Medici – Per il ritiro dello sciopero dei medici chiesto da Sacconi, ci vogliono i fatti

18 Luglio 2011

Per il ritiro dello sciopero dei medici chiesto da Sacconi, ci vogliono i fatti

 
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici

 
Pensiamo che il Ministro Sacconi già conosca la risposta alla sua odierna richiesta di ritirare il nostro sciopero di tre giorni con manifestazione a Roma, annunciato unitariamente dai sindacati della dirigenza medica e vetrinaria per il mese di ottobre.

Noi, vecchi vetero sindacalisti, siamo abituati a ritirare gli scioperi quando alle parole seguono i fatti.

E nei confronti del Ministro Sacconi e del Governo Berlusconi terremo lo stesso atteggiamento – basato sul merito dei provvedimenti – già avuto nei confronti del Governo Prodi contro il quale abbiamo fatto due scioperi nazionali ed una grande manifestazione a Roma.

Per quanto concerne invece il bilancio per la sanità dopo i primi mesi di Governo, tra tagli e ticket, è sconfortante. E lo è ancora di più per i 120.000 dirigenti medici e veterinari del servizio sanitario nazionale, che ancora non hanno chiuso il vecchio contratto 2006-2007.

Il Governo sta portando avanti una politica dei tagli, che non riduce né sprechi né corruzione, ma diritti e servizi.

E’ stato abolito, con il DL 112, il diritto al riposo per i medici ospedalieri, che saranno costretti a turni sempre più prolungati con aumento della stanchezza e della probabilità di errori, e contemporaneamente si riducono gli organici. La “rottamazione” dei dirigenti medici, che possono essere dimessi dopo 40 anni di contributi, è lasciata all’arbitrarietà delle direzioni aziendali, i fondi della contrattazione integrativa saranno tagliati del 10%, le assenze per malattie costeranno diverse centinaia di euro ogni anno. Infine nella manovra non solo non ci sono le risorse per il contratto 2008-2009, ma non si prevede neanche la rivalutazione della indennità di esclusività, ferma ai valori del 2000.

Dietro al polverone sui fanulloni, appare ormai sempre più chiaro il disegno di smantellamento dei servizi pubblici, a partire dalla sanità, e di colpire indiscriminatamente tutti i dipendenti pubblici, a partire dai medici. Questo quando in sanità gli sprechi ed il malaffare si annidano nel rapporto pubblico privato, come si evidenzia dal dato del maggior deficit per le Regioni con maggiore privato, dal Lazio alla Sicilia, dalla Campania all’Abruzzo.

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