure finalizzate a diminuire il sovraffollamento detentivo, rendendo preminente il sistema delle misure alternative alla detenzione e considerando il carcere solo una extrema ratio per i soggetti che sono pericolosi per la società, è l’unica via da seguire per affrontare un problema che nessun governo è stato in grado di risolvere. A tal proposito, per quello che abbiamo potuto sentire ieri, non ci preoccupano gli interventi normativi che ci sono stati sommariamente illustrati, ma gli effetti che avranno sui carichi di lavoro del personale che rappresentiamo. Questo perché, ampliare le competenze della Polizia Penitenziaria in un momento in cui l’organico del Corpo è stato ridotto con la legge Madia di circa 5000 unità, risulta difficile. Per questo motivo, se si vuole veramente dare gambe a questa riforma, bisogna utilizzare le risorse stanziate nella legge di stabilità per assumere personale di Polizia Penitenziaria, aumentare i fondi destinati alla sua formazione e consentire di colmare le carenze di organico che si registrano negli istituti penitenziari e nell’esecuzione penale esterna, dove il personale a disposizione attualmente non basterebbe neanche per garantire la sicurezza delle strutture. Per quanto sopra esposto abbiamo chiesto di proseguire il confronto con il Ministro al fine di approfondire le tematiche illustrate. La proposta della Fp Cgil è stata accolta dalla parte pubblica che ha annunciato che prima della convocazione del prossimo incontro sarà inviata una copia del decreto e saranno previsti confronti anche con le organizzazioni sindacali degli altri comparti interessati.
Vi terremo costantemente informati sugli sviluppi della vicenda.

Il Coordinatore Nazionale
Fp Cgil Polizia Penitenziaria
Massimiliano Prestini

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