Comunicato unitario FP CGIL FIT CISL UILTRASPORTI e FIADEL sul decreto legislativo attuativo della delega ambientale di cui alla 308/2004

18 Luglio 2011

Neus

Comunicato unitario FP CGIL FIT CISL UILTRASPORTI e FIADEL sul decreto legislativo attuativo della delega ambientale di cui alla 308/2004

FP CGIL – FIT CISL – UILTRASPORTI – FIADEL
 
Mancano ormai pochi giorni alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legislativo attuativo della delega ambientale di cui alla 308/2004.
Il Testo definitivo approvato lo scorso 10 febbraio dal Consiglio dei Ministri ha chiuso, per ora, il percorso di riforma legislativa ambientale, in totale contrasto con le necessarie garanzie e tutele ambientali indispensabili al Paese.
Questa riforma dell’Ambiente è l’atto finale di una scellerata politica di accondiscendenza alle lobby forti che considerano le regole per la tutela del territorio come un limite ed un problema da eliminare.
L’attacco, ai principi ed alle buone pratiche ambientali, ormai in via di consolidamento nella cultura della gente, distrugge quanto di buono si era fatto, negli anni precedenti, dopo il decreto Ronchi, per un rapporto equilibrato con l’ambiente, sui servizi d’igiene urbana e sulle politiche industriali nel settore dei rifiuti.
E’ utile ricordare che la strada scelta negli ultimi quindici anni è certamente inconfutabile: risultati positivi sulla differenziata, sullo smaltimento, sui comportamenti di ogni cittadino sulla lotta alla criminalità organizzata ed il ripristino della legalità e della trasparenza in un settore con il primato dei guadagni illeciti in Italia, (al secondo c’e lo spaccio di stupefacenti!)
Di segno opposto sono state le politiche,messe in atto con l’adozione del decreto di recepimento della delega ambientale, da parte del Ministero dell’Ambiente; una per tutte la scelta di privatizzare il settore con il pretesto di togliere l’affare dei rifiuti dalle mani della criminalità organizzata.
Peccato che lo si faccia attraverso la mancanza di regole,indispensabili perché chi opera nel settore con una sana gestione, garantisca l’applicazione del contratto collettivo nazionale dell’igiene ambientale, con una univoca tabella dei costi del personale che eviti dumping contrattuale e sociale; senza regolamentazione del mercato e l’eliminazione delle gare al massimo ribasso in questo settore la scelta dei nuovi “padroni” dei rifiuti, è mirata a pagare meno il lavoro e riscuotere di più dai cittadini.
E’ chiaro che, per queste Segreterie Nazionali, il dissenso al Decreto non può che essere forte e deciso, poiché dalla nuova normativa potranno derivare danni non solo al fattore lavoro ma anche alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e un sindacato moderno deve rappresentare anche gli interessi, non solo dei lavoratori addetti ma della intera collettività.
Le problematiche che il territorio dovrà affrontare e che graveranno su tutti i cittadini necessiteranno, per essere sanate, di politiche partecipate e condivise.
E’ per tutte queste ragioni che i lavoratori dell’igiene ambientale hanno scioperato lo scorso 27 febbraio, per affermare un processo di trasformazione del settore da aziende di servizi ad imprese industriali attraverso la salvaguardia di un bene comune come l’ambiente.
La nostra idea si fonda principalmente sul superamento delle frammentazioni gestionali e la creazione di grandi aggregazioni territoriali d’impresa permettendo così di coniugare i processi industriali con lo sviluppo economico sociale sostenibile. Tutto questo deve avvenire anche attraverso il ruolo di verifica e garanzia delle amministrazioni pubbliche e la partecipazione delle parti sociali, soprattutto nei processi di liberalizzazione.
Con queste motivazioni, entrando nel merito dei problemi, le Segreterie Nazionali si sono confrontate in sede CESPA (Comitato Economico e Sociale per le Politiche l’Ambientali) organo consultivo del Ministero dell’Ambiente, proponendo sia politicamente sia con proposte emendative puntuali, modifiche e integrazioni al testo del Dlgs.
Le nostre posizioni critiche sull’intero testo della Delega, il mancato confronto preventivo prima della stesura della stessa e il non accoglimento di buona parte degli emendamenti proposti, ci hanno costretto a proclamare lo sciopero nazionale del 27 gennaio 2006, con due manifestazioni, una palazzo Chigi e l’altra al Ministero dell’Ambiente.
Grazie all’alta adesione allo sciopero e la massiccia partecipazione alle manifestazioni siamo stati ricevuti dal Ministero e dopo una serrata trattativa siamo riusciti ad ottenere un accordo sulla modifica del testo da presentare alle Camere, ottenendo un risultato sostanzialmente positivo sotto l’aspetto delle tutele minime che a livello istituzionale accompagneranno l’applicazione della Delega.
Nel complesso, rispetto al testo originale presentato dal Governo:
a) Si è ottenuto in seno al CESPA un tavolo di consultazione permanente , dove saranno presenti tutte le parti sociali ed economiche, che ci permetterà di confrontarci sugli accordi di programma e sui regolamenti attuativi della delega.
Questi ultimi dovranno far chiarezza su molte lacune, create da un testo approvato troppo frettolosamente negli ultimi mesi di legislatura, senza aver avuto la possibilità di un confronto preventivo, che se avviato sin dall’inizio della stesura del testo, avrebbe prodotto sicuramente dei risultati diversi.
b) Sullo smaltimento dei rifiuti, tramite impianti industriali, viene sostituito il principio della limitazione dei costi con quello del rapporto costi benefici e l’utilizzo delle migliori tecniche disponibili.
