Corte dei Conti: Assemblea Nazionale Quadri e Delegati FP CGIL Corte dei Conti – 24 giugno 2011

18 Luglio 2011

 
 

Assemblea Nazionale Quadri e Delegati FP CGIL Corte dei Conti

 
 

Coordinamento Nazionale FP CGIL -Corte dei conti
Pensare agli altri oltre che a se stessi,
al futuro oltre che al presente
Vittorio Foa

Assemblea Nazionale Quadri e Delegati FP CGIL Corte dei Conti
24 giugno 2011
Aula Bonadonna
Roma

 

Quella di oggi è la prima Assemblea Nazionale dei Quadri e dei Delegati della Cgil della Corte dei conti che ci vede riuniti dopo circa cinque anni, l’ultima l’avevamo tenuta subito prima delle elezioni delle Rsu del 2007 che avevano segnato una nostra grande tenuta confermandoci quale secondo sindacato della Corte dei conti.
In quella occasione, sebbene negli uffici centrali della Corte perdemmo un seggio, passando da tre a due, ne acquistammo nelle sedi decentrate (+ 4 in campania, liguria, trentino e veneto) riuscendo quindi a mantenere il secondo posto come sindacato della Corte; in definitiva i seggi ottenuti a livello nazionale furono pari a quelli ottenuti dalla Cisl, 28 contro i 26 del 2004.
In questo lungo periodo che ci divide dall’ultima riunione Nazionale, molte cose sono cambiate: è stato stravolto completamente il rapporto tra le Confederazioni Cgil-Cisl-Uil, di fatto l’unità sindacale ne è uscita a pezzi.
Questa crisi in verità era già avvenuta nel 2006 quando il famoso Patto per l’Italia sottoscritto da Cisl e Uil con il Governo Berlusconi, regalò al centrodestra una preziosa spaccatura che, di fatto, isolava la Cgil.
Tenemmo duro, convinti delle nostre buone argomentazioni; le vicende successive ci hanno dato pienamente ragione sulla politica dei redditi e della difesa del lavoro che era alla base della nostra piattaforma politica: fummo essenziali per la tutela e la difesa dei diritti e degli interessi di tutti i lavoratori.
Arrivò il centrosinistra e Cisl e Uil si riallinearono con la nostra Confederazione ma poco dopo, in seguito alla caduta del governo di centrosinistra (chi non ricorda il famoso voltafaccia di Mastella e la riconferma delle destre al governo del Paese) ecco di nuovo Cisl e Uil defilarsi ed aderire (strumentalmente) alle false promesse del Governo Berlusconi.
Tutto questo, unito alla feroce crisi finanziaria che ha colpito il mondo intero, producendo anche nel nostro paese una notevole riduzione dei posti di lavoro nell’industria ma anche nel pubblico impiego (basti pensare ai precari della scuola), crisi governata malissimo da un governo tutto orientato a tutelare i privilegi delle classi più abbienti, privo di un piano industriale e di aiuto alle imprese e che, contrapponendo strumentalmente i dipendenti pubblici ai lavoratori privati, ha generato un calo di attenzione nei confronti dei sindacati.

Gli iscritti
La Cgil, a livello nazionale, mantiene anzi incrementa gli iscritti e avanza nei consensi, ma non si riesce a erodere in maniera rilevante (e questo per me è quasi un mistero) il consenso alle altre due confederazioni (in verità alla Corte qualche passaggio da Cisl e Uil verso la Cgil c’è stato); ma è più importante il consenso che registriamo tra i nuovi assunti e ciò ci fa ben sperare per il futuro.
La Corte dei conti, infatti, invecchia, di conseguenza molti nostri iscritti sono andati in pensione facendo registrare una flessione del numero degli iscritti specialmente nelle sedi romane, dove le nuove iscrizioni che pure ci sono, (l’ultima risale allo scorso lunedì ed è proprio una nuova assunta) sono in numero inferiore rispetto alle uscite da pensionamento.
Un’eccezione “romana” è costituita dalla Sezione regionale di controllo per il Lazio, dove nell’ultimo anno c’è stato un notevole incremento di iscritti fra i nuovi entrati alla Corte e dove il saldo tra pensionati e new- entry è positivo: qui gli iscritti alla Cgil sono il 33% dei dipendenti.
Nelle sedi decentrate continuiamo ad avere un buon ascolto che spesso si tramuta in iscrizioni; ciò è avvenuto per esempio a Torino, a Potenza, a Palermo (dove la Cgil ha riconquistato finalmente degli iscritti) e dove quindi dovremo costruire un comitato degli iscritti per essere presenti alle prossime elezioni Rsu.
I nostri iscritti sono distribuiti: l’1,00% nella I° area, il 57,00% nella II° area, il 38,59 nella III° area, il 3,41 nella area dirigenza e l’1,00% nell’area magistratura.

