Il Sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo ha annunciato alla stampa la firma di un accordo stralcio sul nuovo contratto integrativo della Giustizia definendolo ‘un primo passo importante’ verso il miglioramento dell’efficienza e l’efficacia del servizio: ancora una volta, come è spesso avvenuto durante le trattative, ha dimostrato di non conoscere l’argomento di cui parla.
Dice infatti che l’accordo è stato sottoscritto da due OO.SS legittimate, ma omette che queste OO.SS non rappresentano la maggioranza dei lavoratori; quando parla del nuovo ordinamento menziona la ‘flessibilità’ nell’ambito dei profili professionali omettendo che l’accordo in questione viola il Contratto Nazionale in almeno 6 punti proprio per quanto attiene il principio della ‘flessibilità’, in quanto separando le funzioni e demansionando il personale porterà ad un sicuro peggioramento del servizio e ad una divisione del lavoro che va contro ogni principio di buona organizzazione.
Omette altresì che le OO.SS FPCGIL, UILPA, RdB e FLP, che invece rappresentano la maggioranza dei lavoratori, hanno presentato un progetto alternativo, che trova la sua ragione nel DPEF 2010/13 presentato dal Governo, e un ordinamento professionale che rispetta il Contratto Nazionale ed è improntato a principi di flessibilità ed efficienza, ma che la sua Amministrazione non ha ritenuto neanche di prendere in considerazione, in spregio delle numerose proteste dei lavoratori che proprio ieri hanno manifestato a Piazza Montecitorio.
Evidentemente è nello stile del Ministro Alfano e dei suoi collaboratori dire bugie sull’efficacia del servizio della giustizia.
La legge sul ‘processo breve’ come affermato da un importante dirigente del Ministero durante una trattativa, è un’invenzione della stampa ed in realtà si tratta di una legge sull’estinzione dei processi.
Aggiungiamo che con gli uffici giudiziari in queste condizioni e con il nuovo ordinamento l’estinzione dei processi non è una possibilità ma una certezza: è questo l’unico obiettivo che il Governo vuole raggiungere ed i beneficiari non saranno i cittadini.
Roma, 17 dicembre 2009