Emergenza Carceri: Il Ministro Alfano controlli le spese del Dap. L’emergenza si risolve spendendo di più, ma anche spendendo meglio. Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Generale FP CGIL Nazionale

18 Luglio 2011

Emergenza Carceri: Il Ministro Alfano controlli le spese del Dap. L'emergenza si risolve spendendo di più, ma anche spendendo meglio. Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Generale FP CGIL Nazionale

Appare quantomeno discutibile il fatto che, mentre agli agenti di Polizia Penitenziaria spesso non vengono pagate le numerose ore di lavoro straordinario espletate e in alcuni casi per garantire le missioni relative ai servizi di traduzione dei detenuti gli operatori anticipano di tasca propria il denaro, l’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia goda dell’utilizzo di un’autovettura del Dap, con tanto di costi a carico dell’amministrazione penitenziaria. Altrettanto discutibile appare la spesa di 400mila euro prevista per la ristrutturazione di un’abitazione nel centro di Roma a disposizione del Capo dipartimento, o quel milione di euro previsto per la realizzazione di un’aula magna con 150 posti a sedere nei locali del Dap.

Se a mezzo stampa il Ministro della Giustizia Alfano parla di “stato d’emergenza” per il sovraffollamento, promettendo piani edilizi tutti mediatici e vantando assunzioni che esistono solo sulla carta e che comunque non basterebbero ad affrontare l’enormità rappresentata dai 67mila detenuti attualmente ristretti negli istituti, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, di sua diretta competenza, sembra non vivere alcun problema economico, gestendo le risorse in alcuni casi in maniera discutibile.

Sarebbe opportuno, per tener fede alla nostra Costituzione e alla Legge Gozzini, utilizzare i fondi della Cassa delle Ammende per finanziare il servizio penitenziario, per sostenere i detenuti nella loro riabilitazione e sostenere le famiglie.

Se al Dap si respira un’aria da paese di Bengodi, perché il Ministro non pretende di utilizzare tali fondi per investire nelle carenze strutturali, nel ripristino di un sistema di sostegno a operatori e detenuti, nel mantenimento e nella ristrutturazione delle nostre anguste strutture penitenziarie?

E soprattutto, quando potremo affrontare una discussione realistica sulla situazione edilizia, basata su stanziamenti nuovi e non su partite di giro, senza sottrarre nulla ai lavoratori e ai già insufficienti servizi penitenziari?

Roma, 23 aprile 2010

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