Agenzie Fiscali: comunicato – le scelte politiche di Cisl e Uil e la loro disinformazione

18 Luglio 2011

Comunicato

 

LE SCELTE POLITICHE DI CISL E UIL E LA LORO DISINFORMAZIONE

     

Il 13 febbraio migliaia di lavoratrici e lavoratori pubblici e privati hanno aderito allo sciopero generale indetto dalla FP CGIL e FIOM CGIL per dire NO alla politica economica del Governo, per difendere il potere d’acquisto dei salari e degli stipendi, per difendere l’occupazione. Più di 700 mila lavoratori hanno riempito Piazza San Giovanni.

Il 9 e il 10 febbraio, al referendum promosso dalla CGIL, i lavoratori delle Agenzie Fiscali, dei Ministeri, degli Enti Pubblici non Economici hanno bocciato con il 94,6% di NO il CCNL biennio economico 2008-2009, sottoscritto da CISL e UIL.

E’ questa la migliore risposta alla ” LETTERA APERTA ALLA CGIL ” di CISL e UIL.

Avevamo chiesto loro di difendere insieme la libertà e la democrazia nei luoghi di lavoro, affinché ogni sindacato potesse esprimere la propria opinione in piena libertà ed autonomia.
La risposta è stata disarmante e foriera di ulteriori ristrettezze degli spazi sindacali, in perfetta sintonia con le proposte del Ministro Brunetta, frutto di una osmosi culturale avvenuta e condivisa.
Nella ” lettera aperta alla CGIL” il dissenso è considerato antidemocratico, il non condividere un accordo è, secondo la CISL e la UIL, giusta causa di esclusione. IN LINEA CON LA VOLONTA’ POLITICA DELL’ATTUALE GOVERNO.

Entrando nel merito delle questioni sollevate da CISL e UIL, è evidente la superficialità con cui vengono affrontate le questioni relative al nuovo indice previsionale di inflazione costruito sulla base dell’IPCA ( Indice dei Prezzi al consumo Armonizzato a livello europeo ). L’indice IPCA NON è nuovo, sono diversi anni ,dal 1996, che viene utilizzato per armonizzare i diversi livelli d’inflazione tra i paesi della zona euro, forse la CISL e la UIL non sanno che il 2008 si è chiuso con un valore IPCA DEL 2,4%, a fronte di una inflazione del 3,4%, il periodo febbraio 1998/ febbraio1999 ha avuto un valore IPCA DEL 1,3 %, Agosto 2007/ agosto2008 del 4,2%, questi sono solo alcuni esempi, ma è la dimostrazione che è perfettamente possibile applicare l’IPCA ai contratti precedenti e verificare la bontà del nuovo modello contrattuale. La nostra contrarietà è relativa al fatto che tale indice, utilizzato come valore economico per i rinnovi contrattuali, viene depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici, vedi petrolio e gas.
Questo indice assume per il settore pubblico un mero valore di riferimento alla luce del fatto che deve in ogni caso muoversi ” nel rispetto e nei limiti della programmazione di bilancio” che avviene preventivamente con il DPEF; il Ministro dell’Economia deciderà il livello di incremento delle retribuzioni, senza più certezze sui valori da assumere come riferimento. Perché questo elemento non viene evidenziato nei comunicati di CISL e UIL?
Perché omettere il particolare importante che l’eventuale recupero dello scostamento tra il valore dell’indice revisionale e quello dell’indice effettivo potrà avvenire solo nel rinnovo contrattuale del triennio successivo, e non durante il triennio di riferimento come stabilito per i contratti dei settori privati? Infatti, il problema che la CGIL ha posto non è stato quello relativo alla durata triennale del CCNL, ma l’eventuale recupero della differenza tra l’inflazione reale e l’indice IPCA.
Perché la CISL e la UIL non informano i lavoratori che il l’IPCA si applicherà alle sole voci stipendiali, e non prendendo a riferimento l’intero ammontare delle retribuzioni, come avviene oggi? Riteniamo questi elementi fondamentali per giudicare se il nuovo modello contrattuale darà garanzie di recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni.

Il documento delle Segreterie Confederali del 24/ 11/ 2007 a cui la CISL e la UIL dicono di fare riferimento, affronta altre questioni: il problema della valorizzazione del lavoro, della necessità della riforma dell’irpef, di ridurre le tasse sugli aumenti contrattuali, la necessità di rivedere la tariffe e i prezzi, ma in esso non viene avanzata nessuna proposta rispetto al nuovo modello contrattuale, tanto meno alla triennalizzazione del CCNL.

ULTERIORE ESEMPIO DI SUPERFICIALITA’ E DISINFORMAZIONE.

Evidentemente la CISL e la UIL facevano riferimento alla piattaforma unitaria “LINEE DI RIFORMA DELLA STRUTTURA DELLA CONTRATTAZIONE”. Questa piattaforma avanzava proposte ben diverse dal nuovo modello contrattuale firmato dalla CISL e UI. Riportiamo alcuni punti essenziali:
– “Obiettivi centrali sono il miglioramento delle condizioni di reddito, di sicurezza e qualità del lavoro dei lavoratori..”
– “l’obiettivo è la realizzazione di un accordo unico che definisca un modello contrattuale per tutti i settori pubblici e privati…”,
– “Compiti fondamentali del Contratto Nazionale, in un’ottica di diritto universale, sono il sostegno e la valorizzazione del potere d’acquisto per tutti i lavoratori di una categoria in ogni azienda e in ogni parte del Paese”
– “conferma di due livelli contrattuali tra loro complementari”,
– “il contratto nazionale del settore pubblico dovrà adottare regole analoghe a quelle del settore privato attraverso opportuni interventi di delegificazione ..”
– “rispetto al realizzarsi di eventuali differenziali inflazionistici vanno definiti meccanismi certi di recupero”

Possono CISL e UIL affermare che questi punti sono stati inseriti nell’accordo sul nuovo modello contrattuale da loro firmato il 22 gennaio?

Sono in grado spiegare perché hanno rinunciato a difendere la piattaforma unitaria, aprendo la strada all’accordo separato?

Possono spiegare perché hanno rinunciato ad una azione esclusivamente sindacale per fare una scelta politica?

I lavoratori aspettano una risposta!

Roma, 17 febbraio 2009

p. la FP CGIL Nazionale
il Coordinatore Nazionale
Agenzie Fiscali
Giovanni Serio 
 

FP CGIL Coord. Agenzia delle Entrate
Luciano Boldorini

 

 
 

 
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