c) Viene ricompresa l’attività di spazzamento delle strade nella gestione integrata dei rifiuti, definendo la stessa come modalità di raccolta dei rifiuti su strada, evitando l’esclusione della maggior parte degli addetti dalle tutele indotte dall’appartenenza al ciclo completo superando e migliorando i limiti posti dal recepimento delle direttive europee che nelle proprie definizioni delle attività di gestione non citavano lo spazzamento.
d) Nei limiti del campo di applicazione è stato chiarito che il trattamento delle acque reflue rientra nella gestione dei rifiuti e quindi, la depurazione è parte della gestione dei rifiuti.
e) Si è introdotta la clausola sociale nei cambi di appalto che prevede il passaggio diretto e immediato dei lavoratori al gestore subentrante, mantenendo le condizioni contrattuali collettive e individuali in atto, estendendo questo diritto anche ai lavoratori delle imprese private e delle cooperative non contemplati nel testo precedente.
E’ stato superato il limite temporale della clausola che la rendeva applicabile solo nella prima fase di attuazione della delega, ora è esigibile anche per i successivi cambi di appalto.
f) I Comuni virtuosi, vengono esclusi dall’addizionale del 20% al tributo di conferimento dei rifiuti, applicata agli enti locali che non raggiungono le percentuali minime di raccolta differenziata previste dalla delega.
g) Viene concretizzato il principio del diritto di parità di ruolo e competenze, tra le rappresentanze sindacali dei lavoratori e delle imprese, pertanto nell’albo nazionale e nelle sezioni Regionali, che qualificano e autorizzano le imprese che operano nel settore è prevista per la prima volta la presenza di due rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
h) Nella tariffa sarà prevista anche la copertura dei costi accessori, come lo spazzamento, precedentemente esclusi dall’applicazione della stessa, con il rischio di eliminare questi servizi dalla gestione integrata; vengono interessate dall’applicazione della tariffa non solo le aree scoperte ad uso privato ma anche quelle ad uso pubblico evitando così con la precedente dizione di offrire servizi non coperti dalla stessa.
I criteri generali sulla base dei quali vengono definite le componenti dei costi e viene determinata la tariffa ed eventuali agevolazioni economico-sociali, sono inseriti in apposito regolamento dopo aver sentito anche il CESPA, permettendo così alle rappresentanze sociali un confronto concreto sulla struttura e gli effetti della tariffa.
Purtroppo il Consiglio dei Ministri, lo scorso 10 febbraio, ha stralciato la parte dell’accordo sottoscritto che prevedeva l’obbligo dell’applicazione del ccnl dell’igiene urbana nello schema di contratto di servizio, eliminando così con arroganza un importante risultato ottenuto al tavolo dalle parti e facendo gli interessi dei poteri forti in barba agli impegni presi con migliaia di lavoratori.
Il grave atteggiamento del Governo è frutto di una strategia precisa che, con la sola privatizzazione cancellando le imprese storiche, sane e più efficienti, rischia di consegna il settore a spregiudicati appaltatori colpendo conseguentemente i diritti ed il contratto collettivo dei lavoratori del settore.
Questa è una delle battaglie che proseguiremo a livello istituzionale ma che va condotta anche a livello territoriale con Regioni Province e Comuni.
Oltre a questa problematica che consideriamo gravissima (non solo nel merito, che è fondamentale per gli addetti e per una sana concorrenzialità nel comparto, ma anche nel metodo, che ha visto una palese violazione di un accordo liberamente e consensualmente sottoscritto) resta una valutazione generale negativa su una pseudo riforma che indebolisce le tutele generali e, sul piano degli affidamenti, determina, con la esclusiva scelta delle gare, il rischio di penalizzare proprio le imprese che più di altre hanno nei fatti adottato le migliori pratiche ambientali.
Appare quindi evidente che, come preannunciato anche prima dello sciopero del 27 gennaio, il percorso per modificare il testo del Dlgs., dovrà proseguire con decisione e forza in tutte le direzioni possibili.
Prepariamoci ad affrontare un percorso articolato e non breve in cui dovremmo articolare iniziative diversificate per non subire ma eliminare gli elementi intollerabili e correggere i possibili effetti negativi di una riforma non condivisa.
E’ evidente che il percorso verso l’attuazione della Delega è ancora lungo e deve prevedere una ulteriore fase di partecipazione attiva da parte delle rappresentanze sindacali.
Per questo le Segreterie Nazionali nei prossimi giorni elaboreranno, una piattaforma programmatica di riforma per il settore dei rifiuti da sottoporre alle forze politiche, sollecitando una specifica attenzione al tema e la condivisione delle linee prospettate.
La piattaforma dovrà essere sostenuta in maniera concreta da migliaia di firme dei lavoratori del settore, di cittadini e dal sostegno delle comunità locali.
Un ampio sistema di alleanze e di convergenze politiche sulla riforma del sistema ambientale è il principale strumento capace di creare e sviluppare quella forte sensibilità partecipativa utile alla creazione di quella rete di alleanze indispensabili utile a convincere chiunque, e principalmente il nuovo esecutivo, sulla necessità che l’ambiente venga considerato tra le prime emergenze del paese e vada salvaguardato con una seria riforma organica che ponga le questioni ambientali e dei lavoratori dell’ambiente al centro delle priorità del Paese.
In questo senso va ripreso il dialogo capillare con i lavoratori, per far comprendere e condividere la necessità di essere protagonisti nelle scelte che determineranno il futuro del nostro comparto.

Roma, 3 marzo 2006

LE SEGRETERIE NAZIONALI 

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