Comunicato del Segretario Nazionale Alfredo Garzi sulla sigla dell’ipotesi di accordo

18 Luglio 2011

Comunicato del Segretario Nazionale Alfredo Garzi sulla sigla dell'ipotesi di accordo

 

Come sapete martedì 26 febbraio abbiamo siglato l’ipotesi di accordo per il CCNL 2006/2009 del Comparto Agenzie Fiscali, che abbiamo inviato accompagnato dalla nota unitaria con i primi commenti.
Nella giornata di venerdì vi è arrivata la nota, sempre unitaria, per attivare la consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori delle Agenzie Fiscali.
Vogliamo attirare la vostra attenzione sulla necessità di essere presenti nei posti di lavoro del Comparto, per fornire tutte le informazioni sul contenuto dell’accordo e le valutazioni della nostra organizzazione in merito alla conclusione della vertenza.
Per quanto riguarda la parte economica, l’ipotesi di accordo in questione si muove nel solco dell’intesa, con il Governo, di maggio dell’anno scorso. Accordo che ha permesso l’avvio della stagione contrattuale riferita al quadriennio normativo e al biennio economico 2006/2007 e che, nella sostanza garantiva che gli incrementi fossero, anche se solo di poco, superiori a quelli del biennio precedente.
Per quanto riguarda gli altri contenuti dell’accordo sottoscritto il 26 febbraio è giusto ripartire dalla piattaforma presentata in aprile del 2007, per comprendere le differenze, a partire dal fatto che le condizioni politiche erano molto diverse rispetto a quelle odierne. La crisi di Governo ha condotto tutti i negoziati aperti dentro una strettoia, al fondo della quale le possibilità erano solo due: aspettare il nuovo Governo per chiudere l’accordo oppure limitare al massimo gli interventi contrattuali e definire un’intesa oggi (vale la pena ricordare che a differenza dei comparti dei Ministeri e degli Enti Pubblici non Economici, la direttiva per le Agenzie Fiscali è stata inviata all’Aran a novembre).
La prima opzione è stata scartata nel dibattito tenutosi nel Direttivo nazionale della nostra categoria, poiché è apparso chiaro a tutti che non fosse ragionevole pensare che, rispetto al biennio economico 2006/2007, il nuovo Governo, qualunque esso sia, avrebbe definito condizioni più favorevoli di quelle attuali.
Si è proceduto quindi, da parte nostra, su pochi temi: la stabilizzazione di una parte delle risorse fisse e ricorrenti verso l’indennità di Amministrazione; la decurtazione dell’indennità di Amministrazione per malattia inferiore a 15 giorni; la riparametrazione dell’indennità di Amministrazione, lo spostamento in sede di contrattazione di posto di lavoro, del 20% delle risorse per la produttività, un sistema di relazioni sindacali adeguato alle previsioni del referendum. Non dimentichiamo che la controparte si era presentata al tavolo chiedendo limitazioni sulla disciplina del Part-time e della L.104, la creazione della categoria degli Esperti, la possibilità del licenziamento senza nessun legame con il procedimento penale.
Per quanto riguarda la stabilizzazione, la situazione si era modificata poiché le risorse fisse e ricorrenti del FUA erano state destinate, nel periodo successivo alla definizione della piattaforma, ai passaggi interni alle aree definiti con gli accordi integrativi. Ad un certo punto è sembrato ci fosse un’altra strada: la definizione di fisse e ricorrenti di quote che oggi non lo sono. Questa ipotesi è stata definitivamente sbarrata da un intervento formale del Comitato di Settore. Vale la pena, anche qui, ricordare come i vertici delle agenzie abbiano troppo allegramente fatto credere che quel percorso fosse possibile. D’altronde non dovevano essere loro ad assumersene quella responsabilità. Troppo comodo tentare di farsi belli con le disponibilità di altri soggetti.
