FSESP: il Congresso per la difesa dei servizi pubblici in Europa

18 Luglio 2011

FSESP: il Congresso per la difesa dei servizi pubblici in Europa

Carola Fischbach-Pyttel Segretaria generale Fsesp

La Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici (FSESP ha tenuto il suo ottavo Congresso a Bruxelles dall’8 all’11 giugno 2009. Il Congresso si è tenuto immediatamente dopo il voto per il rinnovo del Parlamento europeo nei 27 paesi dell’Unione europea.
La Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici è la più grande federazione di categoria della Confederazione europea dei Sindacati (CES) e rappresenta 255 sindacati dei servizi pubblici in 37 paesi con oltre 8 milioni di iscritte ed iscritti.

 
Anne Marie Perret Presidente Fsesp

Riconfermata la Segretaria Generale, Carola Fischbach-Pyttel e la Presidente Anne Marie Perret. Nel Comitato Esecutivo,, per la prima volta, l’Italia ha a disposizione due posti nel massimo organismo di direzione: uno per Carlo Podda, segretario generale della FP CGIL e uno per Giovanni Faverin, segretario generale della CISL FP

Rosa Pavanelli, della segreteria nazionale della FP CGIL, è stata eletta vicepresidente della FSESP.

 
La crisi economica
Carlo Podda Segretario generale Fp Cgil
Carlo Podda Segretario generale Fp Cgil

La discussione sulla crisi economica è stata molto decisa ed ha portato alla approvazione di una serie di risoluzioni e documenti molto complessi, presentati, tra gli altri, anche dal sindacato tedesco Ver.di. Il dibattito è stato affrontato sia dal punto di vista finanziario ed economico sia dal punto di vista sociale. Mi pare che ci muova la convinzione comune di dover riportare l’Europa a quel ruolo di tutela e protezione sociale delle persone dalla prepotenza degli interessi economici e dei poteri dominanti che ne ha costituito un tratto caratteristico per tanti anni della sua storia – ha detto Carlo Podda, segretario generale della Funzione Pubblica CGIL – ” avevamo affermato questo già nel documento sottoscritto a Londra alla fine di marzo da UNISON ,VER.DI. e FP CGIL e che avevamo chiamato emblematicamente “Metti le persone al primo posto”…

 
 
Il tema della migrazione
Rosa Pavanelli Segretaria nazionale Fp Cgil

Si è discusso dell’importanza del fenomeno della migrazione e della immigrazione nell’ Europa del XXI secolo. E’ stata approvata anche una risoluzione sulla migrazione presentata, a nome del Collegio elettorale mediterraneo (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta e Israele), da Rosa Pavanelli: “Il collegio del Mediterraneo ha ritenuto di presentare una risoluzione sulla migrazione perché il problema dei migranti è molto forte nei nostri paesi, ma abbiamo apprezzato che la nostra preoccupazione sia stata condivisa da molti. Ci sono una ipocrisia e una contraddizione di fondo che hanno caratterizzato l’affermarsi della globalizzazione liberista. E’ la contraddizione di un mercato che concede alle imprese e ai capitali la libertà di circolare e di stabilirsi al di là di ogni confine, dove è economicamente più conveniente fare affari, ma innalza barriere ed ostacoli alla libera circolazione delle persone…”

 
 
10 punti per il futuro
delegati presentano i dieci punti di azione
delegati presentano i dieci punti di azione