Commissione Nazionale Trattante
Il lavoro sindacale alla Corte

Il lavoro svolto a Roma dalla Commissione Nazionale Trattante è stato molto faticoso, si sono comunque ottenuti ottimi risultati.
Voglio qui ricordare per capitoli il grande lavoro svolto in questi anni dalla Commissione a partire:
-dalla preparazione, Settembre/novembre 2007, della campagna per le elezioni ed elezione Rsu,con assemblee in tutta Italia;
-riunioni di contrattazione (decine e decine, forse centinaia) per:
– la sottoscrizione degli accordi sul FUA 2007, 2008;2009;2010
-riunioni in commissioni di lavoro per Il comitato Mobbing;
– per il comitato Pari Opportunità;
– per i progetti finalizzati;
– per i nuovi profili professionali;
– per la distribuzione delle indennità di disagio, etc,etc.
-inoltre contatti giornalieri (migliaia di telefonate e mail) con i colleghi e gli iscritti.
Infine la sottoscrizione definitiva, il 22 novembre 2010, dell’importantissimo protocollo d’intesa per gli sviluppi economici all’interno delle aree che, iniziato nel lontano ottobre 2007, dopo vari aggiustamenti, ha portato all’accordo che ha permesso a tutto il personale della Corte, il passaggio alla fascia retributiva superiore.

Purtroppo negli incontri ci manca molto la presenza delle compagne e dei compagni delle sedi decentrate che fanno parte della Commissione trattante, dovuta principalmente alla difficoltà economica e logistica di far intervenire anche loro alle riunioni di contrattazione.
Comunque ci siamo tenuti in costante contatto per concordare una linea condivisa sui problemi di grande rilevanza.
Non c’è stato di conseguenza il predominio delle decisioni dei compagni di Roma; infatti, abbiamo operato e continueremo a farlo in “new progress” inviando i documenti elaborati su temi di interesse nazionale a tutti i compagni della commissione trattante, al “quadro attivo”(delegati, rsu e responsabili di sede) e,quando è possibile, anche a tutti gli iscritti restando disponibili per commenti e modifiche e mantenendo un costante contatto con i compagni della Commissione e con tutti gli iscritti sia con telefonate sia attraverso il magnifico strumento informatico.
Le difficoltà maggiori le avvertiamo in quelle riunioni di contrattazione dove spesso dobbiamo prendere decisioni immediate.
Questa situazione è causa, a volte, di critiche e divisioni nella condivisione delle scelte che si operano.
Avvertiamo quindi, con forza, la necessità di incontrarci più spesso; abbiamo bisogno di avere a disposizione maggiori risorse economiche e di agibilità sindacale; abbiamo bisogno di corsi di formazione sindacale per i giovani iscritti che dovranno proseguire il nostro lavoro.
La giornata odierna è la dimostrazione che la Fp Cgil ha risposto positivamente alle nostre richieste.

Rivolgo al Segretario Nazionale Fp Cgil Antonio Crispi, alla compagna Nicoletta Grieco che, per le Funzioni Centrali Fp Cgil, segue il nostro posto di lavoro il nostro ringraziamento per aver permesso i lavori odierni.
E’ giusto che io rivolga in questa occasione, che ci vede riuniti tutti insieme, un pensiero al compagno Alessandro Grazia componente della delegazione romana della Commissione Nazionale Trattante.
Il suo ricordo e il suo esempio di grande compagno, attento ai problemi di tutti, sempre pronto a prodigarsi per dare solidarietà e risolvere le situazioni più complicate e difficili, sono sempre presenti in noi; la Cgil Corte dei conti ha perso un grande punto di riferimento.
Abbiamo integrato la delegazione romana, con il consenso dei compagni della Commissione e del territoriale, con il compagno Mauro Marinucci, che già da anni segue le contrattazioni centrali.