Di fronte ad una chiusura così importante non potevamo permettere che rimanessero ancora sul tavolo temi come quello del part-time, della 104 e degli Esperti. Quest’ultimo, infatti, non solo avrebbe modificato in peggio il sistema classificatorio ma avrebbe comportato una diminuzione delle disponibilità del FUA.
Quindi, nella fase finale la discussione si è incentrata sulla malattia, sulla disciplina, sul 20%, sulle relazioni sindacali e sulla riparametrazione.
Quest’ultima ha sanato un’ingiustizia rispetto alla retribuzione complessiva delle lavoratrici e dei lavoratori inquadrati nelle vecchie posizioni super o in quelle economiche nuove. Nel sistema di relazioni sindacali abbiamo introdotto norme relative ad eventuali (che purtroppo tanto eventuali non sono) processi di esternalizzazioni nonché di reinternalizzazione. Con la norma del 20% diamo finalmente certezza di ruolo alle RSU, con la possibilità di intervenire in modo diverso sull’organizzazione del lavoro.
Per quanto riguarda la decurtazione dell’indennità di Amministrazione, abbiamo trovato un muro rispetto alla sua eliminazione. Abbiamo quindi provato a rovesciare il principio, intervenendo sul recupero delle somme che, prima di questo accordo, l’amministrazione intascava bellamente.
Da un sistema sanzionatorio proviamo a passare ad un sistema premiante, con tutti i limiti che la situazione presenta, sia perché l’opinione pubblica è continuamente indirizzata contro il lavoro pubblico, sia perché il comparto delle Agenzie è quello che presenta la media più elevata di assenze per malattia (12giorni). Dalle stime che sono state presentate al tavolo, nella situazione data, almeno i due terzi del personale sarebbe coinvolto nel premio di produttività. Il tentativo che proviamo a fare, però, e proprio quello di dimostrare che premiando si ottengono risultati migliori che sanzionando. Per noi l’obiettivo è chiaro: presentarci al prossimo rinnovo con una percentuale di distribuzione maggiore rispetto a quella odierna. Deve essere, altresì, chiaro che l’unica alternativa reale era quella di lasciare tutto com’è oggi.
Per quanto riguarda il sistema disciplinare abbiamo operato una scelta che punta a tutelare le tantissime lavoratrici oneste e i tantissimi lavoratori onesti presenti nel comparto (tutti tranne poche eccezioni), rovesciando l’assunto delle amministrazioni che, infatti, chiedevano mano libera sui licenziamenti. La norma, letta con la necessaria attenzione e senza farsi fuorviare dalla propaganda interessata, definisce tutte le tutele necessarie ad evitare abusi. Si tratta della possibilità di proseguire con il procedimento disciplinare (procedimento che mantiene tutte le tutele precedenti), nel caso ci si trovi di fronte ad un arresto in caso di flagranza di reato (quindi intervento di polizia giudiziaria su ordine del magistrato inquirente), confermato dal GIP (quindi un magistrato diverso da chi conduce le indagini). Appare chiaro che, comunque, anche in caso di evidente gravità non si parla di licenziamento in tronco.
Piuttosto, partendo dalla discussione relativa a questi aspetti, dobbiamo chiedere alle Agenzie un confronto serio sui modelli organizzativi e sui relativi sistemi di controllo, per consentire al personale di poter svolgere il proprio lavoro con la necessaria serenità, creando a priori condizioni di legalità e trasparenza in tutti gli uffici.
Un altro intervento in materia disciplinare, determina l’inasprimento della sanzione in caso di alterchi e passaggio a vie di fatto che coinvolgano anche l’utenza, e in caso di manomissione del sistema di rilevazione delle presenze e/o di attestazioni false. Non sfuggirà a nessuno che si tratta di due fattispecie che devono essere considerate con particolare serietà, perché impattano proprio su due aspetti che sono sotto la lente d’ingrandimento: il rapporto con l’utenza e la presenza in servizio del personale (ci ricordiamo tutti del paginone di Repubblica sulla “signora Pina”?). Quando scegliamo di costruire un’alleanza con i cittadini, anche perché gli unici veramente interessati al buon funzionamento delle pubbliche amministrazioni, dobbiamo essere conseguenti. Comunque anche questo intervento va letto all’interno di tutto il sistema disciplinare, che si poggia, lo ricordiamo, sul comma 1 dell’art. 67 del CCNL 2002/2005, nel quale è affermato il principio di gradualità e di proporzionalità della sanzione rispetto all’infrazione.
