Aci: comunicato su accordo Progetti locali

18 Luglio 2011

Comunicato

 
A TUTTE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI ACI

In questi giorni si stanno svolgendo le sessioni di contrattazione decentrata per l’avvio dei progetti locali, di cui al protocollo sottoscritto dalle OO.SS. nazionali in data 18 maggio 2009.
Per rispondere alle richieste che ci sono pervenute dal territorio, e anche per cercare di fare un po’ di chiarezza rispetto ad alcune affermazioni che sono state fatte sull’argomento, riteniamo opportuno puntualizzare alcuni aspetti.

L’Accordo sui progetti locali prevede che, a partire da una situazione iniziale rilevata con l’indagine condotta all’inizio del 2009, si tenda, attivando la progettazione locale, al miglioramento delle criticità emerse impegnandosi quindi per aumentare “IL GIUDIZIO MEDIO COMPLESSIVO” che è il parametro di riferimento.
L’obiettivo generale è quello di portare tutti gli uffici dell’Ente verso un livello di maggiore soddisfazione degli utenti e in particolare di elevare verso “la media nazionale” quegli uffici che risultano molto al di sotto della stessa.
Proprio per questo è prevista la possibilità, per le strutture con un giudizio medio complessivo pari o superiore alla media nazionale, di percepire comunque, ANCHE IN CASO DI DECREMENTO, una quota rilevante del Fondo.
Naturalmente le percentuali di accesso al Fondo tengono conto del fatto che risulta più oneroso aumentare la valutazione quando questa è già molto alta.
Va poi rammentato che questo Fondo è specificatamente volto a retribuire il miglioramento del servizio attraverso progetti mirati. Esistono nel Contratto Integrativo altri fondi destinati a valutare e premiare l’efficienza e la produttività degli Uffici. Nell’ambito della contrattazione integrativa 2009 si sta lavorando ad una revisione degli stessi per renderli più coerenti con l’attuale organizzazione del lavoro.
Non è quindi assolutamente corretto considerare le risultanze dell’indagine come una “classifica” degli Uffici Provinciali, non è questo lo spirito con il quale va interpretata quella che può considerarsi solo una “fotografia” dello stato attuale, un punto di partenza per produrre un miglioramento, che deve essere valutato dai cittadini.
Con quale metodologia? Quella della indagine di customer satisfaction è una delle più utilizzate per verificare il gradimento dei servizi da parte dei cittadini-utenti.
In Aci è stata fatta una gara, con apposito capitolato nel quale sono stati definiti i criteri, i tempi, le modalità di somministrazione dei questionari ecc., per affidare l’incarico a una società specializzata nel settore.
Posto che ogni iniziativa può essere migliorata in seguito alla verifica sul “campo”, riteniamo importante aver introdotto uno strumento di valutazione direttamente affidato ai cittadini e che ci indica quali sono gli ambiti concreti su cui intervenire anche a livello organizzativo.

E’ evidente che non pensiamo che si possano risolvere tutti i problemi della P.A. in questo modo, anche se riteniamo che il sindacato e i lavoratori debbano svolgere il proprio ruolo. Infatti la FP CGIL si è opposta, e continuerà a farlo, con decisione alle politiche di governo che intervengono con tagli ulteriori alle risorse destinate alla P.A., con tagli sugli organici e sui servizi.

Proprio per questo motivo non abbiamo firmato i recenti rinnovi contrattuali, perché non prevedevano adeguati aumenti sulla parte economica e tagliavano i fondi per il salario accessorio (con una promessa di recupero entro giugno 2009 di cui ancora non si sa nulla), abbiamo contrastato la legge 133/2008 (Brunetta/Tremonti) per i contenuti fortemente vessatori nei confronti dei lavoratori pubblici e la legge 15/2009 (la cosiddetta legge per “l’efficienza” della P.A. di Brunetta) che vuole riportare il lavoro pubblico indietro di 50 anni, smantellando la contrattazione e la rappresentanza sindacale dei lavoratori pubblici.

Per maggiore chiarezza, sottolineiamo inoltre che l’Accordo sui progetti locali non ha nulla a che fare con il progetto Emoticons.

Quest’ultimo, infatti, è un progetto proposto dal Ministero della Funzione Pubblica al quale l’ACI ha deciso unilateralmente di aderire, sul quale abbiamo già avuto modo di esprimere le nostre perplessità e che comunque non dovrà avere nessun riflesso sui lavoratori.
 
 
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Ieri, in occasione di un evento Federativo, l’Aci ha invitato a partecipare il Ministro della Funzione Pubblica Brunetta il quale ha espresso l’intenzione di continuare nella sua opera di “rivoluzione” all’interno della Pubblica Amministrazione, opera iniziata con la lotta all’assenteismo che, a suo dire, ha prodotto la riduzione drastica del fenomeno ed è proseguita con l’approvazione della Legge 15/2009 di cui in questi giorni è in sede di approvazione il decreto attuativo.
Rispetto a questo, dopo aver espresso la sua valutazione positiva nei confronti di una Amministrazione efficiente e moderna come la nostra, costituita in rete, quindi enormemente favorita in una crescita futura di competenze, ha sottolineato che proprio amministrazioni di questo tipo dovranno fare da “apripista” nell’applicazione dei principi cardine che improntano il decreto attuativo.
Ha inoltre dichiarato di non essere contrario al sindacato in generale ma ad un sindacato conservatore e conflittuale che non sia in grado di tutelare, a suo dire, gli interessi dei cittadini oltre che quelli dei lavoratori. Ci chiediamo come sia possibile ad un sindacato completamente snaturato, come prevede l’Accordo sulle regole per il rinnovo dei contratti, e privo di materie di contrattazione, come prevedrebbe lo schema di decreto di attuazione della legge 15 se così approvato, tutelare i soggetti interessati e cioè lavoratori e cittadini.
La FP CGIL ha ritenuto da sempre quale obiettivo principale della sua attività quello di ottenere migliori condizioni per le lavoratrici e i lavoratori pubblici e il raggiungimento di un livello di efficienza della Pubblica Amministrazione capace di garantire servizi pubblici di qualità. Questo perché riteniamo che una Pubblica Amministrazione efficiente misuri il livello di civiltà di un Paese, essendo capace di garantire a tutti i diritti di cittadinanza intendendo con questa espressione la possibilità di accedere all’istruzione e alla conoscenza, avere garantito il diritto alla salute, alla giustizia, alla sicurezza, eccetera.
Questo vale, secondo noi, per tutte le amministrazioni pubbliche e quindi anche per il nostro Ente per il quale abbiamo rivendicato una funzione sociale nel campo della mobilità che, se ci fosse un vero progetto strategico di rilancio del suo ruolo pubblico, dovrebbe essere ancor più enfatizzata attraverso lo sviluppo e l’ampliamento delle attività istituzionali e delegate.
E’ evidente che questo processo non può essere avviato senza la partecipazione dei lavoratori, attraverso chi li rappresenta ai tavoli di contrattazione, né attraverso politiche vessatorie e demagogiche.

Roma, 19 Giugno 2009

FP CGIL ACI
Derna Figliuolo

 
 
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