L’attualità normativa che ha riguardato la Corte

Come sapete il momento attuale alla Corte è molto delicato e problematico.
Con l’emanazione della direttiva annuale del nuovo Presidente si comincia a capire l’indirizzo che si vuole dare all’Istituto. Andiamo per gradi:

La legge 15 del 2009
Questa normativa ha fortemente limitato l’autonomia contrattuale; conseguentemente c’è stato il rinvio delle elezioni delle Rsu; siamo tornati indietro agli anni 80′ prima del periodo delle conquiste ottenute con la contrattualizzazione del rapporto del lavoro pubblico (con il d.lgs. 29/93) facendoci tornare in pratica alle vecchie “regolamentazioni del pubblico impiego” quando i contratti copiavano ciò che veniva previsto nei Dpr con limitati margini di manovra per le OOSS e per i lavoratori da essi rappresentati.
Tale normativa, intervenuta in un momento molto delicato della vita politica del paese, in cui l’attacco allo Stato e alle sue funzioni è forte, sebbene abbia attribuito nuovi e importanti compiti alla Corte con un cospicuo finanziamento di 5 milioni di euro per l’attuazione delle nuove competenze attribuite, rischia, però, come evidenziato anche nella dichiarazione pubblica del coordinatore del dipartimento settori pubblici della nostra Confederazione Michele Gentile “di stravolgere pesantemente il ruolo della Corte dei conti e di minarne l’ autonomia; di stravolgerne l’ assetto istituzionale ed organizzativo; infatti, il Presidente, tuttora scelto dal Governo fra i magistrati della Corte, stabilirà la “composizione nominativa” delle Sezioni Riunite, ovvero del massimo organo di controllo e giurisdizionale della stessa Corte, senza alcuna predeterminazione di criteri…, l’ organo di autogoverno verrà del tutto esautorato a favore dei poteri monocratici del Presidente, non circondati da alcuna garanzia per i magistrati della Corte…..al Presidente saranno attribuite funzioni di indirizzo politico-istituzionale benché alla stessa Corte e ai suoi componenti la Costituzione garantisce l’ autonomia e l’ indipendenza”.
E, infatti, all’interno della magistratura si è manifestata una forte tensione anche con conflitti di attribuzione tra il Presidente (inteso come organo di direzione monocratica) e gli altri organi della Corte.
Il conflitto di attribuzione è avvenuto anche, in maniera eclatante, in occasione della emanazione del nuovo Regolamento della Corte su quale fosse l’organo legittimato ad emanarlo.

Il nuovo Regolamento
Importante è stata l’emanazione del regolamento di organizzazione della Corte dei conti (deliberazione n. 1/Del/2010 del 26 gennaio 2010). Per la prima volta abbiamo avuto la possibilità, su sollecitazione del Segretario generale, di svolgere le nostre considerazioni.
Alcuni suggerimenti sono stati accolti, ma l’impianto generale sconta molti limiti.
Cito in questa sede soprattutto la disomogenea applicazione rispetto ai vincoli e alle indicazioni dell’art. 74 della legge 133/2008 (“riduzione degli assetti organizzativi”).
Un esempio indicativo: si decide, all’interno del regolamento, di accogliere il criterio dell’unificazione delle strutture che svolgono funzioni logistiche e strumentali per l’organizzazione periferica della Corte con l’istituzione dei Servizi Amministrativi Unici Regionali (art. 74, co. 1, lett. a), mentre al centro si aumenta l’organico di una direzione generale e si aumenta il numero dei dirigenti che svolgono funzioni logistiche e strumentali.
Vi è nel regolamento un’evidente logica dei “due pesi e due misure” (riduzione delle strutture in periferia, aumento al centro)
Ho voluto evidenziare questo particolare aspetto proprio perché è legato all’attualità; infatti l’avvio dei SS.AA.UU.RR (servizi amministrativi unici regionali) senza alcuna consultazione sulle modalità applicative, ha creato non pochi problemi.
La commissione Nazionale Trattante, soprattutto su suggerimento di compagni delle sedi decentrate, ha chiesto all’Amministrazione, allo scopo di coinvolgere tutto il personale, la convocazione delle conferenze di servizio in tutte le sedi territoriali coinvolte alla presenza dei Capi degli Uffici, dei dirigenti dei SS.AA.UU.RR., delle OO.SS. e dei delegati RR.SS.UU; ma al momento non ci sono riscontri in tal senso.

