Carlo Podda: Agli aquilani serve un progetto di futuro, Emergenza mai finita, si rischia di dimenticare – Comunicato Stampa

18 Luglio 2011

Agli aquilani serve un progetto di futuro, Emergenza mai finita, si rischia di dimenticare – Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

“Finite le passerelle, spenti i riflettori, bisogna tornare a parlare dei problemi degli aquilani, della loro città e del loro lavoro”. Con queste parole Carlo Podda, Segretario Generale della Fp-Cgil Nazionale, conclude la sua giornata aquilana, iniziata nel Campo Base dei Vigili del Fuoco, proseguita con la perlustrazione della “zona rossa”, e conclusa con un’assemblea di presentazione della mozione congressuale “La Cgil che vogliamo”.

“Nonostante la propaganda del Governo e di Bertolaso, qui l’emergenza non è mai finita. Va costruito un progetto di futuro – aggiunge Podda – va ridata agli aquilani la speranza. Ma qui non ci sono ne risposte, ne finanziamenti”.

“L’Aquila è l’esempio di quanto il sistema pubblico, il lavoro ed i servizi pubblici, possano fare la differenza – continua Podda – possano rappresentare un elemento di coesione e di superamento delle crisi. Qui i Vigili del Fuoco hanno rappresentato lo Stato, nel senso più esteso, rispondendo a tutti i bisogni dei cittadini, fino a quelli più essenziali, accettando di fare lavori che non rientrerebbero nelle loro mansioni. Lo spirito di abnegazione di queste donne e di questi uomini è la migliore risposta alla propaganda sul cosiddetto “fannullonismo”. Aggiungo che quanto accaduto in questa città, la straordinaria risposta del lavoro pubblico nell’affrontare la tragedia, rappresenta esattamente la ragione per cui il sistema di Protezione Civile va mantenuto pubblico. Le privatizzazioni come quella della Protezione Civile servono solo al businness e non ai cittadini. Qui in molti sentono odore di businness, e si sfregano le mani al sol pensiero che una tale quantità di appalti possa essere in un futuro non troppo lontano gestita da una Spa”.

“Il lavoro pubblico è stato una risorsa per gli aquilani. Temo che altrettanto non si possa dire per il Governo che, superata l’emergenza, passato il G8, ha di fatto lasciato nel cassetto le tante promesse fatte. Scopro che gli aquilani devono pagare 27 euro persino per spostare il domicilio ai fini postali, un obbligo a cui sono tenuti. Chiedo a Brunetta e Calderoli: è questa la semplificazione, l’innovazione, la pubblica amministrazione vicina al cittadino? Particolari, certo, ma che fanno capire quanta poca attenzione ci sia nei confronti della vita delle persone in carne ed ossa”.

“Pensare alle case è sacrosanto, ma una comunità va ricostruita a partire dalle sue fondamenta, partendo da economia e lavoro, sapere e servizi. Credo che la politica debba dare risposte e debba trovare soprattutto le risorse. In queste condizioni la città non ha futuro, e credo che sia responsabilità anche del sindacato fare il possibile per non lasciare l’Aquila e la sua ricostruzione agli aquilani. Questa – conclude Podda – è un’emergenza per il paese”.

L’Aquila, 18 Gennaio 2010

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