Dopo mesi di roboanti annunci, di mirabolanti promesse, di piani industriali per ridare efficienza e dignità ai servizi pubblici in questo Paese, il ddl Brunetta di riforma del rapporto del lavoro pubblico è stato definitivamente approvato al Senato. Ha ottenuto una striminzita maggioranza di 4 voti, la dichiarazione di voto contrario e l’abbandono dell’aula da parte della opposizione. Il tutto dopo una prima votazione dove era venuto meno il numero legale.
Per essere un provvedimento che doveva, secondo alcuni, rappresentare il primo fulgido esempio di politica bipartisan, non c’è male davvero. E’ stato invece il primo segnale positivo dato dall’opposizione di fronte ad una legge onestamente impresentabile. C’è da pensare che su questo mutato atteggiamento (solo pochi mesi fa il Pd al Senato si era astenuto), un qualche peso l’abbia avuto anche l’opposizione sociale che con forza è tornata a far sentire la sua voce con lo sciopero e la straordinaria manifestazione nazionale del 13 febbraio scorso in Piazza S. Giovanni a Roma.
segue…
26/02/2009