E per questi motivi che le identiche norme disciplinari sono state trasposte nelle altre due ipotesi di accordo appena sottoscritte, Autonomie Locali e Sanità, e che il nostro impegno, ma lo stesso impegno è stato dichiarato dall’ARAN, è quello di estenderlo sia ai contratti già sottoscritti (Ministeri ed Enti Pubblici non Economici), sia ai contratti ancora da siglare, senza dimenticare quelli della dirigenza pur in presenza di una normativa diversa.
Presi da una discussione vivace, comprensibilmente vivace per le aspettative sollevate, rischiamo di dimenticare che l’ipotesi si applica integralmente, tranne che per poche norme ancora più favorevoli, alle lavoratrici e ai lavoratori dei Monopoli, i quali, finalmente trovano una positiva collocazione contrattuale.
E’ corretto anche rispondere alla necessità di non trovarsi ancora una volta in una condizione così difficile per la chiusura dei contratti nazionali di lavoro. Vale la pena ricordare che il sindacato aveva chiesto, ed ottenuto dal Governo, un impegno diverso sui tempi di rinnovo dei contratti. Il 9 gennaio avevamo firmato un accordo che definiva, da subito, l’avvio di due tavoli contestuali di confronto: uno per individuare le nuove regole contrattuali, l’altro per definire le linee per la stagione 2008/2009. Non aggiungiamo nulla di nuovo ricordando che la crisi di Governo ha travolto anche questa novità importante per le lavoratrici e i lavoratori. Una novità che per il biennio 2008/2009 doveva portare anche ad un riconoscimento economico diverso rispetto ai bienni precedenti, compreso quello in discussione. Richiesta che sosterremo qualunque sia il Governo che uscirà dalle urne il 14 aprile, anche ricorrendo alla mobilitazione. Mobilitazione che dovrà avere un’adesione maggiore rispetto a quella registrata il 26 ottobre, e che era stata indetta non solo per il biennio 2008/2009 ma anche per chiudere gli accordi relativi al 2006/2007 compreso quello delle Agenzie Fiscali. I nuovi dati sull’inflazione, ma soprattutto sugli aumenti dei beni di prima necessità che hanno una ricaduta diversa sulle nostre retribuzioni rispetto a quelle di chi guadagna di più, non ci fanno dimenticare il problema della quarta settimana.
E’ importante, oggi, coinvolgere tutte le lavoratrici e i lavoratori del comparto, in una discussione completa sull’ipotesi di accordo chiedendo loro di esprimersi, assicurando tutte le informazioni necessarie per una scelta consapevole.
Nel difendere l’istituto del referendum, che alcune sigle hanno deciso legittimamente di attivare per i prossimi giorni, occorre però chiarire che sarebbe motivo di confusione una sua gestione da parte delle RSU, poiché farebbe intendere alle lavoratrici e ai lavoratori che quella consultazione è unitaria, mentre la CGIL, insieme a CISL e UIL ha scelto una modalità di consultazione che dia tempo e modo di farsi un’opinione prima di esprimersi.
Il termine previsto per la consultazione, tiene conto della norma che noi abbiamo voluto per dare certezza agli accordi, che prevede la firma definitiva entro 55 giorni dalla sigla. Questo termine scade il 20 aprile. Anche questa data deve far riflettere. Si situa di alcuni giorni dopo le elezioni. Appare ancora più chiaro che non c’era più tempo per temporeggiare, e una decisione a tutela delle retribuzioni dei lavoratori andava presa subito.
Roma, 3 marzo 2008

Il Segretario nazionale FPCGIL
Funzioni Centrali e Agenzie Fiscali

(A.Garzi)

 

 
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto