Giustizia Minorile: Lettera al Presidente dell’Ordine Assistenti Sociali e al Capo Dipartimento della Giustizia Minorile

18 Luglio 2011

Lettera al Presidente dell'Ordine Assistenti Sociali e al Capo Dipartimento della Giustizia Minorile

Roma, 17 febbraio 2010

Al Presidente del Consiglio Nazionale
Ordine Assistenti Sociali
Franca Dente

E, p.c. Al Capo del Dipartimento per
la Giustizia Minorile
Presidente Bruno Brattoli

Egregia Dott.ssa,
condividiamo pienamente la lettera Che Lei ha inviato al Ministro della Giustizia, ai Sottosegretari alla giustizia ed ai Capi dei due Dipartimenti interessati, in ordine alla “preoccupazione per il processo di banalizzazione e di azzeramento della specificità professionale dell’Assistente sociale” che si evince dall’Ipotesi di Contratto Integrativo del Ministero della Giustizia siglato dall’Amministrazione e da altre due sigle sindacali, peraltro minoritarie.

Per quanto attiene al Dipartimento della Giustizia Minorile, settore di cui mi occupo, ciò è tanto più vero perché consente di fatto la direzione degli Uffici di Servizio Sociale per Minorenni anche al personale che non proviene dal servizio sociale.

Un’ ipotesi di contratto che in generale mortifica tutte le professionalità presenti nella giustizia minorile, di fatto impedendo il riconoscimento delle mansioni realmente esercitate dai lavoratori, un ipotesi che disconosce la specificità e la specializzazione del settore, considerandolo alla stregua di qualsiasi altro apparato della pubblica amministrazione.

Questo, secondo noi, è l’atto finale e conseguente delle scelte effettuate dai Governi succedutisi negli ultimi dieci anni, tutte tese al disconoscimento del ruolo e dell’alta specializzazione di un settore, fatto eccezionale nel quadro del sistema della giustizia italiana, considerato in Europa e nel mondo un modello di eccellenza, da imitare.

A partire dalla scelta dell’alta dirigenza, capi dipartimento e direttori generali, le soluzioni individuate non hanno quasi mai tenuto conto della specializzazione che il settore richiede, ma hanno seguito logiche di esclusiva soddisfazione delle clientele, finendo per impoverire la giustizia minorile e mortificare le professionalità che vi operano.

Il disinteresse dell’amministrazione nei confronti della giustizia minorile è arrivato ad un punto tale che, nell’ambito del progetto di riorganizzazione del Ministero della Giustizia in conseguenza dei tagli previsti dalla legge 133, si è ventilato l’assorbimento dei Centri per la Giustizia Minorile e del personale dipendente nelle strutture del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, ipotesi che crediamo di avere sventato con il contributo di quanti, e sono molti, ancora credono nel ruolo e nelle funzione sociale di un sistema autonomo di giustizia minorile.

Indubbiamente il servizio sociale è quello che in questo momento sta più soffrendo. La dotazione organica del personale che opera negli Uffici di Servio Sociale per Minorenni soffre di forti ed in molti casi drammatiche carenze, le risorse finanziarie, così come per gli altri servizi, sono insufficienti.

In questo contesto con la firma dell’ipotesi di contratto integrativo, con il quale si è progettato l’ordinamento professionale, si è persa l’occasione di disegnare un modello più efficace di giustizia minorile e di valorizzare l’impegno e le professionalità fin’ora messe in campo dal personale.

La costituzione di un generico ruolo di direttore dei servizi minorili, invece di risolvere il problema della direzione dei servizi, effettivo e sentito da chi quelle funzioni le esercita, ha finito per dequalificare il ruolo con la previsione che quelle funzioni, che si basano su alti livelli di specializzazione tecnica e precisa conoscenza della normativa penale, minorile e generale, possano essere esercitate da tutti – fatta eccezione per i ragionieri, e a questo punto non si capisce il perché – anche dai cancellieri, che, peraltro non svolgono ruoli nel sistema del Dipartimento della Giustizia Minorile.

Pensi che nel Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria il ruolo di direttore penitenziario ed in quasi tutti i casi anche quello di direttore di servizio sociale sono svolti da specifici e differenziati ruoli dirigenziali. Nella giustizia minorile si è pensato bene di negare queste specificità e di amalgamare il tutto in un generico ed indifferenziato ruolo di direttore dei servizi minorili.

Le sue preoccupazioni circa le Direzioni degli USSM sono reali. Il servizio potrebbe sicuramente essere affidato al cancelliere di cui sopra, ma anche ad un ex amministrativo ovvero ad un ex educatore. Le sue preoccupazioni sono le nostre stesse preoccupazioni e questo è stato uno dei motivi che hanno indotto la FP CGIL a contestare l’ipotesi di contratto integrativo. Questo è uno dei motivi per i quali ci troverà a suo fianco nelle azioni che Lei vorrà intraprendere per evitare che ci0 possa accadere.

Distinti saluti

Il Coordinatore nazionale
FPCGIL Giustizia Minorile
Gianfranco Macigno

 
 
 
 
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