Mercato del Lavoro – Ultime su precariato e lavoro pubblico

18 Luglio 2011

Mercato del Lavoro – Ultime su precariato e lavoro pubblico

 
Con l’approvazione della Legge 15/2009 , ex legge delega 847-b, il Governo si appresta ad adottare una serie di provvedimenti i cui contenuti adombrano la precisa volontà di tornare ad un lontano passato, quando i CCNL nazionali e di secondo livello nonché i rapporti di lavoro, erano regolati dalla legge, per ridurre gli spazi della contrattazione e dell’intervento sindacale nonché il sistema di tutele e diritti frutto delle lotte e delle conquiste dei lavoratori.

In particolare, le deleghe contenute nel provvedimento, da attuarsi entro il prossimo mese di dicembre, riguarderanno:

– la modifica della disciplina della contrattazione collettiva nel settore pubblico;
– una nuova disciplina del sistema di valutazione delle strutture e dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche;
– L’emanazione di uno o più D.Lgs. per introdurre nell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni strumenti di valorizzazione del merito e metodi di incentivazione della produttività e della qualità della prestazione lavorativa;
– Modifiche alla disciplina della dirigenza pubblica;
– Una nuova disciplina delle sanzioni disciplinari e della responsabilità dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche.
 
Il Governo, come abbiamo già detto in un ns precedente comunicato di commento al DL 847-B, potrà adottare entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore dei D.lgs. di cui sopra eventuali disposizioni integrative e correttive.
 
Così facendo la politica, intesa nel senso più deteriore, intende assumere il pieno controllo dell’intervento pubblico e dei dipendenti, rendendo altresì inefficace l’azione di controllo della Corte dei Conti, determinando in questo modo il presupposto di un distacco della Pubblica Amministrazione dall’interesse collettivo dei cittadini.

Fortunatamente una parte del disegno controriformatore del Governo è ancora fermo al Senato per l’esame del relativo provvedimento. Parliamo dell’Atto Senato 1167 che è stato oggetto di valutazione da parte della Commissione Giustizia e che presto sarà sottoposto al parere congiunto delle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro.

Come è noto questo disegno di legge interviene non solo sul precariato ma anche per ridefinire il regime delle assunzioni e delle controversie di lavoro; agisce sui lavori usuranti, sugli ammortizzatori sociali, su congedi-aspettative-permessi e, più in generale, sul lavoro pubblico.

Un documento complesso che quasi certamente, una volta approvato dal Senato, dovrà tornare alla Camera per la definitiva approvazione.

Ciò significa che, probabilmente, il termine ultimo del 30 giugno contenuto nell’art. 7 slitterà di qualche mese; se questa è la previsione dell’andamento dei lavori avremo a disposizione un ulteriore lasso di tempo per stabilizzare i precari.

In ogni caso, nell’interesse di questi lavoratori, raccomandiamo ai compagni ed alle compagne delle strutture in indirizzo di chiudere i processi di stabilizzazione ancora in corso nel più breve tempo possibile al fine di evitare gli effetti di possibili interventi legislativi da parte del Governo a stralcio dell’Atto Senato in questione.

Per quanto riguarda il precariato pubblico, la rilevazione promossa dal Ministro Brunetta sulla consistenza di questo fenomeno si è rivelata del tutto fallimentare. Su oltre 10.000 amministrazioni invitate a partecipare hanno risposto soltanto in 3.892, per lo più piccoli comuni sotto ai 5000 abitanti.

Il dato ottenuto è parziale e riguarda solo una piccola parte della massa dei lavoratori impegnati nella Pubblica Amministrazione; è quindi inattendibile nel caso che lo si voglia utilizzare per effettuare una proiezione sull’intera platea delle amministrazioni interessate.

Inoltre, nel controllare le schede dei report inviati dai singoli enti, in più di una occasione si potuto riscontrare come i dati sul personale precario fossero inesatti ed imprecisi, sia rispetto al numero reale dei precari, in particolare dei co.co.co, sia alla dimensione di coloro che hanno già raggiunto i requisiti di legge per la stabilizzazione.

