Lavoro – Comunicato: il caso ATESIA e gli ispettori del lavoro

18 Luglio 2011

Comunicato: il caso ATESIA e gli ispettori del lavoro

Al Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, On. Cesare DAMIANO
Al Ministro della Solidarietà Sociale, On. Paolo FERRERO
Alle segreterie regionali e territoriali FP CGIL
Ai lavoratori del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e del Ministero della Solidarietà Sociale 

In questi giorni di fine estate si sta sviluppando un interessante dibattito politico- istituzionale sul caso ATESIA.
In questa azienda lavorano migliaia di lavoratori in condizioni contrattuali e di lavoro che ci ricordano quelle della rivoluzione industriale dell’800 :salari incerti e spesso irrisori, turni di lavoro massacranti, nessuna sicurezza per il mantenimento del posto di lavoro, scarso peso del sindacato.
Niente di diverso rispetto alla moltitudine di lavoratori precari che operano nel nostro paese da quando il governo di centro destra ha varato la legge 30 ed i suoi decreti applicativi.

Ed allora quali sono gli elementi che hanno scatenato tanto interesse?

Da un lato il fatto che alcuni di questi lavoratori hanno avuto il coraggio di chiedere un intervento da parte dell’organo istituzionale che da sempre, con alterne vicende, con scarsi mezzi, ma sicuramente con grande senso dello Stato e dei suoi principi costituzionali ha il compito di tutelare il lavoro ed i lavoratori e cioè quello che comunemente viene conosciuto come Ispettorato del lavoro.
Dall’altro che gli ispettori sono andati in azienda e, malgrado i limiti che la legge 30 ha inserito nell’ordinamento, hanno accertato che i rapporti di lavoro in quella azienda non potevano che configurarsi come rapporti di lavoro subordinato e come tali dovevano essere trasformati in rapporti a tempo indeterminato.
Immaginiamo con quale senso di reponsabilità, con quale serietà ed anche con quale comprensibile ansia gli ispettori si sono trovati ad esprimere le loro conclusioni, ben sapendo che un esito di quel genere avrebbe avuto delle conseguenze su tutto il settore dei call center e più in generale negli ambiti in cui vengono utilizzate in un certo modo quelle fome contrattuali.
Le proteste infatti, come comprensibile, non sono mancate.
Tuttavia siamo rimasti francamente perplessi nel leggere le dichiarazioni del Ministro del lavoro Damiano riportate sulla stampa.
Intanto ci aspettavamo un segnale di sostegno al lavoro svolto dagli ispettori, ai quali, ma è appena il caso di dirlo, va tutta la nostra solidarietà ed apprezzamento per quanto fatto.
E ci sembra opportuno chiedere più coraggio nell’affrontare la situazione.
Negli ultimi anni, infatti, abbiamo svolto una attività sindacale in modo molto difficile, sapendo comunque che l’interlocutore politico sosteneva posizioni a noi lontane, basando la sua politica di intervento sul mercato del lavoro, incentivando queste forme di precariato, affievolendo i diritti e le tutele dei lavoratori, consegnandoli ad una nuova “classe padronale” che costruiva la sua ricchezza su queste nuove forme di povertà , di sfruttamento e di incertezza.
Per questo occorre una presa di posizione più chiara e decisa nell’affrontare la questione del precariato, né può bastare l’ultima circolare sui call center che segue troppo la strada delineata nel passato.
Non possiamo non sottolineare che la questione del precariato deve essere risolta se vogliamo costruire un paese diverso nel quale tutti abbiano il diritto di essere cosiderati cittadini con quella dignità che viene dal lavoro e che è messa in evidenza dalla nostra Costituzione.
Non possiamo non sperare che il lavoro pubblico faccia finalmente da volano per ricostruire una sana economia nel Paese, partendo proprio dal risanamento di tutte quelle situazioni di precariato che lo hanno indebolito e snaturato in questi ultimi anni.
Ci chiediamo come mai, a fronte del caso ATESIA, che è venuto all’attenzione pubblica, nessuno si ponga il problema che un gran numero di commesse di questa azienda venga proprio dallo Stato e da altri enti pubblici.
Sappiamo bene che adesso tutto verrà rimesso ai ricorsi e che la definizione del caso di specie è ancora lontana.
A noi resta la soddisfazione che lo Stato, in questo caso rappresentato dagli Ispettori, abbia fatto sentire la sua voce, sottolineando il rispetto delle regole, ed esercitato la sua funzione di organo super partes.
Riteniamo che il caso Atesia costituisca una valida occasione per affrontare con chiarezza il ruolo degli Ispettori del Lavoro, la recente controriforma dei Servizi ispettivi e la Legge 30, attraverso netti segnali di discontinuità e di cambiamento.

Roma, 30 agosto 2006

Il Coordinatore Nazionale FP CGIL Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo

Il Segretario Nazionale Fp Cgil Funzioni Centrali
Alfredo Garzi

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