Il Congresso ha dato un chiaro mandato per promuovere e proteggere i servizi pubblici. Dieci delegate e delegati, tra cui Natale Di Cola della FP CGIL, hanno testimoniato e presentato i dieci punti d’azione che riassumono le decisioni prese durante il Congresso. I dieci punti rappresentano le priorità per il periodo congressuale della FSESP dal 2009 al 2014.
10 PUNTI D’AZIONE PER I SERVIZI PUBBLICI IN EUROPA
1. Dare forza ai servizi pubblici: la FSESP si impegna a richiedere una legislazione europea che tenga I servizi pubblici fuori dalle regole del mercato interno.” PCS (Regno Unito ) Hector Wesley
2. Contrattazione collettiva: la FSESP si impegna a rafforzare le nostre campagne contro i bassi salari VDSZSZ (Ungheria) Robert Janos Adam
3. Parità di genere: La FSESP si impegna a controllare che si riduca il differenziale salariale di genere Kommunal (Svezia) Petra Larsson
4; Crisi economica e finanziaria: la FSESP si impegna a mettere le persone al primo posto per bloccare i tagli ai servizi pubblici Ver.di (Germania) Claudia Nowak
5. La FSESP si impegna affinché le politiche di vicinato della Unione Europea abbiano una forte dimensione sociale Health Workers Union of the Russian Federation (Russia) Alex Morozov
6; La FSESP si impegna ad assicurare che ogni proposta europea sulla sanità sia basata sulla solidarietà FP CGIL (Italia) Natale Di Cola
7. La FSESP si impegna a realizzare un dialogo social formale nella amministrazione statale Interco CFDT (Francia) Marie Odile Esch
8. La FSESP si impegna a fare campagna affinché l’acqua sia riconosciuta come un diritto umano in Europa OS UNIOS (Repubblica Ceca) Michal Votava
9. Enti locai: la FSESP si impegna a chiedere regole sociali più stringenti per gli appalti pubblici ABVAKABO (Paesi Bassi) Jenneke Van Pijpen
10. Modello social europeo: la FSESP si impegna a fare pressione affinché l’Unione Europea riconosca che I diritti fondamentali dei lavoratori sono più importanti delle libertà del mercato – AEEWTU (Estonia) Sander Vaikma

 
 
Il voto al Parlamento Europeo

Per questo motivo il dibattito si è concentrato, naturalmente, sul ruolo e le prospettive dei servizi pubblici ma soprattutto e sul risultato elettorale in tutta Europa e sulle sue prospettive per l’Europa sociale e del lavoro, attraverso l’intervento di Poul Nyrup Rasmussen, Presidente del Partito Socialista Europeo.

“Sono tempi molto difficili per i socialisti e per chi lavora in Europa – ha detto Rasmussen – mentre i conservatori, ed in particolare da destra estrema sorride dopo queste elezioni – ma non dobbiamo guardare solo questi dati. I numeri che contano sono quelli della crescente disoccupazione, sono questi i dati che ci preoccupano. Ci preoccupa l’apatia, perché il 57% dei cittadini europei non ha votato, perché si sente impotente e sente impotente la politica. Ci preoccupa la paura, la paura che ha fatto vincere la destra estrema in Olanda, in Austria, nel Regno Unito. E ci preoccupa il legame che si è perso tra quello che accade in Europa e quello che accade nei singoli paesi, dove i politici non hanno saputo mostrare quanto l’Europa avrebbe contato nella vita quotidiana di ogni cittadino. Eppure il welfare è sotto pressione in tutta Europa e con la vittorie delle destre è ancora più a rischio… La crisi finanziaria ha devastato l’economia reale e a questo si risponde solo mettendo le persone e la loro protezione sociale al primo posto: difesa dei servizi pubblici, lotta al dumping sociale, combattere la povertà, la precarietà, le differenze salariali e la disoccupazione di massa, lotta all’intolleranza ed alla xenofobia contro i migranti…”

“i risultati delle elezioni europee sono chiari per tutti – ci dice Dave Prentis, segretario generale di Unison, Regno Unito – i prossimi cinque anni delle istituzioni europee hanno bisogno che il Parlamento europeo, assieme al movimento sindacale, difendano non solo i servizi pubblici ma soprattutto i principi universali che sono alla base di essi e dell’Europa sociale. Io penso che il voto popolare non si rifletterà in una nuova agenda neoliberale in Europa. Ho fiducia che gli obiettivi della destra, privatizzazione, concorrenza, riduzione dei salari, abbiano oramai mostrato il loro fallimento, in senso economico, sociale e morale. La Commissione europea è vissuta come una realtà estranea e pericolosa dai cittadini. Noi chiediamo al Parlamento europeo di giocare un ruolo decisivo nella scelta della prossima Commissione” 

 

La crisi colpisce il servizio pubblico: salari pubblici in Lettonia tagliato del 50%

E la crisi colpisce con forza nei punti più deboli. In Lettonia il governo di centro destra ha deciso di ridurre del 50% i salari dei dipendenti pubblici come misura di austerità richiesta dal Fondo Monetario Internazionale per affrontare la crisi economica e finanziaria che ha colpito il paese. In aprile il governo aveva tagliato i salari degli insegnanti del 20% La Lettonia è il paese europeo colpito più duramente dalla crisi, laddove si prevede una riduzione del PIL di una media del 12% all’anno, dopo anni di crescita economica stellare.