Sempre secondo il ministro l’entità del precariato individuata sarebbe ben contenuta all’interno del limite fisiologico di una presenza intorno al 2% degli organici, salvo delle eccezioni che vedono una consistenza assai vicina al 5% della dotazione organica.

In questo modo il Governo intende eludere il problema ignorando la presenza in servizio di migliaia di persone impegnate a garantire la presenza e la continuità del servizio pubblico, soprattutto per quanto riguarda le attività sociali e le prestazioni alla persona; così facendo il Ministro Brunetta rende invisibili questi lavoratori e una volta cessato il rapporto di lavoro non resterà più nulla, nemmeno un parziale sostegno al reddito pur più volte promesso.

L’occasione data dalla conversione in legge del DL 5 del 2009 , nella parte riguardante gli ammortizzatori sociali ( CIG, CIGS, cassa integrazione in deroga) non è stata colta; pertanto ai lavoratori oggi impegnati nelle pubbliche amministrazioni con contratti di co.co.co e tempo determinato non resta che l’ unica prospettiva, soprattutto per coloro che non hanno il requisito dei tre anni, di proseguire il rapporto di lavoro più a lungo possibile in attesa di un mutamento in positivo dell’attuale situazione.

Per i co.co.co, in particolare, questa ennesima beffa prosegue il danno che si è perpetrato nei loro confronti da parte di un Governo che si ostina a non riconoscere l’importanza di un lavoro estremamente precario, senza tutele e diritti, spesso svolto in condizioni difficili con grande spirito di sacrifico e senso dello stato per garantire comunque e sempre servizi fondamentali ai cittadini.

L’attuale Ministro della Funzione Pubblica non avendo il coraggio di affermare la sua contrarietà alla stabilizzazione di questi lavoratori, si è giustificato attribuendo con molta fantasia al precedente Governo la colpa di non aver fatto alcuna previsione al riguardo, dimenticando che invece le leggi finanziarie del 2007 e del 2008, tutt’ora vigenti, avevano minuziosamente descritte regole e modalità per procedere in tal senso.

Eppure basterebbe poco per restituire la speranza di una prospettiva lavorativa a questi lavoratori, senza demagogia e pressappochismo, affrontando la questione in modo serio e rigoroso, così come previsto dalla legge 244/2007, partendo dalla definizione dei fabbisogni funzionali delle amministrazioni per individuare la platea del personale da stabilizzare, ivi compresi i co.co.co e gli interinali, e le relative modalità per completare successivamente il piano di assunzioni a tempo indeterminato.

Nel frattempo, visto l’atteggiamento di chiusura ed inerzia del Governo l’opzione principale da perseguire è oggi quella del mantenimento in servizio dei precari in attesa che maturino le condizioni per poterli stabilizzare utilizzando le vie contrattuali oppure l’intervento legislativo
Per il resto, non essendo ancora stato approvato l’Atto Senato 1167, soprattutto per Enti Locali e Sanità è ancora possibile agire secondo le regole del 296/06 e del 244/07 nei limiti economici previsti dal patto di stabilità ( legge 133/08 ) e del vincolo sulle spese del personale cui all’art 76, comma 7 della medesima legge 133.

In conclusione la partita del precariato non è ancora chiusa, sono tutt’ora possibili interventi che potrebbero consentire sia le stabilizzazioni che il prolungamento dei contratti in essere.

Da ultimo, informiamo le strutture in indirizzo che, a seguito della mancata estensione degli ammortizzatori sociali ai co.co.co., alcune regioni stanno mettendo in campo, per proprio conto, provvedimenti di sostegno al reddito che includono anche questi lavoratori; è poco, ma in ogni caso queste iniziative rappresentano un indirizzo che dobbiamo sostenere, appoggiare ed estendere perché rappresentano un segnale forte di non abbandono al proprio destino di migliaia di persone che, altrimenti, non avendo alcuna copertura sociale ed economica da parte dello Stato rischierebbero di essere condannati inesorabilmente ad una inaccettabile prospettiva di esclusione dal mondo del lavoro.

p.Segreteria Nazionale FP CGIL Mauro Beschi p. Dipartimento Welfare – MdL Gian Guido Santucci

Roma 24 aprile 2009

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