Documento conclusivo Direttivo nazionale FP-CGIL 14 febbraio 2011

18 Luglio 2011

Documento conclusivo Direttivo nazionale FPCGIL 14 febbraio 2011

Il Direttivo nazionale FPCGIL, riunitosi a Roma il 14 febbraio 2011, assume la relazione, il dibattito e le conclusioni della Segretaria Generale Rossana Dettori.

Il Paese vive un momento difficile, segnato da un’azione di Governo tesa a smantellare i diritti del lavoro, attraverso il Collegato Lavoro e lo Statuto dei Lavori, con un’agenda governativa incurante dell’enorme numero di posti di lavoro persi in questi ultimi anni; azione che sostiene da un lato i disastri consumati da Tremonti e Brunetta sul lavoro pubblico e che dall’altro rafforza il disconoscimento del Contratto nazionale di Lavoro operato dalla Fiat; azione che vuole ridisegnare negativamente la società, il servizio pubblico, il welfare e la Carta Costituzionale; azione che punta allo scontro istituzionale con la Magistratura, a fini personali, e che introduce dunque elementi eversivi per la nostra democrazia, già fortemente minata.

L’accordo separato, firmato con il Governo da Cisl e Uil il giorno 4 febbraio u.s., rappresenta un ulteriore attacco al lavoro pubblico e al sistema dei diritti del lavoro, diritti tutelati a tutt’oggi dalla contrattazione.

Il decreto Tremonti 133/08 prima, la legge 150/09 poi, l’accordo separato sul modello contrattuale dell’aprile 2009 ancora hanno costituito il percorso obbligato che ha condotto, per via pattizia, a un ruolo residuale dell’azione collettiva. E’ questo uno dei punti di profonda differenza strategica con Cisl e Uil, sindacati ormai orientati a un modello di tutela individuale alternativo alla rappresentanza collettiva.

Di fronte alle sentenze dei giudici e all’azione sindacale della FPCGIL, di contrasto all’applicazione della riforma Brunetta, l’accordo ha invece fornito una stampella al Governo per tentare l’applicazione immediata e completa della legge.

La finzione di un modello partecipativo viene scambiata con la rinuncia al rinnovo dei contratti nazionali e non solo.

Le modalità del confronto e il richiamo ai precedenti accordi separati costituiscono l’esplicita volontà di dividere lucidamente e in modo irreparabile il fronte sindacale da parte del Governo. Governo che prosegue testardamente e lucidamente nel suo disegno di emarginare la CGIL, mentre Cisl e Uil tentano di accreditarsi come unici interlocutori, cercando di soccorrere un Esecutivo in evidente difficoltà e saltando a piè pari il consenso dei lavoratori, sottraendosi per quanto possibile alle elezioni delle RSU dei lavoratori pubblici.

Elezioni che, anche il recente parere del Consiglio di Stato ritiene non siano strettamente vincolate alla definizione dei nuovi comparti di contrattazione, poiché verrebbe negata ai lavoratori, con il prolungamento della trattativa, la possibilità di eleggere i propri rappresentanti.

Cisl e Uil, inoltre, si assumono la responsabilità di interrompere un percorso unitario che stava producendo un documento comune per rilanciare l’iniziativa sindacale a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici.

Si continua ad essere indifferenti di fronte alla drammaticità in cui versano i lavoratori precari, sia giovani che non, negando il diritto a un lavoro stabile e negando il problema sempre più preoccupante della funzionalità dei servizi, quanto della qualità degli stessi.

Un attacco che coinvolge in maniera – se possibile – ancor più estrema i lavoratori dei nostri settori privati, per i quali permangono le condizioni di dumping contrattuale, il blocco dei contratti già scaduti e gli effetti più generali della crisi.

Per questo e per molti altri motivi la FPCGIL ritiene fondamentale riprendere le iniziative di mobilitazione, che l’hanno vista già protagonista in questi ultimi anni.

Mobilitazione che vuole rimettere ancora una volta al centro dell’attenzione l’importanza del lavoro pubblico per il nostro Paese, le condizioni miserrime alle quali sono costretti gli operatori, tra tagli lineari alle spese e agli organici, blocco dei contratti, blocco del turn-over, penalizzazioni stabilite per norma, nessuna valorizzazione delle professionalità.

E’ fondamentale intensificare la presenza nei posti di lavoro, dando vita ad una specifica e capillare campagna di assemblee, per sensibilizzare ulteriormente tutti i lavoratori di tutti i nostri comparti, nonché occupare spazi anche in altri luoghi per sollecitare l’attenzione dei cittadini alla nostra causa e dare grande visibilità a tutte le iniziative, anche mediante comunicati stampa e volantinaggi su posti di lavoro di altri settori produttivi.

