Leggiamo con piacere le dichiarazioni di Sergio Casartelli, presidente dell’Avis Milano, e ci uniamo al suo appello al Ministro Brunetta, affinché si elimini la norma odiosa che taglia la retribuzione per i lavoratori che effettuano donazione di sangue.
Come spesso ci capita di notare, in questo paese ci si ccorge di star seduti sui binari quando il treno è in dirittura d’arrivo. Anche in questo caso, la denuncia dell’Avis arriva tardiva, dopo un’attesa di intervento da parte del Ministro a nostro avviso troppo lunga.
Ma arriva, e non possiamo che concordare con Casartelli sulla pericolosità del provvedimento, che non solo comporta un vero e proprio ostacolo alla donazione, quasi un impedimento, ma nasconde costi sociali incalcolabili.
Chi provvederà al fabbisogno del nostro sistema sanitario a seguito della diminuzione delle donazioni? Con quali fondi? I risparmi dovuti ai tagli alle buste paga compenseranno questi costi?
Speriamo che Brunetta lo capisca, magari sensibilizzato dalla Giornata Mondiale del donatore di sangue, che in Italia sarebbe utile diventasse (mi permetto di dare agli amici dell’Avis questo spassionato consiglio) la giornata per il diritto alla donazione, nonostante io avverta quanto una cosa del genere possa risultare paradossale.
Roma, 9 Giugno 2009