Agenzia del Territorio e Entrate: Verbale dell’assemblea dei lavoratori di Bari

18 Luglio 2011

Verbale dell'assemblea dei lavoratori del 6/5/2010

Funzione Pubblica CGIL
Metropolitana e Provinciale di Bari

Dopo la presentazione del coordinatore provinciale dell’Agenzia del Territorio Pino Tamma prende la parola il segretario della FP CGIL Antonio Ventrelli che riferisce sull’esito delle riunioni ad oggi tenutesi tra l’Amministrazione, le OO.SS. territoriali e la RSU, e che hanno portato all’attuale situazione conflittuale.
Il segretario riferisce dell’atteggiamento responsabile tenuto dalla delegazione FP CGIL e dalla RSU che hanno sollecitato più volte l’Amministrazione a convocare un incontro per discutere del Budget 2010 e di una migliore organizzazione del lavoro. Nel corso dell’incontro, hanno poi proposto alla parte pubblica un maggior coinvolgimento dei lavoratori su quelli che sono gli obbiettivi assegnati all’Ufficio dall’Amministrazione Centrale (anche attraverso riunioni periodiche), un monitoraggio periodico sul grado di raggiungimento degli obbiettivi, una organizzazione del lavoro più flessibile che sia in grado di sopperire alle criticità che si dovessero presentare in ordine al grado di raggiungimento degli stessi. Altrettanta responsabilità è stata dimostrata dai lavoratori che hanno offerto la più ampia disponibilità a collaborare per risollevare il livello di produttività dell’Ufficio Provinciale di Bari (alla luce di quelle che sono le graduatorie pubblicate) ed a sobbarcarsi ulteriori sacrifici profondendo maggiore impegno nelle attività lavorative.
Al contrario, la dirigenza (suscitando sconcerto nella parte sindacale) affermava che non c’erano le condizioni per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Direzione Centrale e tentava di scaricare le responsabilità sui lavoratori dell’Ufficio di Bari. Tra l’altro, non forniva alle OO.SS. tutte le informazioni necessarie ad espletare un’adeguata analisi della situazione in ordine agli attuali livelli di produttività dell’Ufficio. Infatti, i tabulati consegnati alle OO.SS. dall’amministrazione, fornivano informazioni parziali (ad esempio non erano indicati i tempi previsti per l’alta valenza fiscale).
In questo contesto di confronto sulla produttività e sull’organizzazione del lavoro, la parte pubblica ha cercato di distogliere l’attenzione di parte sindacale dagli argomenti in questione (a lei poco graditi in quanto incapace di affrontarli in maniera efficace), sollevando problematiche strumentali sulla fruizione e sulla documentazione giustificativa dei permessi retribuiti ex art. 46 del CCNL – Comparto Agenzie Fiscali.
Al riguardo, la FP CGIL ha evidenziato innanzitutto che l’Amministrazione non può arbitrariamente convertire i predetti permessi retribuiti in altri istituti (come avvenuto), ma deve richiedere prima agli interessati tutte le integrazioni e le certificazioni previste dalle disposizioni vigenti.
Ha precisato, inoltre, che i lavoratori hanno la facoltà, in base alla normativa contrattuale vigente e alle disposizioni previste dalla Legge 133/2008 e dalla Circolare n. 8/2008 del Dipartimento Funzione Pubblica, di fruire i permessi retribuiti di cui all’art. 46 del vigente CCNL a giorni o in alternativa ad ore, comunque sempre nel limite massimo delle 18 ore.
Ha chiarito, altresì, che ai fini della giustificazione dell’assenza di cui sopra è sufficiente, in base alle predette disposizioni, produrre la certificazione rilasciata dalla struttura sanitaria attestante la giornata e l’indicazione della fascia antimeridiana o postmeridiana in cui è avvenuta la prestazione medica.
La FP CGIL ha invitato, infine, l’Amministrazione a non porre in essere interpretazioni arbitrarie, restrittive e forvianti relativamente alla fruizione dei permessi retribuiti ex art. 46 ed a rispettare le disposizioni contrattuali e di legge vigenti, nonché la circolare n. 8 del Dipartimento della Funzione Pubblica.
Alla luce di quanto rappresentato dalla FP CGIL, a cui si sono associate la RSU e le altre OO.SS. presenti, la parte pubblica è stata costretta a rinunciare ad interpretazioni avventurose relativamente alla fruizione dei permessi in questione e si è riservata di formulare apposito quesito agli organi superiori dell’Agenzia del Territorio.
Il Segretario Provinciale della FP CGIL riferisce, inoltre, che nel corso dell’ultimo incontro con la Direzione dell’Ufficio, la R.S.U. e le OO.SS. territoriali hanno chiesto (a seguito della pressante richiesta in tal senso di molti lavoratori) di introdurre oltre all’articolazione oraria su due rientri pomeridiani (già esistente) anche la possibilità per il personale di articolare l’orario di lavoro su cinque rientri pomeridiani (7 ore e 12 minuti giornalieri), così come previsto dalla normativa contrattuale e di legge vigente.
A tale richiesta di parte sindacale il Dirigente ha risposto genericamente che l’attuale situazione dell’Ufficio non consente l’introduzione di altre tipologie di orario di lavoro e che, pertanto, si rende necessario compattare gli orari di tutto il personale. Il Dirigente ha aggiunto, altresì, che qualora la parte sindacale avesse insistito nella propria richiesta, avrebbe ritrattato la fascia di flessibilità di un’ora introdotta a suo tempo (riducendola a trenta minuti) ed avrebbe eliminato l’accantonamento di quindici minuti adottato a seguito dell’ultima contrattazione sull’orario di lavoro.
