Aborto: il caso della donna di Napoli – Comunicato Stampa

18 Luglio 2011

Aborto: il caso della donna di Napoli – Comunicato Stampa di Rosa Pavanelli, Franca Peroni, Rossana Dettori Segreteria Naz. Fp Cgil

Una sola parola ci viene in mente per qualificare l’improvvisato processo inquisitorio al quale 7 agenti in divisa hanno sottoposto, nelle corsie del Policlinico di Napoli, una donna appena sottoposta ad intervento per un aborto terapeutico.

BARBARIE.

Come altrimenti si può definire la violenza con cui questa donna, psicologicamente provata per avere dovuto rinunciare ad una gravidanza desiderata, fisicamente indebolita dall’intervento chirurgico appena subito, è stata accusata di infanticidio e costretta a “riconoscere” il feto appena estratto dal suo corpo, sulla base di una telefonata anonima?

La vigliacca delazione prevale sul rispetto della persona, sul principio di cautela nell’azione delle istituzioni che, in questo caso né il magistrato di turno, né le forze di polizia, né i dirigenti dell’azienda ospedaliera hanno tenuto in conto.
A quando le lapidazioni in pubblico?

Può essere un caso, ma non si può tacere il sospetto che si sia trattato di un’operazione in qualche modo preventivata, immaginata come azione dimostrativa a sostegno dell’ondata fanatica e misogina che da mesi attraversa l’Italia e che sta infiammando in maniera insensata il confronto elettorale.

All’alba del terzo millennio, nel paese che fu culla del diritto, né diritto né etica sembrano più avere asilo.

Violato il diritto alla tutela della salute della donna, violato il suo diritto alla privacy, violato il rispetto di una legge nazionale, la 194, che ha contribuito a diffondere anche in Italia la cultura della maternità consapevole e a cancellare la piaga dell’aborto clandestino.

Non c’è etica nelle parole e nei comportamenti dei profeti che predicano la difesa della vita dei nascituri disprezzando la vita delle donne viventi.

E non stupisce che siano per lo più maschili le voci che alimentano il coro del diritto alla vita del feto, il progetto di cancellare la legge 194, l’idea di tornare ad imporre la volontà dell’uomo sul corpo della donna.

A tutti questi uomini, giornalisti, politici, medici, magistrati, poliziotti, religiosi, di qualsiasi credo e qualsiasi divisa, un solo invito: tacete!

Le donne non subiranno in silenzio la violenza che si vuole imporre loro e sapranno, anche in questa campagna elettorale, valutare la trasparenza di chi nelle parole e nei fatti lavorerà per garantire la dignità delle donne, per affermare la cultura dei diritti, per salvaguardare la laicità dello Stato.

Esprimiamo la nostra solidarietà alla vittima di questa aggressione ed auspichiamo che gli organi preposti avviino un’inchiesta per individuare e punire i responsabili di quanto avvenuto.

La Segreteria della Funzione Pubblica CGIL, infine, aderisce alla manifestazione indetta a Napoli per domani 14 febbraio ed invita le compagne a partecipare alle iniziative programmate in numerose città.

Roma, 13 febbraio 2008
 
 

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