In memoria di Nicola Relleva – corretta applicazione delle norme di tutela della Legge 104/92

18 Luglio 2011

In memoria di Nicola Relleva, per la corretta applicazione delle norme di tutela della Legge 104/92

Roma, 7 settembre 2006

Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali,
On.le Paolo De Castro

e, p.c. Al Capo di Gabinetto, Consigliere Ermanno Granelli
al Capo Dipartimento dell’ICRF, dott. Giovanni Lo Piparo

Egregio Signor Ministro,
Le scriviamo questa nota perché è avvenuto un fatto grave, che richiede a tutti un momento di riflessione, a noi come uomini e a Lei, come politico e come Ministro delle politiche agricole.
Il fatto a cui ci riferiamo è la tragica scomparsa di un amico e collega: Nicola Relleva.
Lavorava in distacco dall’ICRF alla sede del CFS de L’Aquila, in quanto unico familiare in grado di assistere la sorella, portatrice di handicap grave – un handicap vero, completamente invalidante – e per tale motivo fruitore dei benefici della legge 104/92. Aveva partecipato, controvoglia, ma cosciente del suo buon diritto di essere nuovamente trasferito a L’Aquila, ad un corso di riqualificazione e, risultato vincitore, era stato assegnato alla sede di Roma. Non era amareggiato di questo ma del fatto che, mentre lui non era riuscito a ritornare nella sua città tanti altri, in tempi più o meno brevi e con le motivazioni più varie (ed opinabili), erano tornati alla loro sede di residenza. Nicola era stanco, molto stanco, perché era costretto ad orari massacranti per recarsi al lavoro da L’Aquila, città dove risiedeva con la sorella, a Roma.
La legge 104/92, all’art. 33, c.5, tutela esattamente queste condizioni, imponendo priorità nella ricerca di soluzioni che agevolino le possibilità di cura ed assistenza, e l’assegnazione al CFS de L’Aquila corrispondeva esattamente ad una scelta rientrante nelle prerogative dell’Amministrazione ed alla soluzione per Nicola.
Nicola però, dopo un anno di attesa non ce l’ha fatta più e il 28 luglio scorso ha deciso di suicidarsi, impiccandosi.
Chi ha avuto modo di lavorare con Nicola, non ha potuto fare a meno di apprezzare le grandi doti umane, la particolare grinta e la tenacia, tipiche di chi è chiamato a compiti gravosi. Rimane la mestizia perché, come spesso accade agli umili servitori ed a coloro che credono nella gratuità del proprio lavoro, non ha potuto assaporare la soddisfazione di ritornare a dedicarsi a sua sorella.
Ci siamo incontrati con Nicola molte volte, anche negli ultimi tempi. Avevamo tanto parlato assieme della necessità della corretta applicazione delle normative sulla mobilità e di quelle a tutela dell’handicap e su come, invece, le une e le altre fossero applicate nell’ICRF.
Nell’ICRF il contrasto su come trattare casi analoghi ed altrettanto gravi – tralasciando ogni giudizio etico e morale – era già emerso nel 2004, mentre era Ministro Gianni Alemanno e si era concluso senza ottenere nulla. Non ci ha stupito affatto che la passata gestione fosse totalmente disinteressata ai problemi del personale e che, peggio, non mostrasse alcun interesse ai problemi dei lavoratori portatori di handicap o ai loro familiari.
Nicola era consapevole di portare sulle spalle un fardello forse troppo pesante per lui ed era, soprattutto negli ultimi tempi, molto depresso e sconvolto dall’assoluto disinteresse che l’Amministrazione mostrava per il suo caso, così grave. Sconvolto anche da come, almeno apparentemente, l’individualismo di tanti colleghi sia utilizzato per porsi l’uno al riparo dall’altro, lasciandolo solo con il suo immenso problema. Nicola riferiva, a noi e ai colleghi, di aver ripetutamente chiesto di essere ascoltato dal proprio Capo Dipartimento, ma perché proprio a lui non è mai stato concesso nemmeno un colloquio?
In una delle nostre ultime note, scritta assieme a Nicola, tornavamo a chiedere la convocazione di una apposita riunione di contrattazione, allo scopo di verificare l’applicazione degli accordi transitori sottoscritti in materia di mobilità del personale, nonché ridefinire un nuovo accordo definitivo; questa faceva peraltro seguito ad altre tre precedenti richieste nelle quali, in particolare, chiedevamo la costituzione di una Commissione paritetica sulla mobilità, per esaminare le problematiche applicative delle procedure di mobilità volontaria speciale ex lege 104/92, con particolare riferimento all’accertamento dei requisiti della continuità e dell’esclusività dell’assistenza ai familiari portatori di handicap.
Però, com’era prevedibile, dall’Amministrazione era arrivato l’ennesimo rifiuto, nonostante avessimo addirittura anticipato il ricorso ai giudici del lavoro ai sensi dell’art. 28 legge 300/70.
Ci chiediamo: perché nel suo Ministero non viene applicata la legge 104/92?
Bèh signor Ministro, ora l’urgenza per il caso di Nicola non c’è più. Ora siamo tutti sconvolti per il caso umano e per l’oggettiva indifferenza con cui è stato trattato dall’Amministrazione, consapevoli che in questa Amministrazione la battaglia per i diritti dei lavoratori corrisponda ancora, purtroppo, ad una battaglia di civiltà.
Noi ci siamo trovati invece davanti una nota circolare del 4 agosto, nella quale si richiama il personale a precisi obblighi in materia di trasferimenti, ma nessuna risposta nel merito delle nostre reiterate richieste di chiarimenti e confronto sull’intera gestione della mobilità del personale. Ovvero risposte burocratiche ed insofferenti verso il ruolo del sindacato, ed in particolare della CGIL, evidentemente un sindacato non gradito ai vertici di questa Amministrazione. Ed appare assai singolare tale nota, considerata la discrezionalità che l’Amministrazione ha dimostrato nella gestione dei trasferimenti, nella maggior parte dei casi avvenuti al di fuori delle regole concordate con il sindacato. Singolare e, alla luce di questa tragica vicenda, veramente inopportuna.
Quanto avvenuto a Nicola è un fatto che ha colpito tutti e, per questo, è necessario evitare che possano ripetersi le condizioni che lo hanno spinto ad un gesto di tale gravità. E noi veramente auspichiamo un suo autorevole quanto necessario intervento volto al ripristino di un confronto serio e corretto su questa materia, che spesso incide in modo devastante sulla vita dei lavoratori e per le quali chiediamo semplicemente una coerente applicazione dei principi di tutela vigenti, che per noi rappresentano uno snodo fondamentale per definire la qualità delle relazioni sindacali.
Per questo riteniamo essenziale, oltre a chiedere, ovviamente, un Suo autorevole e risolutivo intervento per risolvere il problema della mobilità volontaria del personale dell’ICRF, l’istituzione di una Commissione paritetica sulla mobilità, allo scopo di poter contribuire a costruire un sereno rapporto con l’Amministrazione e rassicurare i colleghi che chiedono di essere riavvicinati alla propria famiglia o di poter assistere i propri familiari.
Perché vede, Ministro De Castro, il caso di Nicola è solo uno tra tanti altri…

p. la segreteria p. la FP CGIL Mipaaf
FP CGIL Roma Centro

Claudio Meloni  Savino Cicoria

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