Lettera al Capo Dipartimento

18 Luglio 2011

Lettera al Capo Dipartimento

 
Roma, 14 giugno 2008

Al Sig. Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile
Presidente Melita Cavallo

Al Sig Direttore Generale del personale e della formazione
Dr. Luigi Di Mauro

Egregio Presidente, Egregio Direttore Generale,
da oggi non esiste più la sanità penitenziaria che in virtù del DPCM del 1 Aprile 2008 ed in attuazione del dettato costituzionale, trasferisce tutte le proprie risorse al sistema sanitario nazionale, al fine di offrire i propri servizi a tutti i cittadini, anche quelli detenuti. Questo è il risultato di una lunga battaglia di civiltà, che per concretizzarsi ha dovuto superare gli ostacoli posti alla sua realizzazione da portatori di interessi particolari e da quanti hanno ritenuto che la riforma sgretolasse posizione di potere, tanto cristallizzate quanto ormai pletoriche.
Il transito delle risorse – che sono economiche, di beni materiali e di personale – è evidentemente un passaggio delicato che, pur essendo disegnato compiutamente nelle sue fasi dallo stesso DPCM, richiede uno sforzo di collaborazione tra i due Dipartimenti interessati e le Regioni.
In questo senso apprezziamo la tempestività del Dipartimento per la Giustizia Minorile e del Direttore Generale del Personale, Dr. Luigi Di Mauro, che ha già disposto il Decreto previsto dal comma 7 dell’art. 3 del DPCM, che noi condividiamo nella sua sostanza.
Preoccupa invece la nota di trasmissione dello stesso Decreto, a firma del dirigente dell’Ufficio I della Direzione Generale del personale e della formazione, che introduce elementi non previsti dal Decreto del Direttore Generale e dal DPCM.
Ci riferiamo nello specifico al paragrafo in cui detto dirigente dispone che “il personale indicato, dal 14 giugno 2008, dovrà presentarsi in servizio secondo le indicazioni che riterrà codesto Dipartimento sociale”.
Di quale Dipartimento sociale scrive il dirigente? Forse il dirigente non sa che non in tutte le Regioni la materia del transito è curata dai Dipartimenti sociali e che anzi quasi tutte si avvalgono dei Dipartimenti della sanità?
Ma non è questo il punto. Il dirigente dovrebbe invece sapere che il transito giuridico dei contratti richiede tempo e che per questo motivo il DPCM prevede che sino al 30 settembre il trattamento economico dei lavoratori, salvo i conguagli che sono a carico del Sistema sanitario nazionale, sarà ancora erogato del Dipartimento; dovrebbe sapere che l’erogazione dei servizi deve essere concordata, anche attraverso protocolli, con le Regioni e con le Aziende sanitarie nel cui territorio insistono i servizi della giustizia minorile. Allora continuiamo a chiederci dove dovrebbero presentarsi i lavoratori che oggi transitano nella sanità?
Ma soprattutto, siamo convinti che lunedì prossimo quelle due righe scritte fuori contesto nella nota di trasmissione del Decreto, che hanno già generato confusione tra gli operatori interessati, potrebbero produrre criticità nella continuità dell’erogazione dei servizi per i minori. Se ciò dovesse verificarsi, evidentemente, la responsabilità di eventuali disguidi o tentativi di sabotare la riforma non potrebbero che essere addossati al firmatario della nota.
Per questo motivo, per salvaguardare anche quel dirigente e perché in questo caso la Direzione dell’Amministrazione ha nella pratica dimostrato di perseguire quanto previsto del DPCM Le chiediamo, Presidente Cavallo, di intervenire tempestivamente, chiarendo già da oggi al personale interessato ed ai direttori dei servizi della giustizia minorile le linee cui dovranno attenersi, in attesa che si realizzi compiutamente il transito delle funzioni sanitarie, per garantire la continuità nell’erogazione delle prestazioni sanitarie e la continuità lavorativa degli operatori.
Distinti saluti.

p. la Fp Cgil Nazionale
Giustizia Minorile
Il Coordinatore nazionale

Gianfranco Macigno 

 
 

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