La Turchia: dove fare il sindacalista è un pericolo
Standing ovation per la sindacalista turca Meryem Özsögüt
Standing ovation per la sindacalista turca Meryem Özsögüt

Il Congresso si è emozionato all’intervento di Meryem Özsögüt, sindacalista turca della sanità SES chè è stata nel 2008 arrestata e torturata dalla autorità turche e liberata solo dopo una campagna di mobilitazione internazionale. Meryem Özsögüt era stata arrestata per aver organizzato una conferenza.

“Gli effetti del colpo di stato militare del 1980 si fanno sentire con forza ancora oggi – dice Meryem Özsögüt – e la repressione del movimento sindacale e democratico è in forte aumento. I sindacati dei servizi pubblici sono stati riconosciuti solo 1990, dopo 10 anni di interdizione. Nel 2001 siamo stati ridotti ad associazioni culturali, ed ancora oggi non sono riconosciuti né il diritto di sciopero né quello alla contrattazione collettiva. E le intimidazioni sono sempre più decise, nel 2007 136 lavoratori pubblici sono stati arrestati e 38 condannati per aver svolto attività sindacale. Io stessa sono stata arrestata per aver denunciato questi fatti, arrestata nella mia casa e chiusa in isolamento, in celle individuali colorate di bianco che hanno visto la morte di 28 prigionieri politici”
E’ stata anche inviata una lettera al presidente turco, Abdullah Gül, per protestare vivamente e per chiedere l’immediata scarcerazione di 24 iscritti alla confederazione KESK, arrestati lo scorso 31 maggio.

 
I servizi pubblici di qualità

Al centro delle politiche della FSESP vi è lo slogan di questo Congresso, l’equazione servizi pubblici di qualità uguale a qualità della vita. Il sindacato europeo vuole per questo che l’Europa promuova il ruolo dei servizi pubblici che sono essenziali per il funzionamento della società. Ma l’Unione europea e le sue istituzioni, nell’ultimo decennio in particolare, ha privilegiato il ruolo del mercato, del profitto, del privato e della deregulation. La FSESP ha sempre sostenuto che dovevano essere privilegiati i principi di universalità, accessibilità, disponibilità e solidarietà piuttosto che la libertà di mercato nel movimento dei beni e dei servizi. Molte le risoluzioni a difesa dei servizi pubblici: amministrazione statale, locale e regionale (in particolare la questione degli appalti pubblici locali), energia (con l’intervento del Commissario europeo Andris Piebalgs), igiene ambientale, sanità (in particolare la proposta di direttiva per il riconoscimento dei diritti dei pazienti nelle cure sanitarie transfrontaliere, approvata in prima lettura dal Parlamento europeo lo scorso maggio), servizi idrici (dove sarà presentata la proposta di una petizione europea per raggiungere un milione di firme per affermare l’acqua come un diritto dell’umanità indisponibile alla commercializzazione). Si è discusso anche di contrattazione collettiva nel settore pubblico, a livello nazionale e nel dialogo sociale europeo, dove si sta cominciando a strutturare una negoziazione, formale ed informale, con le organizzazioni europee dei datori di lavoro. Lo scopo principale è di far sì che le parti sociali abbiano voce e possano essere informate e consultate nella stesura della legislazione europea che ha un impatto sociale nei settori (Enti locali, Stato e Sanità).

Nel settore sanitario è stato presentato l’importante accordo fra FSESP e Hospeem (federazione dei datori di lavoro in ambito ospedaliero) per la prevenzione delle ferite da ago e da oggetti taglienti (oltre un milione di infortuni all’anno).

L’ Ottavo Congresso della FSESP ha segnato anche l’integrazione tra la Federazione e la sezione europea dell’Internazionale dei Servizi Pubblici (20 milioni di iscritti in tutto il mondo). Con questa fusione la nuova Federazione si occuperà dell’Europa non solo nell’Unione ma anche nei suoi più lontani confini geografici, integrando anche grandi realtà coma la Russia e l’Ucraina e paesi fuori dall’Europa come Israele.

Proprio in Israele si terrà il XXXI incontro del Gruppo Mediterraneo. Il 15 e 16 luglio, a Tel Aviv e in Cisgiordania i sindacati mediterranei dei servizi pubblici incontreranno, assieme, i sindacati israeliani e palestinesi. La riunione è organizzata assieme all’Internazionale dei Servizi Pubblici e alla FSESP.

 

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