Riforma sanità penitenziaria: Firmato il Decreto del Presidente del Consiglio

18 Luglio 2011

Riforma sanità penitenziaria: Firmato il Decreto del Presidente del Consiglio – dichiarazione stampa di Rossana Dettori Segretaria Nazionale Fp Cgil

Ieri il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto per il passaggio delle funzioni di assistenza sanitaria in carcere dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale.

Di seguito la dichiarazione stampa di Rossana Dettori, segretaria nazionale Fp Cgil.

Riforma sanità penitenziaria: un atto di civiltà.  Ora si operi per la sua concreta applicazione.

Con la firma del Presidente del Consiglio si da avvio al processo di trasferimento delle funzioni di assistenza sanitaria in carcere dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale.

Una riforma che il sistema penitenziario italiano aspettava da decenni e che di fatto rappresenta il più importante intervento legislativo sulla condizione carceraria dalla Gozzini in avanti: sancire l’universalità del diritto alla salute anche per le persone momentaneamente private della libertà personale è la più grande affermazione della supremazia dei diritti di cittadinanza sui bisogni di contenimento carcerario.

Per gli attuali 52.000 detenuti la riforma sancisce la parità di trattamento con i cittadini liberi e garantisce interventi a tutela della salute nelle carceri in maniera complementare ed organica all’obiettivo più generale della risocializzazione dei condannati.

Ora Regioni, Aziende Sanitarie, Comuni, istituzioni centrali ed istituti penitenziari dovranno operare in sinergia per realizzare condizioni di protezione della salute iniziando dalle conoscenze epidemiologiche tipiche del regime detentivo per passare a vere e proprie azioni di promozione della salute: particolare importanza assumeranno l’attività fisica, l’alimentazione, il contrasto all’abuso di alcool ed alle dipendenze da fumo, la garanzia di salubrità degli ambienti di vita e il rispetto della legge sulla sicurezza dei luoghi, di lavoro e di vita.

Una particolare attenzione dovrà essere rivolta a quelle patologie che comportano interventi a lungo termine (HIV, malattie mentali, tossicodipendenze ecc) e risulterà indispensabile attivare sistemi di valutazione della qualità dell’intervento a cominciare dall’utilizzo della farmaceutica e della diagnostica.

Una legge che interessa anche più di 5.000 operatori sanitari fra dipendenti di ruolo del Ministero della Giustizia e professionisti sanitari con contratti atipici che con la firma del decreto transiteranno alle dipendenze del servizio sanitario nazionale migliorando non solo le proprie condizioni di lavoro, ma anche la necessaria autonomia dell’intervento sanitario dalle costrizioni della detenzione.

Per alcuni di loro, da anni sottoposti ad un regime di convenzione senza diritti e prospettive, si potranno anche aprire verifiche su processi di stabilizzazione del rapporto di lavoro, oltrechè, immediati miglioramenti delle condizioni di lavoro.

Roma 2 aprile 2008  
 

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