Giustizia: Siamo al paradosso, nelle carceri manca il personale maschile della Polizia penitenziaria e l’amministrazione centrale avalla l’impiego della Polizia Penitenziaria di sesso femminile nelle sezioni maschili!

18 Luglio 2011

Giustizia: Siamo al paradosso, nelle carceri manca il personale maschile della Polizia penitenziaria e l'amministrazione centrale avalla l'impiego della Polizia Penitenziaria di sesso femminile nelle sezioni maschili!

 
Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa di Rosa Ravanelli, Segretaria Nazionale FP CGIL e di Francesco Quinti, Responsabile nazionale Comparto Sicurezza

Giustizia: Siamo al paradosso, nelle carceri manca il personale maschile della Polizia penitenziaria e l’amministrazione centrale avalla l’impiego della Polizia Penitenziaria di sesso femminile nelle sezioni maschili!

Ci risulta che l’Amministrazione penitenziaria stia consentendo l’illegittimo impiego di personale di sesso femminile nelle sezioni maschili di taluni istituti penitenziari, in particolare della Regione Emilia Romagna.

La conferma arriva da una nota ufficiale fatta pervenire dal Provveditore regionale dell’Emilia Romagna che sulla questione sollevata dalla nostra struttura di Forlì interpreta a proprio modo la normativa vigente, riconoscendo che è illegittimo l’impiego di personale femminile nelle sezioni maschili, ma ritenendolo nientemeno che conforme ad un principio di carattere generale di pari opportunità.

Non è certo questa la nostra idea di pari opportunità. Al contrario, crediamo che una tale scelta, oltre ad aggravare le condizioni di forte disagio comprensibilmente avvertito dalle poliziotte, costrette ad operare in ambienti esclusivamente maschili, possa costituire anche un elemento che espone le poliziotte a condizioni operative di ulteriore pericolo, peggiorando la possibilità di tutela della loro sicurezza personale dentro l’ambiente di lavoro.

Al di là dei tentativi surreali di spiegare in maniera diversa ciò che allo stato attuale non può essere messo in discussione, perché espressamente vietato dalla legge, esistono delle regole che lo Stato, prima ancora di esserne il garante, deve obbligatoriamente osservare.

Al Ministro della Giustizia Alfano chiediamo, considerata la drammatica condizione che sta attualmente caratterizzando il sistema penitenziario del Paese, e che peraltro non ha affatto bisogno di ulteriori elementi di confusione, di farsi carico della presente denuncia nei confronti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Al Ministro delle Pari Opportunità Carfagna, sollecitiamo invece l’approfondimento della tematica e l’adozione degli interventi di competenza che saranno ritenuti necessari ad impedire che le predette poliziotte siano, nei fatti, costrette a patire le conseguenze di un sistema penitenziario che rischia seriamente, ogni giorno di più, di implodere.

Roma, 2 aprile 2009

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