 
Ma Veniamo agli ultimi accadimenti
L’attuazione del FUA

Come sapete, anche dai numerosi messaggi inviati di recente, è stato rideterminato l’importo del FUA 2004 che, a seguito dell’accordo firmato lo scorso anno, ha portato all’accertamento congiunto effettuato con la Funzione pubblica ed ha permesso il recupero di € 631.000 per gli anni 2009 e 2010
(€ 315.000 per ogni anno) che, come già ricordato nei comunicati, sarà distribuita come premio di produttività collettiva 2009/2010 in base alla presenza.
Questo ci consente di avere, anche per il FUA 2011 un’ulteriore somma a disposizione. Sapete che il FUA per grande parte concorre alla spesa dei passaggi di fascia e che, quindi, le disponibilità sono molto esigue. Perciò alla Corte c’è una grande tensione sull’applicazione della ripartizione delle risorse per fondo unico di amministrazione.
Lo scorso anno la pubblicazione di tutti gli importi e dei nomi dei colleghi che hanno ottenuto i premi ha creato rivalità e sconcerto in buona parte dei lavoratori.
Le criticità più evidenti si sono concentrate sulle Posizioni Organizzative sui premi di produttività individuale e sui progetti di produttività.
Per la prima volta, e qui si concorda con nuovi vertici, sono stati resi pubblici i nomi dei destinatari delle P.O., ma questo ha scatenato un grosso malcontento principalmente per due motivi:
* il primo riguarda alcuni uffici che hanno conferito molte p.o senza una adeguata motivazione;
* La seconda criticità è di tipo statistico: il centro riceve più p.o. rispetto alle sedi periferiche.
Ma il vero malcontento si è scatenato sui premi individuali; qui come sapete, il premio era legato alla compilazione di una scheda di valutazione predisposta dal servizio di controllo sulla gestione. Il malcontento generalizzato tra il personale ha riguardato proprio la compilazione delle schede di valutazione da parte di dirigenti e dei preposti agli uffici che, secondo i lavoratori, sono state compilate senza rispettare le indicazioni previste dall’accordo del 19 febbraio 2010, dalla circolare 68/2010 del Segretariato generale e dall’articolo 22 del CCNL 2006-2009, nella parte in cui si prevede un contraddittorio con il personale, per il tramite delle OOSS.
Per questo chiederemo all’amministrazione (lo abbiamo già scritto nella nota a verbale sul fua 2010), di porre rimedio attraverso il contraddittorio (previsto peraltro già nella nota congiunta del 22 febbraio 2010).Chiediamo che la scheda di valutazione sia firmata esplicitamente per presa visione dal singolo dipendente e che siano resi pubblici non soltanto i nomi dei destinatari, ma anche le relative motivazioni e che sia individuata una specifica procedura di contestazione di eventuali valutazioni non soddisfacenti anche con la possibilità da parte del lavoratore di farsi assistere da un rappresentante sindacale di fiducia.
Come sapete, per il 2011, proprio per ovviare a questi inconvenienti e per cercare di uscire da situazioni come quella dei “premi individuali” che servono soltanto a peggiorare il clima organizzativo degli Uffici e a disincentivare il lavoro; abbiamo lanciato, in un comunicato, la proposta di sperimentare su base volontaria una diversa distribuzione del salario accessorio per il corrente anno da far decollare in sede di accordo FUA 2011. Ci è sembrato di particolare interesse l’esperienza che nei mesi di novembre e dicembre 2010 (e che è stata protratta per tutto il 2011) è stata avviata al Consiglio di Stato con l'”indennità di flessibilità organizzativa”: si tratta di un’indennità fissa mensile, rapportata all’area di appartenenza e quantificata in € 200 lordi per l’ area I, € 250 lorde per l’ area II ed € 300 lordi per l’ area III. E’ stata corrisposta riguardo al protrarsi dei tempi richiesti dallo svolgimento delle attività istituzionali per il conseguimento degli obiettivi dell’ Amministrazione con quattro prestazioni mensili aggiuntive di due ore ciascuna. Una proposta simile è stata formalizzata nell’ultima riunione con l’amministrazione dalla Flp.

