Inaccettabili proposte di Brunetta sull’innalzamento età pensionabile per le donne – Comunicato Stampa di Carlo Podda

18 Luglio 2011

Inaccettabili proposte di Brunetta sull'innalzamento età pensionabile per le donne – Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Apprendiamo da fonti giornalistiche quali siano le proposte che il Ministro Brunetta starebbe mettendo a punto sull’innalzamento dell’età pensionabile per le donne nella Pubblica Amministrazione.
 
Entrambe le opzioni fingono di ricalcare il regime vigente, mentre di fatto innalzano da subito a 62 anni (in prospettiva una delle due ipotesi si spinge fino ai 65 anni) l’età minima di pensionamento per le donne.

Proposte per noi inaccettabili.

Ricordiamo a Brunetta che mentre la riforma Dini ha eguagliato il trattamento pensionistico tra settore pubblico e privato, abolendo i trattamenti di maggior favore dei dipendenti della pubblica amministrazione, non è ancora stata applicata la parte della riforma riguardante le pensioni integrative, cosa che vede i dipendenti pubblici come sostanziali debitori. Di fatto 2 milioni di lavoratoti ne sono privi. Inoltre il 53% dei dipendenti pubblici che rientrano nel regime contributivo o misto contributivo/retributivo, dovranno obbligatoriamente maturare i 40 anni di anzianità per poter ottenere un trattamento che varrà non oltre il 60% dell’ultima retribuzione. Su tutto questo, nessuno sembra aver intenzione di intervenire.

Come avevamo previsto, la sbandierata flessibilità di scelta era un inganno, uno specchietto per le allodole. Oggi vediamo il risultato, o almeno lo intravediamo. Al Ministro Brunetta che sostiene che un “lavoratore maschio potrebbe adire il giudice nazionale per ottenere la pensione di vecchiaia a 60 anni” invocando la disparità di trattamento, chiediamo se altrettanto non possa essere sostenuto per la disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e dipendenti privati. Il fatto che ad essere interessati siano solo i primi, ha quasi un sapore punitivo.

Cosa abbia poi a che fare questo obbligatorio ulteriore invecchiamento della forza lavoro nei settori pubblici con la millantata volontà di riformare, innovare, modernizzare le pubbliche amministrazioni, rimane un mistero. Risulta evidente come l’intenzione di Brunetta non sia quella di produrre riforme produttive per i lavoratori, i cittadini e le imprese, ma solo quello di penalizzare i lavoratori pubblici.

Anche in difesa delle donne e dei loro diritti, la Fp-Cgil scenderà in piazza il 13 febbraio.

Roma, 14 Gennaio 2009

X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto