La casa come Diritto. La questione abitativa e nuove domande sociali “Il ruolo degli operatori” – Comunicato stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale FP CGIL

18 Luglio 2011

La casa come Diritto. La questione abitativa e nuove domande sociali "Il ruolo degli operatori" – Comunicato stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale FP CGIL


La 1^ Conferenza Nazionale della Funzione Pubblica CGIL – La Casa come diritto, che si è svolta a Roma il 26 Febbraio ha recepito la richiesta da più parti avanzata circa la necessità di istituire un “tavolo di confronto” per la individuazione dei livelli essenziali per l’edilizia pubblica residenziale, e la definizione di un piano di edilizia pubblica.

Come evidenziato dai molteplici interventi nel nostro paese la questione casa risponde ad una vera e propria emergenza. Questa situazione se non adeguatamente governata può assumere contorni imprevedibili. La risposta a questa emergenza non può essere fumosa e tattica, come sembra essere quella proveniente dalle fila del Governo.

Infatti, il Presidente Berlusconi nel declinare le linee di un ipotetico “piano casa” ha suscitato un forte effetto mediatico e generalizzato nel paese l’idea di un possibile condono preventivo per piccoli e grandi abusi.

Con precisione non si sa bene cosa sia questo, già famoso, piano. Esso sembra formato sostanzialmente da due elementi: semplificazione e deroghe per aumento di cubatura.

Non c’è nessuno che si oppone alla semplificazione delle procedure, ma a condizioni che sotto questa veste non si contrabbandino altri meccanismi. La proposta, per quanto se ne sa, intenderebbe sostituire la “licenza edilizia”, rilasciata dal comune, con il “parere di conformità” da parte di un tecnico che con una perizia giurata dichiara la conformità dell’edificazione alle norme vigenti e al piano regolatore può permettere l’immediato inizio dei lavori. Se ne può discutere sotto condizioni.

La parte consistente del piano del Governo è tuttavia quella dell’aumento delle cubature del costruito: aumento del 20%, 30% e 35%, secondo una diversa casistica, per edifici residenziali e commerciali anche in deroga ai piani vigenti. Questa dovrebbe essere la norma che “mette il turbo” nel settore edilizio a costo zero.

Sarebbe utile altresì, e l’ipotetico piano sembra del tutto carente di un adeguato piano finanziario per la costruzione di case di edilizia pubblica ed economica per una gran mole di domanda assolutamente non compatibile con gli attuali prezzi di mercato (anche degli affitti).

In conclusione la prima Conferenza ha tra l’altro hanno recepito la richiesta avanzata dall’Anci, da SUNIA e SICET, per una proposta di modifica della Legge 431 che disciplina il mercato privato delle locazioni, fissando un tetto massimo di affitto a fronte di benefici fiscali”. Dalla Conferenza Nazionale è emerso chiaro e forte l’intento di voler contribuire con le forze parlamentari disponibili ad apportare concrete line di modifica al piano casa in discussione, al fine di dare risposta alla grave emergenza abitativa, inserendo nel piano il valore sociale e pubblico della casa.

La FP CGIL e le Organizzazioni e le Istituzioni presenti alla prima Conferenza hanno respinto con forza l’ipotesi interpretativa che si evince dal piano casa, circa il cambiamento ordinamentale in corso orientato ad una ristrutturazione del comparto e dell’intervento pubblico verso schemi e stili di welfare abitativo organici ad un modello di ” Stato sociale minimo.

Si denuncia il tentativo di riposizionare le politiche pubbliche per la casa sul comparto del Social housing, abbandonando del tutto l’intervento diretto sovvenzionato e puntando a realizzare, con regimi di project financing e di partenariato pubblico privato offerte abitative la cui connotazione sociale risiede solamente nel fatto di proporre una purchessia edilizia residenziale sottomercato.

Per la CGIL è pregiudiziale l’impegno dello Stato , che deve garantire adeguati investimenti, finalizzati non solo alla costruzione di nuove abitazioni ma anche e soprattutto , alla manutenzione straordinaria per l’edilizia residenziale pubblica, insieme ad azioni di recupero di immobili pubblici e di riqualificazione dei quartieri periferici.

Per tutte le sopraesposte considerazioni e proposte si rende urgente l’apertura di un tavolo di confronto, compatibile con la tempistica dei lavori parlamentari per la definitiva approvazione del piano casa.
 
Roma 17 Marzo 2009

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