Mibac: comunicato ai lavoratori – “Il Mibac a Brunetta?”

18 Luglio 2011

 

Comunicato

 

IL MIBAC A BRUNETTA?

 
Il Mibac ha imboccato dritto dritto la strada dello scontro con le parti sindacali e con i lavoratori. Questo è dovuto alla decisione di stravolgere gli accordi sottoscritti sulla base di dubbie interpretazioni normative che applicano agli accordi sottoscritti sulla base delle normative contrattuali precedenti i cosiddetti principi riformatori delle normative brunettiane. Che in sostanza si configurano come un vero e proprio attacco alla contrattazione integrativa, stravolgendone principi e prerogative e introducendo un vero e proprio modello autoritario nella gestione delle relazioni sindacali e nei rapporti con i lavoratori.
Abbiamo assistito ai primi tentativi tramite l’introduzione delle relazioni ai sensi dell’art.18 della legge 150 nel progetto di incentivazione al personale, una pretesa incongruente con lo spirito dell’accordo e avanzata (ed accettata dalle altre OO.SS.) solo in ossequio deferente al “nuovo corso”. Noi non abbiamo firmato quella integrazione all’accordo certamente per coerenza con le nostre posizioni ma anche perché ritenevamo che quella firma avrebbe creato un pericoloso precedente sulle delicatissime partite contrattuali aperte. Cosa puntualmente avvenuta ieri in sede di confronto tecnico sulle progressioni economiche, laddove l’Amministrazione, ormai eteroguidata dallo staff brunettiano, ha tentato di stravolgere i criteri concordati negli accordi del novembre-dicembre 2010 introducendo la valutazione della performance individuale (3 punti per anno!) sulle progressioni in atto e sostanzialmente marginalizzando i criteri dell’esperienza professionale nella valutazione dei titoli. In sostanza per accedere alla chance di progressione sarà molto più pregnante la valutazione delle attività svolte da parte dei dirigenti che la valutazione dell’attività svolta sulla base di dati oggettivi riferiti al conferimento di incarichi, sullo svolgimento di progetti, sull’esperienza professionale acquisita e documentabile, sulla stessa anzianità di servizio ritenuta un elemento assolutamente ininfluente. Con i risultati che potete immaginare: una rincorsa clientelare alle valutazioni meritocratiche, una guerra tra i lavoratori con gli inevitabili strascichi di contenzioso, il tutto per corrispondere agli obiettivi di una guerra ideologica alla contrattazione che nulla ha a che vedere con il perseguimento delle finalità di efficienza, efficacia ed economicità del servizio.
Accanto a questo gli ormai ingiustificabili ritardi nella conclusione dei processi di riqualificazione relativi ai passaggi tra le aree, in attesa di un ormai fantomatico parere dell’Avvocatura che sembra un Golem.
E la questione irrisolta del pagamento degli accessori al personale, su cui non abbiamo risposte dal Ministero perché lo stesso non ne riceve dal MEF, che non stanzia le somme dovute, con buona pace del cedolino unico, pensato dallo stesso MEF per dare certezza e tempestività alle retribuzioni.
Insomma la controparte da una parte prende tempo per campare, dall’altra si dimostra in tutto e per tutto supina ed acquiescente a linee imposte dall’esterno.
Ci si chiede: chi fa il Ministro al MIBAC, Brunetta, Tremonti o Galan?
E non è una domanda peregrina o provocatoria: rimaniamo sempre in attesa di avere un incontro, non vorremmo ripetere la tragica esperienza avuta con Bondi, ministro in crisi di identità e solo entità virtuale.
E ci si chiede: avrà la volontà e l’autorevolezza il nuovo Ministro di dare certezza agli accordi sottoscritti e di impedire che il suo già disastrato Ministero finisca nelle morse di una battaglia ideologica che finirebbe per completare l’opera di sfascio già ampiamente avviata dai suoi predecessori?
Ma, seppur sempre in paziente attesa di un segnale politico di disponibilità e di autorevolezza, noi pensiamo sia finito il tempo dei sotterfugi e degli inganni e sia cominciato quello della mobilitazione dei lavoratori.
Abbiamo registrato con piacere la contrarietà espressa da tutto il tavolo sindacale alle ipotesi di revisione fino all’affossamento, dell’accordo sulle progressioni – con la perdita di 13milioni di euro del FUA 2009/10 – e riteniamo che questa situazione non possa avere altra risposta che non sia lo sciopero e la protesta attiva dei lavoratori, una mobilitazione con un fronte unitario il più vasto possibile che metta da parte, per una volta e sulle questioni di merito, divisioni e contrapposizioni.
Abbiamo inviato una nota unitaria con la UILBAC che programma una serie di iniziative di protesta sulla questione del cedolino unico e dei ritardi odiosi nei pagamenti e una lettera-diffida di richiesta delle retribuzioni dovute, comprensive degli interessi di mora per ritardato pagamento, ci apprestiamo a procedere unitariamente alla proclamazione dello sciopero e delle iniziative conseguenti.
E, in assenza di fatti concreti ed immediati, non ci fermeremo: la nostra deve essere una battaglia in difesa dei lavoratori, per la qualità dei servizi, per impedire la morte civile del Ministero.
Roma, 24 maggio 2011
 

Claudio Meloni
Coordinatore Nazionale FP CGIL MIBAC

 
 

 

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