Medici – Nel Decreto anticrisi anche qualche primo successo della nostra mobilitazione

18 Luglio 2011

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Nel Decreto anticrisi anche qualche primo successo della nostra mobilitazione

 
Oltre alla negativa reintroduzione della rottamazione (che si aggiunge alla motivazioni contro il Decreto Brunetta per le quali l’intersindacale medica manifesterà il 9 luglio a Roma), fra i provvedimenti contenuti nel decreto anticrisi approvato venerdi 26 giugno dal Consiglio dei ministri alcune norme rappresentano un successo delle nostre iniziative e campagne di sensibilizzazione.
Per il lavoro precario nella pubblica amministrazione viene cancellata la data del 30 giugno 2009 come termine per le stabilizzazioni (data prevista nella legge 14/2009 e rafforzata nel disegno di legge governativo n. 1167) e si fa riferimento al triennio 2010-2012 per i processi di stabilizzazione, a differenza di previsioni precedenti che indicavano come data ultima il 31/12/2009.
Inoltre sono stati apportati dei correttivi alle norme riguardanti le assenze per malattia e per permessi retribuiti con l’abrogazione dei commi 3 (L’Amministrazione dispone il controllo in ordine alla sussistenza della malattia del dipendente anche nel caso di assenza di un solo giorno, tenuto conto delle esigenze funzionali e organizzative. Le fasce orarie di reperibilità del lavoratore, entro le quali devono essere effettuate le visite mediche di controllo, sono dalle ore 8.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14 alle ore 20.00 di tutti i giorni, compresi i non lavorativi e i festivi) e 5 (Le assenze per malattia dal servizio dei dipendenti non sono equiparate alla presenza in servizio ai fini della distribuzione delle somme dei fondi per la contrattazione integrativa) dell’articolo 71 del Dl 112/08.
In caso di malattia vengono pertanto ripristinate le fasce orarie di reperibilità precedenti (ore 10/12 e 17/19) e sarà, ad esempio, possibile equiparare alla presenza le assenze di coloro che assistono portatori di handicap gravi (L. 104/1992) e dei donatori di sangue.
Tutto ciò è però insufficiente, anche se c’è un barlume di speranza che il Governo ed il Ministro Brunetta abbiano iniziato a ravvedersi. Noi continueremo a batterci affinché il contratto diventi lo strumento di ridefinizione di regole certe per la garanzia dei diritti.

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