Lettera unitaria al Ministro Gentiloni

18 Luglio 2011

Lettera unitaria al Ministro Gentiloni

FP CGIL CISL FPS UILPA
 
Roma, 6 giugno 2007

On.le Paolo Gentiloni
Ministro delle comunicazioni
Largo Pietro di Brazzà, 86
00186 ROMA

Avv. Vincenzo Nunziata
Capo di Gabinetto
del Ministro delle comunicazioni
Largo Pietro di Brazzà, 86
00186 ROMA

Dr. Marcello Fiori
Segretario generale
del Ministero delle comunicazioni
viale America 201
00144 ROMA

Onorevole signor Ministro, le scriventi organizzazioni sindacali con la presente nota, intendono comunicarLe, in maniera unitaria, i commenti allo schema di regolamento di organizzazione del ministero delle comunicazioni.
L’impianto che sta alla base dello schema nella sua totalità, a nostro giudizio, appare confuso così come lo sono le funzioni che dovrebbero annunciarne e chiarirne la missione propria del dicastero. Avvertiamo uno squilibrio generale tra le direzioni sia nelle dimensioni sia nei compiti assegnati. Sembra quasi che ci sia il bisogno di creare direzioni generali più per giustificare poltrone che per perseguire un progetto definito.
La mancanza di una relazione tecnico-finanziaria di certo non aiuta il lettore a comprendere lo spirito che anima l’estensore del provvedimento.
Tutto ciò ci stupisce profondamente e ci induce a pensare ad una distrazione della parte politica che, delegando il compito di redazione ad autori che mal conoscono la materia “comunicazioni”, declassa l’intero provvedimento, nel quale conseguentemente non si intravede nessuna linea ispiratrice, nessun progetto, nessuna missione.
Alcune funzioni risultano sparse con casualità nelle varie direzioni generali, molte duplicate, mentre altre sono assegnate a direzioni generali prive di personale qualificato e professionalizzato il cui reperimento mal si concilia con le criticità già esistenti nelle altre direzioni generali.
Entrando nel particolare, la figura del segretario generale distinta dal segretariato generale nonché le funzioni ascritte appaiono più confacenti ad altro modello organizzativo senza peraltro correttamente istituirlo.
Il testo presenta una mancanza di coerenza nel trattare le funzioni svolte dalle direzioni generali, che solo apparentemente sono per materia.
Eclatante è il caso dei settori Radiotelevisivo e delle Comunicazioni elettroniche, dove non è attuata una scelta né per competenze né per materia, con il risultato di nuocere fortemente all’efficienza e all’efficacia dell’azione amministrativa.
Anche la forma risulta ambigua, la nuova denominazione della Direzione generale per la qualità del servizio postale nasconde il futuro declassamento da attività di regolamentazione ad esclusiva e unica attività qualità del servizio? E perché, attività qualificanti e strategiche, quale il monitoraggio, il controllo ecc. non sono affidate, in maniera univoca, alle strutture del ministero, ma possono essere assegnate a soggetti terzi?
Anche la nuova Direzione generale qualità dei servizi al mercato e al territorio sembra risentire della confusione che aleggia in tutto lo schema di regolamento, infatti, le competenze sono collegate a doppia maglia con quelle di altre Direzioni, circostanza che mal si concilia con la tanto decantata razionalizzazione e semplificazione amministrativa. Infine, fatto preoccupante con quale risorse e quale personale è creata? Quali risorse finanziarie ne consentiranno una effettiva funzionalità?
E’ di tutta evidenza, iniziando dalla sua impropria denominazione, l’intento di sminuire la funzione del prestigioso Istituto Superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione a Direzione Generale. L’Istituto Superiore, che vale la pena ricordare quest’anno compie cento anni, in qualità di organo tecnico-scientifico avrebbe l’impellente ed improcrastinabile esigenza di essere considerato come tutte le altre strutture similari dello Stato, acquisendo quella autonomia e flessibilità che sole possono permetterne la funzionalità, come peraltro più volte indicato da leggi purtroppo mai applicate (legge 249/1997, legge 3/2003, d.lgv. 366/2003).
Altra preoccupazione desta relativamente agli ex “Ispettorati Territoriali”, nel testo strutture territoriali, la mancanza di riferimento al loro elenco, nonché la delega a successivi provvedimenti di natura non regolamentale che prestano il fianco ad interpretazioni e supposizioni non solo sul numero ma anche sul ruolo e sulle competenze che in analogia alle altre direzioni generali non sono imputate neppure alla direzione generale per la qualità dei servizi al mercato e al territorio.
Dallo schema di regolamento presentato si evince la volontà di svuotare di contenuti effettivi e di sacrificare l’efficacia delle varie Direzioni Generali così come sembra non sia tenuto in alcun conto la legge finanziaria 2007 da cui trae giustificazione, né delle più elementari regole con cui va riveduta una organizzazione complessa come un ministero con i suoi Ispettorati Territoriali ed un ente tecnico-scientifico come l’Istituto Superiore CTI.
Onorevole signor Ministro, alla luce di quanto leggiamo appaiono ormai lontane le parole con cui, nello scorso settembre, Lei esprimeva la volontà di un rilancio del Suo dicastero, anche utilizzando il confronto e la concertazione con le parti sociali, ciò al fine di consentire e promuovere una nuova e più importante funzione del suo dicastero nel Sistema Paese, improntato a recuperare la fondamentale funzione di controllo, e svincolato da logiche che hanno caratterizzato la precedente gestione e azione politica.

FP CGIL
CISL FPS
UILPA
Francesco di Carlo
Carlo Filacchioni
Sebastiano Ferraro

X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto