Giustizia Minorile: Lettera al Capo Dipartimento – suicidio minorenne IPM Firenze

18 Luglio 2011

Lettera al Capo Dipartimento

 
 
Roma, 18 novembre 2009

Al Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile
Presidente Bruno Brattoli

Signor Presidente,

ieri nell’Istituto Penale per Minorenni di Firenze si è consumato l’ultimo drammatico evento, il suicidio di un minorenne del Marocco, di una serie di accadimenti negativi che, nel corso degli ultimi mesi, hanno avuto come teatro le strutture detentive minorili in tutta Italia: due suicidi, Bari e Firenze; un tentato suicidio, Milano; due evasioni di rilievo, adeguatamente riprese dalla stampa, Bologna ed Airola; tre aggressioni rilevanti ai danni del personale di polizia penitenziaria, Nisida, Airola e Milano.

A fronte di tutto ciò il Dipartimento, o meglio la dirigenza generale del Dipartimento, si è distinta per il più assoluto ed assordante silenzio: nessuna iniziativa è stata presa per porre rimedio alla situazione drammatica in cui si trovano ormai tutti i servizi della giustizia minorile, nessuno escluso.

Gli Istituti Penali per Minorenni ormai da tempo versano in gravissime condizioni di sovraffollamento. I numeri evidenziano un’utenza tornata su livelli superiori a quelli registrati prima dell’indulto, quando peraltro erano disponibili altri due istituti attualmente chiusi in attesa di ristrutturazione: Lecce e l’Aquila. A proposito, i lavori avranno mai inizio? E qual è stato l’impegno della dirigenza generale per evitare che l’istituto dell’Aquila fosse ceduto all’Università e per mantenerne l’integrità operativa? Quali iniziative si stanno prendendo per dotare gli istituti di Firenze e Bologna delle risorse di personale educativo, di polizia penitenziaria, ma anche economiche indispensabili per aprire le sezioni di recente costruzione o per renderle pienamente funzionanti?

Gli Istituti Penali Minorili versano, ormai nella loro quasi generalità, in una condizione di strutturale carenza di personale di polizia penitenziaria, soprattutto al centro nord, dove non si capisce come possano ancora continuare a restare aperti. Cosa è stato fatto per sanare tali situazioni? Noi, purtroppo, dobbiamo registrare il solito gioco delle tre carte: si assegnano pochi agenti alle strutture con le situazioni più critiche, salvo immediatamente privarle di un numero significativo, se non pari, di unità di polizia che vengono immediatamente trasferite in altre strutture: è successo a Firenze, prendiamo atto delle drammatiche conseguenze.

In molti IPM non ci sono più educatori o, quando ci sono, risultano insufficienti ed operano in condizioni che definire difficili è ormai riduttivo. Un’altra domanda Presidente: quando verranno assunti gli 80 educatori vincitori del concorso indetto dall’Amministrazione?

Insomma, le attuali condizioni degli istituti non consentono più la possibilità di effettuare livelli pur minimi di intervento per i minorenni ospitati, assimilandosi sempre più al contesto carcerario degli adulti.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Dove non c’è trattamento educativo non c’è sicurezza: in pochi mesi abbiamo dovuto registrare un numero di eventi critici notevolmente superiore e drammatico di quello verificatosi negli anni passati. Tutto questo non accade per caso, ma è il frutto di insipienza e trascuratezza. Qualcuno quei problemi avrebbe dovuto affrontarli, se non risolverli. Soprattutto perché quei problemi sono stati più volte segnalati: dai direttori degli istituti; dai dirigenti dei Centri; dalle organizzazioni sindacali.

Di fronte al ripetersi della morte in carcere di un minorenne resta una profonda amarezza e la determinazione ferma ad operare perché questo non accada più. Non vada alla ricerca del solito capro espiatorio. Questa volta restiamo in attesa di risposte vere, di soluzioni ai problemi, di fatti.

Ci attendiamo una convocazione urgente.
 

Il Coordinatore nazionale
FP CGIL Giustizia Minorile
Gianfranco Macigno

 
 

 
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