I lavoratori dipendenti italiani hanno perso in dieci anni circa 5.500 euro di potere d’acquisto. E’ questo il dato che emerge dal V rapporto IRES CGIL ‘Salari in Italia – 2000-2010.
Le retribuzioni, nel corso degli ultimi dieci anni, hanno avuto a causa dell’inflazione effettiva più alta di quella prevista, una perdita cumulata del potere di acquisto di 3.384 euro ai quali si aggiungono oltre 2 mila euro di mancata restituzione del fiscal drag, che porta la perdita nel complesso a 5.453 euro.
La crisi dei salari, secondo Epifani, è la conseguenza di una forte pressione fiscale sulle retribuzione di lavoro dipendente e sulle pensioni “non è più accettabile che il bene più scarso, il lavoro, sia oggi più tassato di altre forme di reddito”, è necessario quindi “un intervento urgente che sgravi il lavoro dipendente, e che sposti la tassazione dai salari e dalle pensioni alle grandi ricchezze e ai grandi patrimoni”.