Costo personale e patto di stabilità 2007

18 Luglio 2011

Costo personale e patto di stabilità 2007

Alle segreterie regionali, territoriali,
di area metropolitana Fp Cgil
LORO SEDI

Oggetto: nota n. 6; costo personale e patto di stabilità 2007

Care compagne, cari compagni,
Nonostante la Finanziaria 2007 stabilisca che il rispetto del patto di stabilità per il triennio 2007-2009 debba calcolarsi sul saldo finanziario tra entrate ed uscite di cassa, ci giunge notizia di amministrazioni che ancora operano secondo i parametri stabiliti nelle precedenti finanziarie agendo esclusivamente sul contenimento del costo del personale dipendente e non sul complesso delle spese generali.
Tali comportamenti vanno contrastati duramente da parte sindacale, perché frutto di una chiara volontà politica di mantenere precario il lavoro attraverso frettolose e superficiali interpretazioni della normativa in questione; tutto questo grazie anche a circolari e direttive ministeriali non sempre chiare, come l’attuale fase di attuazione delle norme per la stabilizzazione del precariato richiederebbe, causata dagli ambigui atteggiamenti assunti da alcuni settori della burocrazia ministeriale che impediscono con questi pronunciamenti di assumere precise responsabilità sui percorsi giuridici che devono essere attivati per consentire la piena stabilizzazione del personale precario nel Pubblico Impiego.
La conseguenza di simili atteggiamenti potrebbe mettere in discussione e pregiudicare un percorso che vede il lavoro Pubblico (attraverso l’assunzione dei lavoratori precari e la reinternalizzazione delle attività affidate all’esterno) come fondamento e perno di un profondo processo di rinnovamento della Pubblica Amministrazione volto a garantire la crescita dei servizi, soprattutto in termini di qualità ed efficacia delle prestazioni collettive ed individuali erogate ai cittadini .
Per questi motivi, in presenza di questi comportamenti, è necessario sviluppare una forte iniziativa sindacale di contrasto a tali scelte per ripristinare quella correttezza comportamentale, e coerenza concettuale con il memorandum, senza la quale sarebbe impossibile procedere sulla via del riordino organizzativo e della stabilizzazione del precariato.
Al riguardo rimandiamo alla lettura della circolare n. 12 della Ragioneria Generale dello Stato http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/CIRCOLARI/2007/presentazione_circolare_12_2007.doc_cvt.asp 
per i necessari approfondimenti riguardo le nuove modalità di calcolo del Patto di Stabilità; modalità che, come ampiamente illustrato nella predetta circolare, tengono conto esclusivamente degli eventuali scostamenti di cassa nel triennio 2007-2009 rispetto al saldo medio 2003-2005 .
In ragione di ciò è bene chiarire che note, come quella del Ministero dell’Interno riguardante le voci di spesa che vanno considerate ai fini del contenimento dei costi del personale (comma 557), non costituisce un ulteriore vincolo economico per gli Enti Locali, bensì una indicazione di principio su come perseguire la riduzione dei costi generali di gestione attraverso processi di riorganizzazione che devono interessare tutto il personale, non solo a tempo indeterminato ma anche in convenzione, in collaborazione professionale o co.co.co, con contratti di somministrazione nonchè di lavoro temporaneo.
L’invito del comma 557 ad “assicurare la riduzione delle spese del personale… anche attraverso la riorganizzazione delle strutture burocratiche ed amministrative” , con una lettura affrettata potrebbe prestare il fianco ad interpretazioni pretestuose che potrebbero ingenerare ulteriori contraddizioni in una Finanziaria complessa e disomogenea, a tratti disorganica.
Dal nostro punto di vista, invece, la lettura della norma deve essere improntata come un chiaro ed esplicito invito alle Amministrazioni a procedere al riordino complessivo delle attività e dei servizi resi per determinare nuovi assetti che permettano di erogare servizi di migliore qualità ed efficacia, per razionalizzare le spese.
In questo modo sarà possibile creare maggiori economie di scala e stabilizzare il personale precario nell’ambito dei piani triennali d’occupazione, utilizzando le risorse del turn-over nonché dei risparmi ottenuti riportando in ambito pubblico le attività lavorative flessibilizzate o affidate all’esterno.
In questo senso ci conforta la risposta data in Commissione Bilancio del Senato dal sottosegretario Bonato all’interpretazione da dare al comma 557 della Finanziaria, nonché la piena condivisione da parte dell’ANCI di tale impostazione, allorché si afferma che “per quanto attiene alla disposizione che prevede la riduzione della spesa per il personale, ad interpretazione del Ministero dell’Interno, il comma 557 dell’articolo 1 della legge n. 296 del 2006 deve intendersi solo come una norma di principio alla quale gli enti locali, sottoposti al rispetto delle regole del Patto di stabilità, devono far riferimento nel programmare le proprie spese. Non vengono indicati precisi e vincolanti criteri per la quantificazione e la qualificazione della riduzione della spesa di personale. La ratio della disposizione deve essere rinvenuta nella volontà di limitare il fenomeno di crescita continua delle spese di personale. Bonato ha spiegato che “la norma deve essere quindi intesa come indice di corretto comportamento organizzativo-gestionale da parte degli enti locali”. 
http://www.anci.it/sezionihp-det.cfm?nomefile=ACF64A9.htm&titolov=0&NoParam=0
Con la riserva di ulteriori comunicazioni
Fraterni saluti

p. Comparto Regioni-AA.LL
Ugo Gallo
p. Dipartimento Welfare – Lavoro
Gian Guido Santucci

Roma 24 maggio 2007

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