Medici – Medicina generale: la trattativa degli equivoci senza fine

18 Luglio 2011

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Medicina generale: la trattativa degli equivoci senza fine

 
COMUNICATO STAMPA di NICOLA PREITI,
Coordinatore nazionale FP CGIL Medici medicina convenzionata

 
La abbiamo battezzata trattativa degli equivoci, ed abbiamo denunciato una trattativa “a perdere”. E ci siamo presi insulti a non finire, per aver detto la verità sulla trattativa per il rinnovo della convenzione di medicina generale fin dal suo inizio.
Purtroppo era tutto chiaro dal momento della presentazione della prima bozza Sisac (concetto dei pre-requisiti) del 16 luglio 2008, ma i sindacati maggioritari dicevano che tutto andava sostanzialmente bene, bisognava solo mettere a punto qualche “dettaglio”. E così si è proceduto.
La FP CGIL Medici ha sostenuto che, trattandosi di arretrati di una convenzione scaduta nel 2005, bisognava immediatamente (in un mese) compensare questo gap riconoscendo il 4,85% come parziale recupero dell’inflazione e dell’incremento dei costi sostenuti dai medici per svolgere la propria attività. Niente di più di quello già ottenuto dalla dirigenza medica.
Bisognava poi continuare la trattativa per modificare la parte normativa e l’assetto delle cure primarie nella misura possibile, definita da un progetto nazionale e dalle risorse messe specificatamente sul tavolo dal Governo e dalle Regioni. Questo evidentemente non interessa molto, visto che le Regioni si sono impegnate ad avere meno vincoli nazionali possibili nella gestione delle cure primarie, e il Governo vaga tranquillo sulla velleitaria nuvoletta di improbabili linee guida sperimentali che per incanto creerebbero un nuovo mondo per la medicina generale.
Abbiamo denunciato il sottofinanziamento del rinnovo, perché si aggiungevano altre funzioni (costi per medici) e perché buona parte era eroso dall’incremento della contribuzione ENPAM e dall’oneroso ed ingiustificato raddoppio della quota assicurativa (da 0,36 % a 0,72%) senza alcuna evidenza delle maggiori tutele.
Abbiamo sostenuto l’ adesione all’informatizzazione e al progetto Tessera sanitaria e ricetta elettronica, ma non si poteva accettare che questo influisse sempre sul fantomatico 4,85%.
Per i maggioritari andava tutto bene, le nostre erano solo polemiche strumentali per farci notare, i soliti disfattisti. Stavano già impegnati per il secondo biennio. Si è sbandierato il preaccordo del 22 dicembre come un risultato storico che avrebbe cambiato la medicina generale mentre la FP CGIL Medici parlava di campane che “stonano a festa”. Le aggregazione funzionali e le unità di cure complesse erano gli importanti traguardi raggiunti.
Nell’incontro del 16 aprile è stato esaminato un testo rappresentato dall’articolato della attuale convenzione modificato soltanto dal pedissequo inserimento del testo del preaccordo, modificando o cassando le parti normative in contrasto. Si è soltanto specificata meglio qualche parte che avrebbe potuto creare problemi interpretativi come il persistere delle associazioni attuali nella fase di transizione. Nient’altro, tanto che avremo voluto altre modifiche ma non c’è stata la possibilità per non andare a toccare il pre-accordo. Tutto è stato rinviato al prossimo biennio e ci si è dati appuntamento per il 6 maggio per la firma definitiva.
Ma il giorno dopo: colpo di scena. La FIMMG fa un’inversione ad U sull’autostrada, e ritiene di non poter firmare la convenzione senza ulteriori modifiche: vuole in particolare una “regolamentazione per il pieno utilizzo delle società di servizi”. Obiettiamo, rispettosamente, perché ci tengono tanto da rinviare la firma? Cosa c’entrano le società di servizi con l’assistenza? E ancora: non si erano accorti che questa regolamentazione non era presente nella preintesa?

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