Documento conclusivo Comitato Direttivo nazionale FP CGIL 9-10 Dicembre 2010

18 Luglio 2011

Documento conclusivo Comitato Direttivo nazionale FP CGIL 9-10 Dicembre 2010

Il Comitato Direttivo della Fp- Cgil Nazionale riunito a Roma il 9 e 10 dicembre 2010, valuta con profonda preoccupazione il dibattito politico in atto nel Paese, che vede il Governo Berlusconi continuare nella reazionaria ed antidemocratica azione contro il lavoro, le lavoratrici e i lavoratori, pubblici e privati, entrambi attori fondamentali per la coesione sociali, lo sviluppo del Paese e l’unità nazionale.

Il Paese ha bisogno di trovare rapidamente un Governo autorevole per affrontare la drammatica e violenta crisi nazionale ed internazionale. Un governo capace di iniziative a livello europeo che sostengano la necessità di un serio ripensamento della ristretta visione monetaria del nuovo Patto di Stabilità e Crescita per scelte utili a scoraggiare la speculazione finanziaria che diano, al contempo, un segnale di equità e rilancino la dimensione sociale e politica . Un governo che a livello nazionale sia in grado di aiutare la crescita del paese con investimenti nei settori produttivi e nei servizi pubblici quale intervento prioritario per contrastare la disoccupazione crescente, l’aggravarsi delle disuguaglianze e della povertà e quale strumento indispensabile per mantenere sotto controllo il debito pubblico evitando che il costo ricada esclusivamente sui giovani, le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati, le fasce più deboli della società.

Occorrono azioni finalizzate ad investimenti fondamentali per il futuro del Paese, a partire dalla scuola, dalla ricerca, dall’Università, come richiede con forza il movimento studentesco che va da noi sostenuto con più forza, nei modi e nelle forme che il livello territoriale valuterà, condividendo la lotta unitaria degli studenti contro la controriforma Gelmini. E’ una grande battaglia di civiltà perché le nuove generazioni tornino ad essere protagoniste della definizione del futuro, ma allo stesso tempo emblematica della necessità di una vera e compiuta riforma della pubblica amministrazione, che coniughi qualità dei servizi ai cittadini, il completo, democratico coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori unita ad una capacità della spesa pubblica utile a produrre lo sviluppo con progresso del Paese.

In questo scenario, non va dimenticato, che il blocco della contrattazione (nazionale e decentrata) nel lavoro pubblico, che sta già producendo preoccupanti conseguenze anche nei nostri settori privati, i licenziamenti di massa e senza precedenti delle lavoratrici e lavoratori precari, così come quelli già in atto nella sanità privata, rendono immediatamente necessaria una politica attiva del lavoro, che riaffermi il diritto al contratto, ad un lavoro dignitoso, la fuoriuscita dalla precarietà, nonché una redistribuzione del reddito a favore del mondo del lavoro, anche attraverso un fisco equo e solidale, la lotta all’evasione fiscale e per la legalità, la tassazione dei più abbienti (istituendo la Patrimoniale).

Servono politiche, serie e non demagogiche, per l’ambiente, la cultura e le infrastrutture sia materiali che immateriali, con particolare attenzione al mezzogiorno del Paese, per fare in modo che siano colte tutte le opportunità di cui il mezzogiorno dispone potenzialmente, per determinare lo sviluppo complessivo dell’Italia.

La FPCGIL ritiene indispensabile ed inderogabile, al fine di evitare un ulteriore declino economico, sociale e morale del Paese, riaffermare il diritto per tutte le lavoratrici e i lavoratori ad avere il CCNL, strumento irrinunciabile per riconoscere i diritti del mondo del lavoro, ma, nei servizi pubblici, anche per garantire l’esercizio dei diritti costituzionali (salute, previdenza, istruzione, etc.); per questo bisogna scardinare il blocco dei contratti e il processo autoritario attuato dal Governo, dal padronato piu’ reazionario rappresentato da Federmeccanica e FIAT, attraverso ulteriori lotte e mobilitazioni, consapevoli che senza certezza del CCNL viene a mancare il presupposto fondamentale per dare dignità, diritti e ruolo al dipendente pubblico, oltre ad impedire una vera riorganizzazione produttiva ed efficiente della macchina pubblica.
Anche in presenza del D.lgs 150, sul quale confermiamo il nostro giudizio negativo, supportato da pronunciamenti giudiziari e da una giurisprudenza sempre più favorevole alle nostre ragioni, quindi da superare, i nostri contratti restano l’unica fonte di gestione del rapporto di lavoro, delle relazioni sindacali e dei trattamenti economici, collettivi ed individuali. Questi principi dovranno essere riaffermati e valorizzati nel confronto con le controparti a livello nazionale e locale.

