I diritti sospesi dei lavoratori della Giustizia – Lettera al Ministro

18 Luglio 2011

I diritti sospesi dei lavoratori della Giustizia – Lettera al Ministro

Al Ministro della Giustizia
On. Avv. Angelino Alfano

p.c. Al Sottosegretario di Stato
Sen. Giacomo Caliendo

p.c. Al capo Dipartimento dell’Organizzazione
Giudiziaria
Cons. Luigi Birritteri

p.c. Al Direttore Generale del Personale
e della formazione
Dr.ssa Carolina Fontecchia

OGGETTO: I diritti sospesi dei lavoratori della giustizia.

Sig. Ministro,
i lavoratori della giustizia sono suoi collaboratori e contribuiscono quotidianamente al funzionamento degli uffici giudiziari.
Sembra tuttavia che i loro diritti non stiano a cuore né a lei né alla sua amministrazione.
Da tempo è noto che i lavoratori della giustizia, a causa delle gravissime carenze di organico, non possono più usufruire di alcuni diritti garantiti dalla legge e dai contratti.
L’art. 42 bis, che garantisce il diritto al ricongiungimento familiare, o la legge 104, che garantisce l’assistenza ai disabili, sono da tempo nella totale discrezionalità della amministrazione, e non è dato sapere ai lavoratori quali siano le regole alle quali appellarsi anche perché, sempre più spesso, questi diritti vengono negati in nome della solita ‘scopertura organica’.
Il taglio delle dotazioni organiche stabilito dal vostro governo e la conseguente gestione approssimativa da parte della sua amministrazione ha fatto sì che venissero revocati comandi pluridecennali di alcuni lavoratori provenienti da altri enti che erano necessari, a detta degli stessi Capi degli Uffici, alla prosecuzione delle attività.
Di pochi giorni fa la comunicazione della Presidente della Corte di Appello di Venezia nella quale, in base ad una delle intelligenti norme da voi recentemente varate, si invitano i dirigenti di tutto il distretto a revocare o limitare i part-time già concessi, sempre per le solite ‘scoperture organiche’; è facile immaginare che le più colpite da questi provvedimenti saranno le madri di famiglia che utilizzavano tale istituto per conciliare la vita lavorativa con quella familiare.
Sig. Ministro, le chiediamo, le sembra giusto che i diritti dei lavoratori della giustizia siano ‘sospesi’ in nome di una scopertura organica provocata dalla politica che lei rappresenta e dalla gestione approssimativa della giustizia che caratterizza il suo ministero?
Certo il Ministro Brunetta, con il quale recentemente si accompagna spesso, ha in tasca la soluzione a tutti i mali, con la previsione di ingresso dei sottufficiali dell’esercito negli uffici giudiziari: non c’è da stupirsi, in alcuni uffici avete già sperimentato i carabinieri in pensione a fare il mestiere dei cancellieri e sappiamo che la professionalità dei lavoratori giudiziari non le sta a cuore, diversamente non avrebbe sottoscritto un ordinamento professionale che dequalifica e mortifica il personale.
Attendiamo la sua prossima dichiarazione stampa sull’importanza della famiglia.

La coordinatrice Nazionale
FP CGIL Organizzazione Giudiziaria
Nicoletta Grieco
 
Roma, 25 marzo 2010

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