A seguito di tale risposta della parte pubblica, la FP CGIL e la RSU stigmatizzavano il comportamento della Direzione che, alla legittima richiesta delle OO.SS. di introdurre la tipologia oraria articolata su cinque giorni lavorativi (7 ore e 12 minuti), assumeva un atteggiamento conflittuale e ricattatorio minacciando la limitazione di altri istituti precedentemente contrattati (quali la flessibilità e l’accantonamento di quindici minuti) che, tra l’altro, vanno a colpire le fasce più deboli del personale (quali lavoratori pendolari, lavoratrici madri e lavoratori padri con figli in età scolare e prescolare, portatori di handicap, ecc.).
Tra l’altro, hanno evidenziato che tali tipologie orarie diversificate (due rientri e cinque rientri pomeridiani) sono perfettamente compatibili con le esigenze di servizio, tanto che la quasi totalità delle amministrazioni esistenti sul territorio provinciale (di dimensioni analoghe o superiori), gli altri Uffici Provinciali dell’Agenzia del Territorio a livello nazionale e le due sedi secondarie dell’Ufficio di Bari, le adottano da tempo senza che si sia mai verificato alcun problema di funzionalità ed efficienza delle stesse. Le OO.SS. FLP e RDB si associavano a quanto dichiarato dalla FP CGIL e dalla RSU.
Considerato poi, il perdurare dell’atteggiamento conflittuale e di totale chiusura della parte pubblica, la FP CGIL e la RSU dichiaravano la propria indisponibilità a ricontrattare in termini peggiorativi gli istituti attualmente vigenti (quali la flessibilità e l’accantonamento di quindici minuti), ribadivano la propria legittima richiesta di introdurre anche la tipologia oraria articolata su cinque rientri pomeridiani (7 ore e 12 minuti), decidevano di convocare un’assemblea del personale dell’Ufficio di Bari per valutare l’opportunità di intraprendere un’azione vertenziale al fine di ripristinare corrette relazioni sindacali e tutelare i diritti dei lavoratori.
Ultimato l’intervento, Antonio Ventrelli (Segretario Prov.le FP CGIL) cede la parola a Pino Tamma (Coordinatore Prov. FP CGIL Agenzia del Territorio) che, nel rimarcare il disagio avvertito dai lavoratori dell’Ufficio che non si considerano poco produttivi, evidenzia le responsabilità della Dirigenza che ha relegato l’Ufficio di Bari agli ultimi posti per produttività a livello nazionale.
Ribadisce, inoltre, la volontà dei lavoratori di superare questo momento difficile dell’Ufficio Provinciale di Bari proferendo un sempre maggiore impegno lavorativo.
L’intervento del coordinatore si conclude con la richiesta ai lavoratori di esprimere una posizione ben definita sugli argomenti di cui si discute, in modo da poter prendere le opportune iniziative sindacali forti di un mandato chiaro ed unanime dell’assemblea del personale.
Concluso l’intervento di Pino Tamma (Coordinatore Prov.le FP CGIL Agenzia del Territorio), si sono alternati gli interventi dei lavoratori presenti all’assemblea che hanno evidenziato le ineluttabili responsabilità dei Dirigenti sulla situazione in cui versa l’Ufficio di Bari negli ultimi anni e la professionalità ed il senso di responsabilità dimostrati dai dipendenti che, rifiutando l’accettazione passiva del degrado produttivo in cui versa l’Ente manifestata da alcuni Dirigenti, rimarcano la volontà di proferire un sempre maggior impegno per riportare l’Ufficio a quei livelli produttivi che sono stati soliti per svariati anni.
Dopo ampia discussione, l’assemblea (a cui ha partecipato circa l’80% del personale dell’Ufficio) esprime all’unanimità la seguente volontà:
1) raccomanda alla RSU ed ai rappresentanti della FP CGIL e delle altre OO.SS. presenti, di incalzare la dirigenza per un confronto serio sull’organizzazione del lavoro al fine di riportare l’Ufficio di Bari a livelli di produttività che gli sono consoni per le professionalità esistenti e l’impegno profuso finora dai lavoratori, evitando i tentativi di parte pubblica di distogliere l’attenzione da tale argomento per il quale mostra riluttanza;
2) invita le OO.SS. a sollecitare la Direzione Centrale affinché si adoperi per analizzare più attentamente i parametri su cui si basa la tabella di produttività nazionale. Infatti, da un’analisi più attenta emergerebbe che gli uffici del sud sarebbero meno virtuosi di quelli del nord. Pertanto, è facile ipotizzare che possa esserci qualche parametro penalizzante che falsa il quoziente della produttività ricavato tra prodotti e numero di dipendenti, nonchè le tempistiche lavorative;
3) sollecita la RSU e le OO.SS. a non abbassare la guardia sulla tutela dei diritti dei lavoratori (quali ad es. la fruizione dei permessi retribuiti ex art. 46 del CCNL – Comparto Agenzie Fiscali);
4) invita la RSU e le OO.SS. ad intraprendere un’azione vertenziale nei confronti della Direzione dell’Ufficio di Bari al fine di ottenere l’introduzione di un’articolazione dell’orario di lavoro diversificata su due o cinque rientri pomeridiani (7 ore e 12 minuti), così come previsto dalle vigenti norme contrattuali e di legge, nonché ad innalzare il livello dello scontro a tutela dei diritti acquisiti che la parte pubblica vuole ridiscutere in un’ottica di ricatto.
Alle ore 13,15 l’assemblea si scioglie.

 

 
 

 
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