Il direttivo da mandato alla Segreteria Nazionale di definire un percorso di mobilitazione dal livello locale fino a quello nazionale, per riappropriarsi della contrattazione nazionale ed esercitare il diritto al rinnovo delle RSU, dando continuità alle iniziative che la categoria ha avviato con la giornata del 6 novembre e unitariamente il 3 dicembre per le cooperative sociali e alle grandi manifestazioni del 16 ottobre e del 27 novembre di FIOM e CGIL.

In tale direzione il documento sulla contrattazione discusso e assunto nel direttivo odierno, è il primo elemento di una riflessione che impegna tutte le strutture ad una discussione negli organismi dirigenti a livello territoriale, tenendo assieme i contenuti e le iniziative di lotta, per arrivare alla sua approvazione nel CD nelle prime settimane del 2011.

In particolare, bisogna potenziare il movimento di lotta in atto per difendere il posto di lavoro dei precari del pubblico impiego, con qualsiasi tipologia contrattuale, per salvaguardare contestualmente i servizi e i diritti dei cittadini, altrimenti non garantiti, per non disperdere il patrimonio di professionalità rappresentato da queste lavoratrici e lavori.

La Fp- Cgil ha promosso una serie di proposte emendative inviate a tutti i gruppi parlamentari, utili ad assumere un provvedimento legislativo che proroghi i contratti in scadenza, per avviare subito dopo un reale processo di stabilizzazione, che superi il vincolo del 50% e preveda le risorse necessarie, da rendersi disponibili con il recupero degli sprechi della corruzione e dell’illegalità, ma anche con modalità innovative (patrimoniale, tassa di scopo, taglio delle consulenze almeno del 50%, riduzione dei costi della politica).

Mobilitazioni ed iniziative sono previste a partire dal 13 dicembre con le lavoratrici ed i lavoratori del Ministero dell’Interno, dei Vigili del Fuoco e del comparto Sicurezza, e proseguiranno ad oltranza, prevedendo, tra l’altro, anche la possibilità di una denuncia nei confronti del Governo e della P.A per interruzione di pubblico servizio.

Analogamente a quanto abbiamo sostenuto in merito alla riforma Brunetta nel pubblico impiego, è necessario che nel confronto unitario aperto da Cgil Cisl Uil con Confindustria e le altre associazioni datoriali si affermi che la produttività del lavoro non può essere valutata individualmente e in maniera discrezionale e unilaterale da parte dei datori di lavoro pubblici e privati, ma che debba essere contrattata e negoziata e valutata collettivamente sia per la produzione di beni, sia per quella di servizi.

La spesa pubblica improduttiva non è quella riferita alla voce retribuzioni del personale, in quanto efficienza ed efficacia della P.A. non si raggiungono “comprimendo” e “punendo” sia economicamente, sia attraverso norme e leggi i lavoratori.

Su questi argomenti la categoria è in grado di dare un contributo costruttivo, competente e di merito, alle posizioni della CGIL e considera necessario il proprio coinvolgimento nel processo di definizione degli argomenti oggetto del confronto, della valutazione e della decisione finale sugli esiti dello stesso, da sottoporre democraticamente al giudizio e all’approvazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

La FPCGIL è contraria alla decisione del Governo e dell’Aran di non fare esercitare, come previsto dalla legge, il diritto di voto alla data del 30 novembre 2010, perciò metterà in campo ogni iniziativa sindacale per fare in modo che, nel tempo più breve possibile, possa essere sanato questo vulnus alla democrazia nei luoghi di lavoro, esplorando ogni possibilità di confronto con Cisl e Uil di categoria.


 
 
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