Medici – Certificati di malattia on line, oltre la circolare di Brunetta serve un tavolo con i sindacati

18 Luglio 2011

NEWS

Certificati di malattia on line, oltre la circolare di Brunetta serve un tavolo con i sindacati

 
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici
e di Nicola Preiti, coord. naz.le FP CGIL Medici Medicina Generale


 

La nuova Circolare del Ministro Brunetta con le indicazioni operative per la trasmissione dei certificati di malattia on line – la n. 1 dell’11 marzo 2010 pubblicata sulla GU n.112 del 15 maggio 2010 – da sola è insufficiente a far partire realmente tutto il sistema.
Senza il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali mediche maggiormente rappresentative sia della dipendenza che della convenzionata, il 19 luglio 2010, data ultima di avvio a regime della trasmissione per via telematica, rischia di essere un flop.
Abbiamo sempre condiviso l’obbiettivo dei certificati medici on line, a tutela dei lavoratori e dell’efficienza della pubblica amministrazione, ed abbiamo apprezzato il recepimento da parte del Ministro Brunetta delle nostre proteste rispetto alle drastiche ed inique sanzioni per i medici senza adeguate risorse, e impossibilitati a documentare patologie quali la cefalea.
Riteniamo infatti che il cittadino abbia il diritto ad avere una certificazione da parte del medico, anche per malattie non oggettivabili. Per formulare la diagnosi e la prognosi basterà infatti la presunzione sulla base di dati semplicemente acquisiti durante la visita, come già previsto dalla Circolare 5 del 28 aprile 2010.
Adesso c’è però bisogno di un coinvolgimento dei sindacati rappresentativi di tutti medici interessati, insieme alle Regioni, per poter risolvere tutte le gravi criticità presenti, dalla imperante disinformazione alla mancanza delle adeguate risorse, dai problemi tecnici di software alla mancanza di linea Adsl. Per questo riteniamo sia necessario, al di là della circolare, un tavolo di confronto a tre, Governo, Regioni ed organizzazioni sindacali.
Non vorremmo che tra due mesi una buona intenzione non si concretizzi in gran parte del paese, danneggi i lavoratori e l’amministrazione pubblica, e poi sul banco degli imputati siano impropriamente messi i medici.

 

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