Inpdap: assemblea sindacale sede di Catania

18 Luglio 2011

Documenti dai territori

 
ASSEMBLEA SINDACALE SEDE DI CATANIA

 
In data 15 ottobre si è tenuta presso la sede di Catania un’assemblea del personale che ha visto la partecipazione di tantissimi colleghi. All’ordine del giorno sia la c.d. riforma Brunetta che i bandi per le future progressioni economiche.
Dalla discussione è emersa una forte critica al c.d. decreto Brunetta di attuazione della legge delega del 4/3/2009. Non soffermandoci ulteriormente – poiché oramai dovrebbero essere arcinoti -su quelli che sono i punti fortemente penalizzanti per il pubblico dipendente (percentuale per la corresponsione del salario accessorio e percorsi di carriera che saranno decisi non sulla base dei meriti ma dai dirigenti e/o da altre autorità secondo criteri non ben definiti; inasprimento delle sanzioni disciplinari ecc.), con questo documento vogliamo lanciare alcune proposte ai colleghi di tutto il territorio nazionale affinché si condivida quello che diremo e dare così un forte scossone all’immobilismo soprattutto di alcune sigle sindacali e dei Dirigenti dell’Istituto.
Però prima di tutto è bene fare alcune considerazioni.
Per quel che riguarda il nostro comparto è di tutta evidenza che l’incentivazione garantita dal salario accessorio ha permesso di raggiungere traguardi importanti (ampiamente certificati) in termini di quantità e qualità delle prestazioni istituzionali. Il decreto Brunetta non solo farà in modo che questi risultati saranno per il futuro difficilmente realizzabili, ma finirà col compromettere anche le stesse relazioni all’interno dell’ufficio, rischiando di avvelenare quel clima di partecipazione al lavoro di gruppo per il raggiungimento di obiettivi che col passare degli anni sono diventati via via più rilevanti e la cui programmazione non ha tenuto conto delle nuove competenze assunte dal nostro Istituto accompagnate da una progressiva riduzione del personale.
La favoletta che vogliono propinarci dicendoci che la limitazione dell’accesso alle risorse del salario accessorio servirà da incentivo a fare di più, non solo non ci convince, ma ci fa capire come le riforme fatte non siano mirate al raggiungimento di obiettivi in termini di qualità, efficienza ed economicità dell’azione delle PP.AA. Quando si spara nel mucchio senza guardare alla storia ed ai risultati raggiunti amministrazione per amministrazione, si mostra con tutte evidenza come il disegno politico di questo Governo non è quello di far crescere la P.A., ma solo di indebolirla ulteriormente, con possibili gravi ripercussioni sul servizio reso agli utenti che finirebbero con l’essere più penalizzati che avvantaggiati.
Non siamo così sciocchi da pensare che nel pubblico vada tutto bene. I sindacati confederali nel 2007 siglarono il Memorandum per la riforma del pubblico impiego, nel quale si evidenziavano le criticità e si stabilivano dei percorsi concertati per una vera riforma della P.A.. Ovviamente di quel documento non si è tenuto conto, perché questa è la considerazione che il Governo in carica ha dei sindacati in generale ed in particolare di quelli che rappresentano i pubblici dipendenti.
Ecco le proposte più significative che sono emerse dal dibattito in Assemblea
1) AZIONE DI SENSIBILIZZAZIONE DA PARTE DEI VERTICI DEL NOSTRO ISTITUTO FINALIZZATA ALLA MODIFICA LEGISLATIVA RELATIVA AI CRITERI DI ASSEGNAZIONE DEL SALARIO ACCESSORIO;
2) IN CASO DI ESITO NEGATIVO DELL’AZIONE DI CUI AL PUNTO 1), FORME DI PROTESTA GIUSTIFICATE DALLA MANCANZA DI FORTI INCENTIVI A RIMUOVERE QUEGLI OSTACOLI DI NATURA INFORMATICA, LOGISTICA E ORGANIZZATIVA CHE AD OGGI IMPEDISCONO DI FATTO UNA FLUIDA PRODUTTIVITA’;
3) DICHIARAZIONE DELLO STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE DELLE SEDI;
4) ACCESSO AL LIVELLO ECONOMICO SUCCESSIVO PER COLORO CHE NON HANNO BENEFICIATO DI ALCUN AVANZAMANETO NE’ ECONOMICO NE’ GIURIDICO NEGLI ULTIMI CINQUE ANNI.

F.TO LA RSU DELLA SEDE
MARIO VADALA’
FABIANO PAOLA
RANIERI NICOLA
SALINA GIUSEPPINA
D’ANNA GIOVANNA

 
 

 
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