Il Messaggero, L’Unità: Statali, mancano i soldi per il rinnovo. CGIL e UIL pronte allo sciopero

18 Luglio 2011

Il Messaggero, L'Unità: Statali, mancano i soldi per il rinnovo. CGIL e UIL pronte allo sciopero

 
Il Messaggero ROMA 22 novembre 2009

Angeletti: soldi per i contratti o il 21 dicembre andiamo in piazza

ROMA I sindacati del pubblico impiego tornano a parlare di sciopero. A parlarne almeno, perché farlo davvero è un’altra storia. La sorpresa questa volta è che la parola sciopero non viene pronunciata dalla Cgil, bensì dalla Uil. È il segretario Luigi Angeletti a farsi sentire: Speriamo di avere una risposta dal governo, altrimenti la Uil proclamerà lo sciopero per il 21 dicembre. E la Cgil ha subito fatto sapere che proporrà alla Uil e alla Cisl una protesta unitaria. La proposta però non pare riscuotere l’entusiasmo della Cisl.

I contratti. La rivendicazione principale dei dipendenti pubblici riguarda le buste paga. Il governo non ha previsto nella Finanziaria le risorse per rinnovare i contratti, e non sembra avere alcuna intenzione di farlo. I sindacati si aspettano uno stanziamento di almeno 7 miliardi lordi, la somma necessaria per assicurare una rivalutazione degli stipendi pari al 6%. La Finanziaria indica meno di un quarto di quella cifra.

Gli aumenti. In soldi contanti, per i sindacati si tratterebbe di far avere a ogni dipendente un aumento medio di almeno 90 euro lordi (inteso come aumento finale da raggiungere nel 2012, passando per una tranche intermedia l’anno prossimo e un’altra nel 2011). Con le somme previste dal governo invece si avrebbe un incremento medio di poco superiore ai 20 euro lordi, con una prima tranche nel 2010 di neanche 10 euro. Su queste basi non c’è neanche la possibilità di cominciare una trattativa. Perciò i sindacati parlano di sciopero.

Lo sciopero. Nel 2007, quando il governo Prodi scelse di non mettere subito in Finanziaria le risorse per i contratti, i sindacati confederali indirono lo sciopero, manifestarono a Piazza San Giovanni, diedero a Prodi del «Pinocchio». Tre anni dopo tutto è cambiato. L’atteggiamento dei sindacati appare piuttosto improntato al dialogo. Ieri Angeletti ha in effetti lanciato una sorta di ultimatum a Berlusconi. Le sue parole si tradurranno davvero nella decisione di scioperare? Se la Cisl fosse d’accordo, probabilmente sì. Ma la Cisl non è d’accordo.

La Cisl. Per il segretario confederale Gianni Baratta, lo sciopero è «l’estrema ratio», e se il governo non ha previsto i soldi dei contratti in Finanziaria «è solo un suo problema». La pensa così anche il segretario di categoria Gianni Faverin: «Non serve uno sciopero di Natale».

I tempi. Se i sindacati non faranno cambiare idea al governo prima di Natale, la Finanziaria sarà approvata così come è. Il che significa che di rinnovi contrattuali per il 2010 non se ne parlerà, e tutto andrà rinviato alla Finanziaria del prossimo anno. I tempi per decidere se scioperare o no sono stretti. La regolamentazione delle proteste nel settore pubblico impone una lunga procedura prima di arrivare allo sciopero vero e proprio, quindi i sindacati dovrebbero annunciare formalmente la loro decisione entro pochi giorni.

La Cgil. Se così stanno le cose, anche l’ipotesi di uno sciopero della Cgil nel pubblico impiego potrebbe rivelarsi meno reale di quanto si possa credere. Carlo Podda, segretario della Fp-Cgil, sta tentando di arrivare a una vertenza unitaria con Cisl e Uil, ma per raggiungere questo risultato bisogna aspettare ancora del tempo. Chi invece sciopererà sicuramente è la Cgil della Scuola e dell’Università: l’appuntamento è per l’11 dicembre a Piazza del Popolo.

Eutelia ed Alcoa. Mentre nel settore pubblico si lotta per difendere lo stipendio, nel privato c’è chi lotta per difendere il posto di lavoro. In Sardegna i tre lavoratori dell’Alcoa che si erano arrampicati su un serbatorio dell’acqua hanno deciso di scendere, dopo aver trascorso dieci giorni a 60 metri di altezza. A Roma giovedì prossimo ci sarà l’incontro fra governo e sindacati per il destino dei mille e duecento dipendenti di Omega (ex Eutelia) che vanno incontro alla cassa integrazione.

 
L’Unità ROMA 22 novembre 2009
 
Statali, mancano isoldi per il rinnovo. CGIL e UIL pronte allo sciopero

Torna lo spettro dello sciopero generale nel pubblico impiego. A sventolarlo è il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, con un aut aut al governo sulla vertenza per il rinnovo del contratto: «O ci convoca o sarà sciopero. Il 21 dicembre potrebbe essere una data possibile.
 
TEMPO E DENARO A mettere in allarme il leader dell’Unione generale del lavoro sono due variabili non da poco quando si deve rinnovare, bene, un contratto nazionale: il tempoe il denaro. In questo caso, il primo sta passando, il secondo latita. Stando alla riforma del modello contrattuale, firmata il 22 gennaio a palazzo Chigi da Bonanni, segretario Cisl, e Angeletti, insieme a Confindustria, il nuovo contratto dei 3,5 milioni di dipendenti pubblici dovrebbe partire dal primo gennaio 2010 per scadere con il 2012.
 
Ancora, però, l’Aran – l’agenzia che tratta per conto del governo il rinnovo dei contratti degli statali – non ha convocato i sindacati. Per quanto riguarda i soldi, invece, secondo chi segue queste cose da vicino il problema è che nella Finanziaria leggera del ministro Tremonti c’è poco o niente per i dipendenti del pubblico impiego. La manovra, già passata al Senato, pare proprio che non contenga quei sette miliardi – stimati dai tecnici dei sindacati – che servono per ritoccare salari e condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici. Per ora ci sono solo le risorse a copertura della vecchia indennità di vacanza contrattuale per il triennio 2010-2012.
 
I soldi che servono, sperano i rappresentanti dei lavoratori, potrebbero arrivare col passaggio alla Camera della Manovra. Ecco quindi spiegato il motivo di tanto allarme.
 
Per il momento – dice Luigi Angeletti – non ci sono segnali di una convocazione del governo. Abbiamo già inviato le piattaforme.
 
Con una lettera al premier, Silvio Berlusconi, e ai ministri Giulio Tremonti, Maria Stella Gelmini e Renato Brunetta abbiamo chiesto di avviare le trattative e di aprire una discussione con Regioni ed enti locali.
 
Non attenderemo all’infinito, speriamo di ricevere una risposta. EXTREMA RATIO Brunetta, il ministro titolare della Funzione pubblica, non risponde.
 
A farsi sentire sono invece gli altri sindacati. Con la Cisl che frena la fretta della Uil e la Fp-Cgil che prenderà una decisione la prossima settimana.
 
Il numero uno degli statali Cgil, Carlo Podda, ricorda però che il suo sindacato aveva «già proposto a Cisl e Uil una mobilitazione unitaria, e giudica curioso che altre organizzazioni sindacali chiedano uno sciopero e definiscano la data della protesta senza nemmeno provare a fare qualcosa insieme.
 
Ad ogni modo, ha annunciato che tornerà a proporre a Cisl e Uil di muoversi insieme. In caso di diniego – precisa Podda – ne trarremo le conseguenze.
 
Dunque, avanti anche da soli. Ma per Gianni Baratta, segretario confederale della Cisl, lo sciopero è l’estrema ratio. Prima dobbiamo lanciare una fase di mobilitazione unitaria a livello regionale per dare una scossa a tutti i rinnovi contrattuali.
 
L’organizzazione guidata da Raffaele Bonanni è però d’accordo sull’urgenza di un chiarimento da parte di Palazzo Chigi.
 
Certo – conclude Baratta – il governo deve fornirci subito delle risposte sul fronte delle risorse economiche.
 
A invocare il rispetto degli impegni c’è anche l’Ugl di Renata Polverini.
 
Il governo mantenga gli impegni presi con i lavoratori – dice il segretario confederale Fulvio Depolo – il sindacato si è impegnato a collaborare per riformare la pubblica amministrazione e renderla più produttiva ed efficiente, ma a condizione che vengano valorizzate le professionalità di chi lavora nel pubblico impiego.

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