Inps: circolare Inps su linee di intervento attività di vigilanza 2009

18 Luglio 2011

CACCIA ALLO STRANIERO

 
Con la circolare n. 27 del 25 febbraio 2009 l’INPS traccia le linee di intervento per l’attività di vigilanza 2009.

Le linee di intervento risentono pesantemente delle linee guida per la programmazione strategica dell’attività di vigilanza del Ministero del Lavoro e della direttiva Sacconi del settembre 2008.
Cambia il ruolo dell’ispettore che non deve più esclusivamente preoccuparsi di verificare la regolarità rispetto ai lavoratori dipendenti ma assume anche un ruolo di “consulente” rispetto all’azienda con interventi di tipo “informativo-prevenzionale” .

Che l’aria fosse cambiata era evidente già dalle direttive impartite agli ispettori del lavoro e dalle nuove norme (vedi abolizione del libro matricola e istituzione del libro unico del lavoro).
l’Inps si adegua e come al solito va ben oltre.

Nell’identificare le aree di intervento si inventa il termine “Azienda Etnica”
La circolare identifica tali aziende con quelle realtà economiche gestite da minoranze etniche o organizzate con l’impiego di lavoratori appartenenti alle citate minoranze.

L’INPS giustifica tale scelta indicando quale “obbligo” ad agire una direttiva della comunità europea.
La direttiva europea in questione introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano immigrati irregolari nell’ U.E.
L’art. 15 di tale direttiva, citato nella circolare n. 27, cita testualmente :
“Gli Stati membri garantiscono che ogni anno almeno il 10% delle imprese stabilite sul loro territorio siano oggetto di ispezioni ai fini del controllo dell’impiego di cittadini di paesi terzi in posizione irregolare.”

L’Unione Europea non dice di controllare le Aziende Etniche (termine coniato dall’INPS) ma invita gli stati membri a stanare le imprese che utilizzano lavoratori extracomunitari irregolari.

Ora, identificare tale realtà solo con le aziende etniche ci sembra leggermente riduttivo, ci puzza di razzismo e crediamo non darà grossi risultati in termini di emersione.

La caccia all’azienda cinese o all’ambulante senegalese piuttosto che al ristorante indiano sotto casa da l’idea di un accanimento esclusivo verso le imprese extracomunitarie e di un lassismo verso le altre imprese che di certo non ci sembrano esenti dall’utilizzo di lavoratori extracomunitari.
La crisi che sta stravolgendo le imprese italiane e l’aumento esponenziale di disoccupati ha di fatto alterato il mercato del lavoro è il ricatto occupazionale diventa un tangibile e serio problema.
Nella disperata ricerca di un nuovo lavoro il rischio vero è che saltino tutte le tutele, previdenziali assistenziali e di sicurezza sul posto di lavoro.
E’ questa la sfida che gli Enti devono affrontare, non serve inventarsi le “aziende etniche” ma occorre svolgere un ruolo che tenda a mantenere e difendere i diritti dei lavoratori tutti, e per far ciò bisogna uscire dalla logica “quantitativa” dell’attività di vigilanza per passare a una logica “qualitativa”.

Roma, 05/03/2009
 
p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
Oreste Ciarrocchi

 
 
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