Nuovi profili professionali
Nell’ultimo incontro del 17 u.s. l’amministrazione ci ha consegnato una bozza sui nuovi profili professionali.
E’ un documento emendabile ed è quindi una base dalla quale partire.
Come abbiamo già scritto l’amministrazione sconta un notevole ritardo nell’affrontare questo importante argomento. In verità nel 2009 fu costituita una Commissione paritetica per i nuovi profili professionali che, viste le divergenze, anche notevoli, all’interno delle OOSS discordanti tra loro e tra le OOSS e l’amministrazione non portarono a una scelta condivisa.
L’amministrazione ha il torto, a mio giudizio, di ripartire da quel documento e quindi sconta già un pregiudizio iniziale.
Il nodo che ci sembra più importante ed urgente da sciogliere è quello relativo al fatto che le singole dotazioni di area vanno articolate in nuovi profili professionali che superino l’attuale configurazione asse profilo/sub profilo per sostituirlo con quello settore-profilo.
L’articolazione per settori è importante soprattutto per i profili specialistici in sede di primo inquadramento.
Restiamo perplessi sull’ipotesi di doppio livello di accesso, nell’area III (specialistica) sopratutto se posto in maniera generalizzata. Le nostre perplessità sul doppio livello di accesso nascono dal fatto che, nella P.A., e alla Corte non c’è un modello di gestione delle risorse umane “per competenze” l’unico che potrebbe far emergere in maniera coerente i profili specialistici, come la citata suddivisione per settori suggerirebbe.
E chiaro che la “partita profili” non va disgiunta dalla rivendicazione di una sezione autonoma per gli Enti di rilevanza costituzionale e dalla completa applicazione del nuovo regolamento di organizzazione.
Infatti, come abbiamo più volte ribadito, per noi l’autonomia dell’Istituto non può essere rivendicata soltanto per un fatto istituzionale o per giustificare pur importanti richieste economiche, ma va riempita di precisi contenuti, tra cui i nuovi profili.
Non vado oltre su questo argomento, rinvio al documento preparato della Delegazione Nazionale Trattante del 24 06 2011 (allegato) che individua la nostra posizione sul tema dei profili.

RSU
Ribadiamo con forza che è merito della CGIL se siamo riusciti a far votare le RSU. Queste, come tutti sappiamo, hanno due scopi principali: costruire la rappresentanza sui posti di lavoro e svolgere l’attività contrattuale.
Purtroppo è capitato, alla sede centrale in particolare, che le RSU non hanno svolto compiutamente la loro attività contrattuale per problemi legati all’assetto organizzativo nell’ambito delle RSU stesse. Alludo alla grave spaccatura che si è ingenerata all’interno della CISL della Corte dei conti che ha paralizzato le giuste rivendicazioni del personale di via Baiamonti. (esempio, orario di lavoro, banca delle ore, ecc….).
Anche le norme derivanti dalla cd “riforma Brunetta” hanno limitato fortemente l’attività sindacale a difesa delle istanze dei lavoratori.
Appare, pertanto, di primaria importanza la sentita partecipazione alle prossime elezioni delle RSU, che si terranno a marzo del 2012, per contrastare una politica arrogante che sta tentando di ridurre al silenzio la voce dei lavoratori.
Le RSU devono tornare ad avere il ruolo che compete loro, al fine di migliorare le condizioni dei lavoratori e il funzionamento dei servizi della PA.
Quindi, compagni, è necessario fin d’ora preparare le liste, coinvolgendo anche la forza giovane degli iscritti e individuare colleghi, anche non iscritti, che siano interessati alla causa dei lavoratori.
Abbiamo già una bozza di piattaforma per il “progetto Corte” su cui lavorare, che adesso vi illustrerà il compagno Rosario Marra.
Chiedo all’assemblea di approvare l’ordine del giorno di adesione al Patto per la giustizia, che vi leggo.
Buon lavoro a tutti.

Coordinatore nazionale CGIL Cdc
Michele Pietrafesa


documentazione da scaricare:
 

 
 
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