Medici – Meno ospedali più territorio? Dal Governo atti di coerenza negli investimenti e nessuna spesa in più per i cittadini

18 Luglio 2011

NEWS

Meno ospedali più territorio? Dal Governo atti di coerenza negli investimenti e nessuna spesa in più per i cittadini

 
Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Nazionale Fp Cgil

 

Lo slogan attraverso il quale il Sottosegretario On. Fazio prova a sintetizzare l’idea, solo a suo dire oggetto di confronto con le Regioni, di una riduzione di ventisettemila posti letto è quanto mai abusato: meno ospedali e più territorio è uno di quegli obiettivi sui quali, a parole, si sono sperimentate intere compagini di Governo, di centro sinistra e di centro destra.
Il problema è che la riduzione dei posti letto, anzi degli Ospedali è continua, come dimostrano gli ennesimi dati pubblicati dal Sole24-Ore, mentre quelle che dovrebbero essere le contestuali politiche di investimento sui servizi sanitari del territorio continuano ad essere assenti o, quantomeno, sporadiche, non strutturate.
Così quando l’ennesimo governante rilancia l’idea di deospedalizzare l’intervento sanitario per provare a riorientarlo sul territorio è più che giustificato il sospetto che si stiano coprendo operazioni di natura puramente finanziaria.
L’idea veramente “innovativa”, la consigliamo al Sottosegretario Fazio, può essere quella di accompagnare la chiarezza con la quale si indica il numero esatto di posti letto da ridurre con altrettanta precisione sul piano di investimenti (concreti) necessario per potenziare le attività sanitarie del territorio.
E consigliamo anche di rassicurare preventivamente i cittadini sul fatto che le riduzioni di posti letto, alle quali il Governo (non le Regioni) sembra stia lavorando, non si tradurranno in nessun ulteriore esborso da parte dei cittadini attraverso ticket o compartecipazioni varie.
In assenza di tutto ciò il “piano del Governo” ha il sapore dello slogan.
Uno slogan comunque insidioso perché prefigura un sistema sanitario Ospedaliero con ventisettemila posti letto in meno, un sistema dei servizi sanitari territoriali con le stesse difficoltà di ieri, un qualche rischio in più per i cittadini di caricarsi sulle spalle l’ennesima operazione di riduzione dei “costi” della salute.

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