Le assemblee devono consentirci di discutere con i lavoratori anche delle proposte in materia di Democrazia e Rappresentanza elaborate dalla CGIL, delle proposte che la FPCGIL ha avanzato in materia di nuovi modelli contrattuali , nonché dell’accordo separato del 4 febbraio, prevedendo su quest’ultimo anche OdG di condanna da sottoporre al voto e una raccolta di firma a sostegno del contratto nazionale e contro gli accordo separati.

La fase delle assemblee dovrà concludersi con attivi regionali dei quadri e delegati, congiunti con la FLC-CGIL, da tenersi entro metà marzo. Questi attivi dovranno, altresì, caratterizzarsi per la partecipazione attiva della CGIL e delle altre Categorie, poiché le ragioni della nostra mobilitazione sono le ragioni di tutta l’Organizzazione.

Il lavoro pubblico è il carattere identitario di un Paese e bisogna che tutti combattano per mantenerne la dignità, così come pretenderne fortemente il suo rilancio. La Funzione Pubblica CGIL farà la sua parte come ha sempre fatto nel passato, in prima linea nel respingere l’attacco ai diritti del lavoro e ai diritti di cittadinanza, tra loro inscindibili. Oggi, però, deve essere ancora più chiaro che colpire il lavoro pubblico, e con esso la FPCGIL e la sua azione sindacale, vuol dire minare la democrazia, quella vera, quella reale, quella che assicura diritti uguali per tutti, lavoratori e cittadini.

La FPCGIL conferma il proprio impegno nel percorso di mobilitazione della CGIL attraverso le marce per il lavoro, a sostegno della proposta sugli ammortizzatori sociali, della proposta su rappresentanza e democrazia e di quelle a favore dei giovani. La FPCGIL decide di proclamare lo sciopero generale delle lavoratrici e dei lavoratori dei comparti pubblici, da estendere anche ai settori privati della categoria, per il giorno 25 marzo p.v. E ritiene necessario che le lotte si unifichino a livello confederale.

Il Comitato Direttivo dà mandato alla Segreteria Nazionale di individuare il livello territoriale delle manifestazioni collegate allo sciopero, così come dà mandato di chiedere alla CGIL l’indizione delle elezioni per il rinnovo delle RSU dei lavoratori pubblici.

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Allegato

ORDINE DEL GIORNO

Il CD Nazionale FP CGIL giudica con soddisfazione la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare ammissibili i 2 referendum relativi all’abrogazione dell’art. 23 bis del decreto Ronchi e della remunerazione del capitale nel servizio idrico.

Essi aprono oggettivamente la strada per la ripubblicizzazione del servizio idrico e per contrastare la privatizzazione forzata di altri servizi pubblici fondamentali, come quello dell’igiene ambientale, a rischio di destrutturazione del ciclo integrato e di progressiva deregolamentazione del settore.

La FP CGIL, dopo aver dato il proprio contributo alla raccolta del 1.400.000 firme che hanno sostenuto la richiesta dell’indizione dei referendum, si ritrova compiutamente nell’obiettivo di questi 2 referendum e lavorerà perché i sì si affermino nella scadenza referendaria, impegnando a tal fine le proprie strutture, quadri e militanti. Condivide altresì le proposte avanzate dal “Comitato referendario 2 sì per l’acqua bene comune” di una moratoria dei processi di privatizzazione almeno fino alla celebrazione dei referendum e il suo accorpamento con le prossime scadenze elettorali amministrative.

La FP CGIL giudica negativamente il progetto del governo di reintrodurre nel nostro Paese la produzione di energia nucleare, mentre ritiene fondamentale procedere lungo la strada del risparmio energetico e dell’utilizzo delle fonti rinnovabili. In questo senso, sostiene anche il sì al referendum abrogativo per impedire il ricorso all’energia nucleare.

Infine, il CD Nazionale FP CGIL intende rafforzare il proprio impegno per sottrarre l’insieme dei beni comuni alle logiche del mercato, a partire dall’acqua, contribuendo con i propri quadri e militanti alla piena riuscita della manifestazione nazionale del 26 marzo per la ripubblicizzazione del servizio idrico, per fermare il nucleare e per la difesa dei beni comuni, di cui si fa promotrice assieme ad un vasto cartello di forze sociali, culturali e associative.

Roma, 14 febbraio 2011

 
 
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