Agenzia delle Entrate: Documento alle agenzie di stampa sui veri fannulloni …

18 Luglio 2011

Documento alle agenzie di stampa sui veri fannulloni …

 
Roma, 16 marzo 2009

Ai ministri Brunetta e Tremonti
Agli organi di stampa

Dove sono i veri fannulloni?

“Il Fisco è (sempre più clemente) con chi si arrende subito” (Dario Deotto – Il Sole 24 ore del 15 gennaio 2009)
E’ ormai noto che l’art. 27, comma 1, lett. b) del D.L. 29 novembre 2008, n. 185, “Recante misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anticrisi il quadro strategico nazionale”, convertito dalla L. n. 2/2009 ha introdotto la possibilità per i contribuenti di definire gli accertamenti ed accelerare i rapporti tributari prestando adesione ai contenuti dell’invito a comparire. La disposizione è stata giustificata con la necessità di accrescere l’efficienza dell’azione amministrativa ed impedire comportamenti dilatori da parte dei contribuenti.

Adesione immediata ai contenuti dell’invito = maggiori vantaggi per il contribuente (riduzione delle sanzioni e possibilità di rateizzare il pagamento delle somme dovute senza la prestazione di garanzie) e maggiori vantaggi per l’amministrazione che dovrebbe definire in tempi più rapidi la pretesa tributaria.

Ma è proprio così?

Non ci pare. Ci fanno sapere che l’Agenzia delle Entrate non sarebbe ancora in grado di fornire ai propri dipendenti le procedure informatiche per gestire e trasmettere correttamente a sistema i nuovi avvisi di accertamento. Ergo: i funzionari, nello specifico quelli che si occupano di Studi di Settore, devono apportare manualmente tutte le modifiche (e non sono poche) agli avvisi prodotti dalle procedure in uso per adeguare gli atti al nuovo istituto. Conseguenza: un giorno di lavoro contro un’ora impiegata in precedenza, come ci segnala un lavoratore “disperato” che per ovvi motivi resta anonimo, ma di cui raccogliamo la richiesta di aiuto per recapitarlo a chi ha fatto della “campagna contro i fannulloni” il centro della sua azione politica.

Poiché i fannulloni non sono qui, recapitiamo gentilmente a chi di dovere questa missiva.

FP CGIL
Coord.Nazionale Agenzia delle Entrate

Luciano Boldorini


Gentilissimi Sigg.ri Ministri Brunetta e Tremonti,

Vi giunge il muto grido di disperazione che esce dal cuore di tanti funzionari tributari alle prese con gli studi di settore?
No? Allora vi racconto una storia degna di essere scritta da Edgar Allan Poe…
Noi onesti lavoratori della Agenzia ci misuravamo, senza tanti entusiasmi a dire il vero, con gli accertamenti da “studi di settore”. I nostri maghi informatici della SOGEI avevano costruito un programma prezioso, GIADA appunto, che ci permetteva in breve tempo di invitare i nostri sospetti evasori con un minimo dispendio di tempo. Bastava dire al sistema quando volevamo vederli ed ecco che spuntava un bell’invito, pronto per la spedizione..
Poi.. si cambiano le norme, si decide di dare una possibilità in più a chi non ha voluto adeguarsi, e si offre addirittura l’opportunità di non presentarsi proprio….basta pagare prima dell’incontro ..e in premio offriamo le sanzioni ridotte ad un ottavo.
Peccato che i programmi non siano stati adeguati.
E così ci adeguiamo noi. Ci vengono inviate note su note (pagine e pagine !!! Firmate dai nostri Dirigenti Massimi!) e prontuari per “taroccare” l’invito che continua ad essere emesso dal nostro programma obsoleto.
Così noi mettiamo false date di notifica (da modificare successivamente), attiviamo false adesioni, false sottoscrizioni (sempre da annullare), copiamo e incolliamo, tagliamo e aggiustiamo in modo tale che nasca un nuovo invito corrispondente ai nuovi bisogni…
Un giorno di lavoro contro 1 ora impiegata in precedenza……
E per che cosa? Per offrire ai nostri contribuenti di pagare senza discutere (ma in fretta eh! ) con qualche risparmio.
C’è da pensare che non si lasceranno scappare una così succulenta occasione…
Non spetta a noi emanare le norme… ma permetteteci, da tecnici del ramo, di avere qualche perplessità sull’utilità dell’operazione. E COMUNQUE, visto che la SOGEI è pagata dai cittadini, Sigg.ri Ministri , se cambiano le norme, si cambino i programmi, e in fretta. NON POSSIAMO PENSARE che un simile dispendio di energie, una simile istigazione alla “fannullonaggine”, venga dai nostri dirigenti…perciò…bisogna pensare che quanto accade è voluto. Ma se non volete che lavoriamo…ditecelo!!!!

FIRMATO
un lavoratore disperato

 
 
 
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