Inpdap: comunicato del coordinamento

18 Luglio 2011

 

Comunicato

 
I generali arzilli che escono dalla porta e rientrano dalla finestra…
 

Con un salto che ricorda quello della staccionata nella pubblicità dell’olio cuore, il Dr. Scialdone, scavalcando ogni ostacolo, continua la sua avventura in Inpdap.

Per chi non conoscesse il personaggio, si tratta di un ex carabiniere preso all’Inpdap con un contratto da Dirigente ex art. 19 del Dlgs 165/2001 (vuol dire senza concorso) e adibito all’incarico di Economato e Facility manager in Direzione Generale.

Dopo vari rinnovi del contratto individuale, arrivano anche per lui i 65 anni e poi i fatidici 67anni, prescritti dalla legge quale termine ultimo per l’abilità al lavoro e individuati, tra l’altro, in un regolamento interno quale traguardo, non ulteriormente prorogabile, dell’età pensionabile.
Ci si aspetterebbe a questo punto l’usuale party di congedo e la conclusione della esperienza del Dr. Scialdone in Istituto.
E INVECE NO!
Con il suo preziosissimo apporto lavorativo, il generalissimo si guadagna praticamente UN VITALIZIO con il titolo di consulente per le frodi.
Per le consulenze non c’è nessun vincolo di età, Direttore e Presidente, per una volta, sono d’accordo, ed ecco riapparire magicamente il Generale, adibito ad altro incarico.

Varie a questo punto sono le domande…che sorgono spontanee:
– Perché i costi delle consulenze possono aumentare mentre l’Amministrazione taglia e risparmia solo sui lavoratori delle Aree?

– Perché in alcuni casi l’Amministrazione trova un modo per schivare una norma di legge e in altri casi si trincera proprio dietro ai vincoli della legge per non lasciare spazi ai lavoratori, al loro stipendio, alla qualità della loro vita?

– Che esempio danno gli Organi di questo Istituto, avallando operazioni discutibili, ai lavoratori che ogni giorno sono vessati da performance, indici, valutazione e non sanno neppure il futuro che li aspetta?

– Perché l’attenzione ai problemi della gente di questo Ente cala mano a mano che calano gli stipendi e gli appoggi di chi rappresenta questi problemi ( non da ultimo gli interinali, ma ci sono i comandati etc…)?
L’art. 7 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo recita:” Tutti sono uguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, a una uguale tutela”!

Forse che all’Inpdap questa Dichiarazione non vale?

Roma 16/3/2011
 

Il Coordinatore nazionale
FPCGIL Inpdap
Marinella Perrini

 
 
 
 

 
 
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