Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici e di Achille Passoni, segretario confederale CGIL
Le nuove norme sulla libera professione intramoenia non rappresentano una semplice ulteriore proroga, ma un provvedimento innovativo a vantaggio dei cittadini e dei medici.
I cittadini potranno avere una maggiore trasparenza nelle prestazioni, nelle prenotazioni, nelle tariffe e nelle ricevute, nonché la garanzia di una risposta entro le 72 ore dalla richiesta per le urgenze differibili, senza essere più costretti a rivolgersi alla libera professione.
I medici pubblici potranno svolgere attività libero professionale negli ospedali, migliorando la qualità del lavoro.
Incredibile e inaccettabile è invece l’introduzione di un “articoletto” – che riguarda alcune decine di dirigenti del Ministero della Salute – in un contesto del tutto improprio e che opera un intervento legislativo su materia prettamente contrattuale. In più ciò comporterà una confusione gestionale ed un ingiustificato aggravio dei costi nel momento in cui il Governo chiede sacrifici contrattuali nel pubblico impiego.
Con l’approvazione definitiva del nuovo sistema di intramoenia si conclude quindi positivamente una vicenda aperta da troppi anni. Rimangono ancora da affrontare il tema della valorizzazione e della obbligatorietà della esclusività almeno per i dirigenti medici con responsabilità gestionali, norma inopinatamente stralciata al Senato, e i temi sollevati dall'”articoletto” su i dirigenti sanitari del Ministero della Salute.
Su questi due temi la CGIL proseguirà con fermezza la sua iniziativa.